Parlare d’Europa per il Torino non è solo prematuro ma sbagliato: prima consolidare i progressi e segnare di più
Un passo alla volta. E’ quello che deve fare il Torino perché adesso inizia il compito più arduo di consolidare i progressi e iniziare a segnare di più. La squadra, che inizialmente era stata costruita per il 4-2-3-1 con tanti esterni d’attacco, dopo il ritiro, le amichevoli di spessore e la prima partita di Coppa Italia col Modena ha iniziato a mutare schieramento passando al 4-3-3 per proteggere meglio la difesa e infatti era arrivato il play Asllani. Con l’inizio di campionato e le imbarcate di gol prese cinque dall’Inter e tre dall’Atalanta e poi anche la sconfitta con il Parma si era visto che anche quel modulo non era congeniale e così a mercato ormai chiuso Baroni è passato alla difesa a tre, che già era stata adottata in precedenza nella gara vinta con la Roma. Questo ha permesso di arrivare a partire dalla partita con la Lazio all’attuale filotto di sei gare con risultati utili consecutivi: pareggio 3-3 con la Lazio, vittorie con il Napoli 1-0 e Genoa 2-1 e altri tre pareggi con Bologna 0-0, Pisa 2-2 e Juventus 0-0. La difesa è divenuta indubbiamente più solida e negli ultimi quattro match anche le parate salva risultato di Paleari hanno contribuito. E così il Torino dopo 11 partite si è trovato al 12° posto insieme alla Cremonese con 14 punti.
Il filotto ha iniziato a far venire la fregola di pensare a un posto utile per l’Europa. Di per sé è comprensibile, ma vanno tenuti i piedi ben ancorati a terra. Intanto malgrado una difesa divenuta più solida i granata hanno incassato 16 reti e questo li colloca al 16esimo posto per gol subiti. E’ evidente che va consolidato il trend di subire meno reti. Parallelamente il dato sui gol realizzati, 10 dei quali 1 autogol, dice che la squadra granata segna poco. E’ un problema un po’ generalizzato in Serie A, ma questo non cambia la situazione del Torino che è 13esimo per reti realizzate. Scontato che debba essere incrementato il numero di gol fatti.
Con un quadro di questo tipo parlare di Europa non è solo prematuro, ma sbagliato. Per almeno un mese non sarà a disposizione Simeone, lesione distrattiva miofasciale del muscolo retto femorale della coscia sinistra, e oggi si attendono gli esiti degli esami strumentali per capire l’entità dell’infortunio di Ilic, trauma distorsivo al ginocchio sinistro. Zapata per il momento non ha ancora mai disputato neppure un intero tempo in una partita ufficiale, solo spezzoni nei finali, e quindi bisognerà vedere quando potrà essere schierato almeno per tutta la ripresa e successivamente quando dall’inizio.
Per chiudere il girone d’andata andranno disputate 8 partite, 6 prima dell’apertura del calciomercato (2 gennaio - 2 febbraio ore 20). Como (lunedì 24 ore 18,30), Lecce (domenica 30 ore 12,30), Milan (lunedì 8/12 ore 20,45), Cremonese (sabato 13/12 ore 15), Sassuolo (domenica 21/12 ore 15), Cagliari (sabato 27/12 ore 15), Verona (domenica 4/1/2026 ore 18) e Udinese (mercoledì 7/1 ore 20,45). In trasferta la squadra di Baroni affronterà Lecce, Sassuolo e Verona.
Scontato dire che vanno consolidati i progressi fatti in fase difensiva e che occorre segnare di più. La rosa va adeguata al 3-5-2, anche se Baroni spera sempre di poter cambiare: “Non chiudo porte a variazioni. Parto sempre dai giocatori e poi cerco di cucire dove la squadra si sente più comoda e la squadra si sente meglio. Abbiamo principi di gioco ed è in questi che dobbiamo stare più che dentro gli schemi. Questi principi poi permettono, una volta che li si rispetta, eventualmente di fare anche qualche piccolo cambiamento. La cosa importante è sempre la squadra e i calciatori io li metto al centro ed è lì dentro che dobbiamo rimanere" così diceva prima della partita con il Pisa. All’apertura del calciomercato, il 2 gennaio, il Torino, che deve fare i conti con la lista dei 25 avendo già dovuto escludere Sazonov e il lungodegente Schuurs, dovrebbe prendere almeno un difensore centrale, meglio se di piede mancino, e un uomo di fascia da collocare a sinistra che non siano giocatori scommessa. Ma qui entra in ballo la società che solitamente è restia a spendere soldi, tanto più a gennaio, e si muove con una lentezza esasperante.
E quindi non resta che attendere e vedere quanti punti il Torino riuscirà a fare nelle prossime sei partite e in quale posizione di classifica sarà il 1° gennaio, per non correre il rischio di farsi solo illusioni.
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