Cairo ha promesso tre altri giocatori a Baroni, ma ha anche detto: “Ci sono tutti i titolari, la rosa oggi è al 90%”

Cairo ha promesso tre altri giocatori a Baroni, ma ha anche detto: “Ci sono tutti i titolari, la rosa oggi è al 90%”TUTTOmercatoWEB.com
Urbano Cairo
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Oggi alle 11:00Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

L’antifona è chiara, anzi chiarissima dopo che ieri Cairo presentando, finalmente, il nuovo allenatore del Torino Marco Baroni ha parlato del mercato, che chiuderà i battenti fra 30 giorni esatti, lunedì 1° settembre alle ore 20.

La prima cosa da sapere è che per il Presidente la rosa del Torino è al 90% e ci sono tutti i titolari e in seconda battuta che mancano tre giocatori: un terzino sinistro, un esterno destro e un altro che non ha voluto specificare e a domanda diretta se fosse un attaccante ha asserito “Non ho detto l'attaccante” e ha poi aggiunto “Carta coperta”.

Le parole di Cairo in tal senso non danno alcun adito a fraintendimenti e sono cristalline come acqua di fonte: “Ho detto che avrei dato al mister il 90% della rosa per il ritiro di Prato allo Stelvio, perché quello era il mio assoluto obiettivo e assoluto desiderata mio e di Vagnati. Dopodiché non siamo riusciti, perché purtroppo il mercato non lo facciamo soltanto noi, ma abbiamo anche degli interlocutori. E purtroppo le dinamiche di mercato a volte sono totalmente imprevedibili o comunque sia ingovernabili e quindi non ce l'abbiamo fatta.
Oggi, secondo me, a questo 90 per cento ci siamo, perché se uno guarda la rosa del Torino ci sono tutti i titolari. In una rosa di 25 calciatori quindi due per ruolo con tre portieri e altri due che sono i quinti, al Torino mancano tre giocatori. Poi dipende, se vendi un giocatore ovviamente devi sostituirlo, però il Torino di oggi ha le coppie dappertutto, a parte per quel che riguarda il terzino sinistro e l'esterno destro, mi pare, perché a sinistra abbiamo Njie e Aboukhlal può agire da entrambe le parti, Ngonge a destra e tre attaccanti che sono Adams, Sanabria e Zapata eccetera. Oggi quindi a noi manca il terzino sinistro, un esterno, che vogliamo prendere, e poi dopo dipende da chi esce. Per cui considerando una rosa di 25 calciatori, ce ne mancano tre che poi diventano quattro se si cede qualcuno. Tre su 25 vuol dire che se non è il 90% allora è l'88% e poi abbiamo tutti i titolari. Come dice il mister, Ngonge nella settimana precedente, o dieci giorni non so esattamente quanto tempo, all'arrivo al Toro, non era andato con la squadra e quindi ha perso un po' di condizione, ma è un giocatore che la condizione la ritrova in un tempo non infinito. Sentivo dire da Zapatta che Ngonge quando si è presentato a Parto allo Stelvio volava, quindi se uno vola non è messo così male. Quindi noi oggi siamo al 90%, e ho già detto che da parte nostra c'è la volontà di fare gli interventi che ho appena detto e che abbiamo concordato con il mister e con Vagnati. Dopodiché questo non vuol dire che avendo davanti ancora un mese non si possano fare altre cose anche migliori. Ho detto in un'occasione che avrei voluto arrivare al ritiro con il 90%, ma non ce l'ho fatta: non dipende soltanto da me. Oggi ci siamo e vogliamo cercare di vedere con attenzione le opportunità perché con gli ultimi tre giocatori vogliamo fare come si è fatto prima, perché le scelte fatte sono state lungamente ponderate e meditate. Aboukhlal è stato visto da molti nostri osservatori ed è stato seguito per tutto l'anno scorso, perché lo conoscevamo, e poi è stato preso negoziando alla fine con il presidente del Tolosa. Ngonge lo conosciamo da una vita, al Verona lo ha allenato il nostro mister per 6 mesi e in quell'anno ha fatto 33 partite, 11 gol e, mi pare, 3 assist. Quindi è un giocatore che ha dato prova di sé. Poi l'anno scorso ha giocato molto poco, ma si tratta di un giocatore del 2000 e quindi ha tutta la possibilità di fare bene. Ho letto da più parti, anche sul vostro giornale (si riferisce a Tuttosport, ndr), che il riscatto di Ngonge sarebbe a 18 milioni però non è vero perché è a 16 milioni. A 18 sembra che uno lo ponga ai livelli per cui è inriscattabile, ma 16 milioni sono diversi da 18 e poi evidentemente dipende da quello che lui farà. In lui abbiamo ovviamente molta fiducia. Da questo punto di vista tranquillamente confermo le cose che ho detto e quello che con Vagnti più volte abbiamo detto al mister”.

Un quarto giocatore arriverà solo se andrà via qualcuno - sempre che poi il mercato per volontà altrui non dica diversamente, “il mercato non lo facciamo soltanto noi, ma abbiamo anche degli interlocutori” - e poi l'eventuale innesto è subordinato al ruolo: “Ho detto che ne mancano tre, dopodiché se esce qualcuno si può fare un intervento per prendere un altro giocatore. Poi dipende dove esce, no? Perché per dire in questo momento a centrocampo abbiamo sei giocatori, Anjorin, Ricci, no Ricci (venduto al Milan lo scorso 3 luglio, ndr) voglio bene a Samuele, Ilic, Casadei, Gineitis, Tameze e Ilkhan, è evidente che non è che... Mentre invece in difesa abbiamo quattro difensori centrali, Maripán, Coco, Ismajli e Masina, quindi è chiaro che se lì ne uscisse uno dovrebbe immediatamente entrarne un altro. Per Biraghi non c'è un altro sinistro, anche se in realtà ci sarebbe Lazaro che ha fatto molte volte il sinistro, ma l'obiettivo è prendere un terzino sinistro e ci stiamo lavorando con Vagnati. Dall'altra parte abbiamo Dembélé, Pedersen e Lazaro. E poi come esterni Ngonge, Aboukhlal, Njie e Vlasic. Davanti Vlasic e teoricamente anche Ché Adams che nel 4-2-3-1 può giocare dietro la punta. Ché Adams, Zapata e oggi anche Sanaria come punte. Quindi ho detto che mancano tre giocatori. Poi se usciranno giocatori, dipende dove, sicuramente faremo interventi per sostituirli”.

Cairo non ha mancato di sottolineare quanto fatto da lui nei quasi 20 anni di presidenza, il prossimo 3 settembre, e chiosando sull'argomento ha assicurato di non accontentarsi e di volere di più per il Torino: “Sono state fatte tante altre cose e mi sembra che siano state positive. E molti tifosi le apprezzano. Certamente qualcuno vuole di più, ma anche io voglio di più perché non mi accontento. Non lo faccio in nessuna delle mie attività e quindi ovviamente neanche col Torino”.

Ovviamente, come da copione, Cairo non ha voluto sbilanciarsi neppure sul potenziale della squadra: “Dovete chiederlo al mister. Io non faccio l'allenatore, faccio il presidente”. E ha aggiunto si è provato ad approfondire: “Guarda, io ho imparato che è meglio non fare proclami. E’ evidente che se uno è qui e dedica tanto tempo al Toro è ovvio che lo faccio perché ho delle ambizioni. E chiaramente l'ambizione è quella di fare bene. Dopodiché per quel che riguarda la squadra, il potenziale, cosa faremo eccetera non voglio mettermi a fare considerazioni perché non ne ho neanche la competenza. Abbiamo il mister, Vagnati e Moretti che certamente hanno molta più competenza di me essendo stati giocatori. Baroni allenatore di livello qualitativamente alto, direttore sportivo e aiuto direttore sportivo sono loro che ne sanno molto più di me”.

Cosa si evince dalle parole di Cairo? Che i tre giocatori che arriveranno non saranno dei titolari e che se qualcuno dovesse andare via allora sarà sostituito. E per il resto, leggasi obiettivi, tutto è nelle mani di mister Baroni che, come accaduto a tutti i suoi predecessori, dovrà fare fuoco con la legna che ha. E l’allenatore speri che a campionato iniziato, la prima partita sarà il 25, fra esattamente 23 giorni a San Siro contro l’Inter, non gli venga venduto qualche titolare a sua insaputa come successe l’anno scorso al suo amico Vanoli e che poi dopo qualche tempo non s’infortuni nessun giocatore chiave, il ko di Zapata l’anno scorso avvenne il 5 ottobre e neppure nel mercato invernale fu preso un sostituto e per la verità ancora oggi non c’è tanto prima o poi Duvan tornerà, si spera il prima possibile stante la penuria di gol, non per niente gli è stato rinnovato il contratto già lo scorso 18 aprile.