Operazione stadio Grande Torino: il punto su Comune e Cairo

Operazione stadio Grande Torino: il punto su Comune e CairoTUTTOmercatoWEB.com
Stadio Grande Torino Olimpico
© foto di Image Sport
Oggi alle 12:00Notizie
di Elena Rossin
fonte La Stampa

Il piano del Comune per il futuro dell’Olimpico: diritto di superficie al Toro sul modello Juve, ma la Continassa è diversa. Esclusa la vendita totale. Nella trasformazione dell’area un albergo da 6 mila metri quadrati di superficie. La zona dei botteghini potrebbe essere riqualificata e trasformata in spazi per attività commerciali e ristorazione. E gli spazi interni dell’Olimpico potrebbero ospitare locali per negozi e uffici come la sede del club.

Una fuga in avanti. Così sono state interpretate a Palazzo Civico le parole di Urbano Cairo, presidente del Torino, sul futuro dello Stadio Olimpico. “Mi aspetto condizioni simili a quelle ricevute dalla Juventus”, ha dichiarato il patron granata annunciando un incontro con il sindaco Stefano Lo Russo “a settembre”. Ma il Comune non ha fretta, consapevole che il percorso amministrativo sarà lungo e articolato. Il Sindaco ribadisce la linea: “Due squadre, due stadi di proprietà” e aspetta la perizia patrimoniale sullo stadio affidata alla Praxi.

Dopo che l’Agenzia delle Entrate ha tolto il vincolo ipotecario sull’impianto il nodo centrale resta la formula giuridica da adottare. Ci sono tre opzioni: 1) l’alienazione totale dell’area, cioè la vendita definitiva, strada che il Comune però non considera; 2) la concessione del diritto di superficie, sul modello Juventus, con durate di 30, 60 o 90 anni; 3) la concessione d’uso, una soluzione analoga a quella attuale.

Resta anche l’ipotesi che Cairo presenti una proposta di project financing che attiverebbe l’iter basato sul Codice degli Appalti: proposta di sviluppo con investimento privato, negoziato diretto, poi gara pubblica che darebbe a Cairo il diritto di prelazione a parità di offerta nei confronti di ogni altro eventuale concorrente.

La concessione del diritto di superficie è l’alternativa preferita dal Comune perché consente di tutelare la proprietà pubblica e di generare entrate maggiori. Infatti più lunga è la durata della concessione, migliore sarà il ritorno economico per le casse comunali.

Il riferimento di Cairo a "condizioni simili a quelle della Juventus" rischia di alimentare aspettative non realistiche essendoci  differenze sostanziali e oggettive fra i due casi: lo stadio Delle Alpi poteva essere abbattuto senza ostacoli, mentre l’Olimpico è tutelato dalla Sovrintendenza e non può essere demolito né trasformato liberamente. E poi l’area de La Continassa era  estesa e libera, esempio di “greenfield” invece il contesto urbanistico attorno al Grande Torino è più complesso.

Oggi il Torino versa al Comune un canone annuo d’affitto di 500 mila euro. Ma all’Olimpico si svolgono oltre alle partite anche concerti e altri eventi, che generano ricavi aggiuntivi incassati interamente dalla società. Per cui  è anche su questo che il Comune vuole discutere. A scriverlo è La Stampa.