Torino, dopo la stangata la beffa....
Dopo la stangata del giudice sportivo il ricorso alla Corte di Giustizia federale finisce quasi in beffa per il Torino. La «crociata» del presidente Urbano Cairo contro la maxisqualifica per la rissa della partita con il Genoa sortisce un solo effetto, l'inutile riduzione da due a una giornata si stop a Rolando Bianchi. Una sentenza quest'ultima vissuta dalla squadra come un secondo 'schiaffò, forse ancora più doloroso del primo. Ma il tecnico Giancarlo Camolese, in ritiro con la squadra alla Borghesiana, ha subito voltato pagina, chiedendo ai suoi di concentrarsi sulla partita con la Roma e di vendere cara la pelle fino all'ultimo secondo. Il Toro è davvero messo male per una partita già difficile di per sè a causa dell'avversaria, diventata poi ancora più ardua perchè c'è l'obbligo di vincere (e potrebbe anche non bastare per essere salvi) e infine ancor più invelenita dalla lite Cairo-Preziosi, durata tre giorni. Adesso le parti in causa sono tutte unite nel tenere un solo comportamento, giocarsi le rispettive partite, per rispetto agli avversari. Così farà la Roma con il Torino, così il Catania con il Bologna. L'unico reparto granata che assomiglia a quello titolare è la difesa, con Natali recuperato, Di Loreto e Franceschini. Ma centrocampo e attacco sono un disastro: fuori Dzemaili, Abate, Corini, Zanetti, spazio obbligato a Colombo, Vailatti, Barone, Saumel, Rubin. L'austriaco non è neppure in perfette condizioni fisiche, oltretutto. Pianto greco anche in attacco dove l'unico titolare superstite è Rosina, accanto al rispolverato Ventola, che ha giocato pochissimo. Bianchi e Stellone, la coppia che stava trascinando la squadra verso il sogno salvezza, sono fuori anche loro. Il Toro si affida perciò all'imponderabile, anche se pesa assai, questa volta, la condizione di dipendere da Bologna e Catania. I tifosi, per il momento, tacciono e aspettano il verdetto finale. Avrebbero voluto andare in diecimila, a Roma, ma sono stati disdetti quasi tutti i biglietti, perchè evidentemente la gente non ci crede. Solo un miracolo, quello di una salvezza conquistata in modo rocambolesco all'ultima giornata, potrebbe rivitalizzarli per qualche istante. Ma l'impressione, nell'ambiente vicino al Torino, è che anche in questo caso il presidente Cairo non sarebbe affatto osannato. Tempi duri anche per lui, perchè il popolo granata non ne può più di salvezze risicate all'ultima giornata, come avviene da due anni, dopo aver vissuto una stagione piena di amarezze