Presentata al Senato la nuova Legge Bove
Si avvicina quel primo dicembre che l'anno scorso fece temere tutti per quanto successe in campo ad Edoardo Bove, che rimase privo di sensi in campo, nel match tra la Fiorentina e l'inter. A quasi un anno di distanza in Senato è stata presentata una legge che riguarda il primo soccorso in casi analoghi a quelli vissuti dall'ex giocatore della Fiorentina.
"Buonasera a tutti, e grazie mille per essere venuti. Parto dai ringraziamenti, perché per me è motivo di grande orgoglio essere qui. Grazie al senatore Marco Lombardo, al presidente Scapigliati, alle senatrici e al ministro Abodi per la loro presenza. L’impegno e la dedizione mostrati dal senatore e dal presidente mi hanno davvero contagiato, e per questo motivo ho deciso di essere un po’ il testimonial di questa legge. Ci tenevo a spiegare il motivo per cui sono qui oggi: parliamo dell’1 dicembre, del mio episodio, che sicuramente è stato il motore di tante cose, ma non è la causa principale della mia presenza qui. Secondo me quell’episodio ha una natura totalmente diversa".
Bove ha poi proseguito: "Io sono un professionista che si trovava in un campo di Serie A, dove le misure di sicurezza e tutela sono completamente differenti rispetto a quelle dei dilettanti o rispetto a ciò che può accadere semplicemente per strada. Sono qui perché ho avuto la fortuna di entrare in contatto con tante associazioni e fondazioni: vedo la Fondazione Castelli, vedo la Fondazione 'Per Matteo', ne ho conosciute davvero molte. Non ho avuto modo di toccare con mano il dolore che vivono i fondatori di queste realtà, perché tutte — tutte — nascono da genitori che perdono dei figli. Padri e madri che perdono figli, fratelli che perdono fratelli; e da quel dolore sentono il bisogno, quasi il dovere, di fare qualcosa in loro memoria".
"Per me, per la mia famiglia e per le persone che mi vogliono bene, è un motivo di grandissimo orgoglio essere qui. Avevo persino promesso di non emozionarmi. Ma ci tenevo soprattutto a dire una cosa: dobbiamo combattere la disinformazione. Perché io, prima che mi accadesse ciò che è accaduto, ero il primo a non conoscere i dati statistici che il senatore ha riportato sugli arresti cardiaci.
La disinformazione porta anche paura. I dati dimostrano che, quando si chiede alle persone se interverrebbero in una situazione di emergenza per salvare una vita, molti si tirerebbero indietro. E secondo me lo farebbero perché hanno paura di sbagliare, di non sapere cosa fare. Il nostro impegno — e l’impegno di tutte le associazioni — è proprio quello di diffondere informazione e cultura del del primo soccorso".
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