Ngonge e Torino: la frase di Cairo spiega benissimo perché lo ha scelto

Il mercato è fatto di occasioni, scelte e di giocatori che arrivano anche per un motivo ben preciso. In casa Torino è caccia a nuovi esterni offensivi per valorizzare il gioco di Baroni. Uno dei primi ad arrivare è stato Cyril Ngonge in prestito dal Napoli. I siti scommesse sono pronti a valorizzarlo in termini di aspettative: si tratta, d’altronde, di un giocatore dal grande potenziale tecnico ma al momento ancora inespresso. I mesi di Napoli non sono stati positivi, anzi. Il Torino può rilanciarlo. Lo stesso Urbano Cairo, presidente del Torino, ha spiegato il perché del suo arrivo in prestito con diritto di riscatto in un recente incontro con la stampa: “Ngonge lo conosciamo da una vita, al Verona lo ha allenato il nostro mister per 6 mesi... Quindi è un giocatore che ha dato prova di sé. Poi l'anno scorso ha giocato molto poco, ma si tratta di un giocatore del 2000 e quindi ha tutta la possibilità di fare bene”.
Ngonge e Baroni, il feeling ritornerà?
La chiave dell’arrivo di Ngonge al Torino è stata l’allenatore, Marco Baroni, che lo ha allenato all’Hellas per appena sei mesi. Si è trattato di un periodo felice e decisivo con gol, assist, perle e l’interesse di diverse big, come il Napoli. I tifosi a quei tempi, gennaio 2024, sarebbero stati pronti a utilizzare i propri codici bonus scommesse per prevedere una svolta nel percorso in campionato degli azzurri con l’arrivo di Ngonge. Tutti erano convinti, in sintesi, che il Napoli avesse acquistato un potenziale crack - pagato 18 milioni di parte fissa più 2 di bonus- in grado di cambiare le sorti dell’attacco azzurro. Ngonge è entrato in punta di piedi in una squadra in grande difficoltà; eppure, non è riuscito a ripetersi. Con l’arrivo di Conte, poi, per lui si sono chiusi tutti gli spazi. Ngonge ha comunque segnato 3 gol complessivi in circa 35 presenze, mostrando qualche guizzo. Ecco perché alla fine - di comune accordo con il club - ha deciso di andare via e ha scelto una certezza, Baroni, un allenatore che lo conosce decisamente bene e che sa come valorizzarlo.
Cosa si aspetta il Torino da lui
Ma Baroni è stato solo il gancio per Ngonge in granata. Non potrà bastare la sola fiducia dell’allenatore per imporsi. Il belga dovrà tornare quel giocatore imprevedibile che aveva fatto innamorare tutti a Verona, capace di gol pesanti e decisivi o stupendi, come la rovesciata contro l’Udinese. Nulla di tutto questo si è visto al Maradona anche per la fiducia latente da parte dell’allenatore e di tutto l’ambiente. Ngonge ha vinto uno scudetto che resterà per sempre in bacheca, ma ora ha voglia di tornare a imporsi e a essere protagonista. Torino può essere la realtà giusta per brillare come un tempo. Senza troppe pressioni, Ngonge può tornare a divertirsi. Lo prevede il suo calcio fatto di serpentine, dribbling e spunti quasi d’altri tempi. I tifosi del Torino sono molto incuriositi dal suo arrivo. Lo hanno seguito poco a Napoli ma ricordano bene quello che faceva a Verona. E poi si fidano di Baroni che ha garantito per lui. Ngonge è semplicemente una scommessa che può diventare certezza.
Dove può giocare Ngonge con Baroni
Presto sarà tempo di moduli, schemi e ruoli. Banalmente, Ngonge - arrivato al Torino in prestito gratuito con diritto di riscatto fissato a 18 milioni di euro - direbbe di poter giocare ovunque pur di essere in campo. In realtà è così: il belga, infatti, può ricoprire tutti i ruoli sull’esterno ma può giocare anche da seconda punta sfruttando la sua velocità e anche la sua qualità tecnica nello stretto. Se ispirato, è anche un buon finalizzatore. Se ispirato, appunto. L’importante sarà sfruttarlo nei contropiedi e nelle ripartenze. Bisognerà creare le situazioni di gioco giuste per valorizzare quelle che sono le sue qualità. Nessuno meglio di Baroni potrà costruire un Torino in cui tutti dovranno sacrificarsi ma in cui ognuno saprà cosa fare con o senza palla. Soprattutto chi conosce già il suo calcio. Come Ngonge. Presto parola al campo.
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