ESCLUSIVA TG – Perantoni (TC Sassari Granata): “Col Cagliari dobbiamo vincere. Ormai con Cairo c’è una frattura insanabile”

ESCLUSIVA TG – Perantoni (TC Sassari Granata): “Col Cagliari dobbiamo vincere. Ormai con Cairo c’è una frattura insanabile”
Renato Perantoni
Oggi alle 11:00Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Renato Perantoni, presidente del Toro Club Sassari Sardegna Granata, club nato nel 2006 in occasione del centenario, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Con Perantoni abbiamo parlato del momento del Torino che ha ottenuto due vittorie consecutive con Cremonese e Sassuolo e che oggi pomeriggio affronterà in casa il Cagliari.

Il Torino ha vinto le ultime due partite e ha cambiato il direttore sportivo, sembra quindi che abbia cambiato un po' rotta. E’ anche la percezione sua e del Toro Club Sassari Sardegna Granata?
“E' sempre negativa al momento la percezione. Io Cairo l'ho difeso non dico per vent'anni, ma per molto tempo e prima si andava d'accordo anche con la società, ma adesso è indifendibile. Ormai c'è una frattura insanabile e tutti i club, ho parlato con molti, sono contro la società. Però se il Toro vince è meglio, anche se non è più il Toro perché una volta era il Toro adesso è il Torino FC”.

Però dal punto di vista del campo, almeno nelle ultime due partite la squadra ha fatto vedere qualche cosa di diverso e migliore.
“Sì, ci sono stati dei miglioramenti, specialmente quando Baroni ha messo Tameze a giocare in difesa ha risolto un po' di problemi, anche se non è il suo ruolo però ci stiamo dando un po' da fare. La squadra comunque è ancora incompleta. Bastava poco per rinforzarla e saremmo stati almeno da settimo posto, che è poi quello che merita il Toro. Noi non dobbiamo essere così indietro come siamo adesso, anche se con queste ultime due vittorie ci siamo tirati un po’ su”.

Voi cosa vi aspettate dal Torino nella partita con il Cagliari?
“Questa partita dobbiamo vincerla. Ci teniamo parecchio, specialmente a Sassari perché c'è un po' di rivalità tra Sassari e Cagliari”.

Il 2 gennaio riapre il mercato. Petrachi ha già detto che si occuperà del reparto difensivo e non vuole giocatori che al Torino siano solo di passaggio. Le idee sembrano proprio quelle giuste, concordate?
“Petrachi, a mio parere, è molto meglio di Vagnati. Ed è giusto che non voglia giocatori che vengono al Torino solo per stare una stagione, o anche solo mezza, e poi se ne vanno altrove”. 

E’ una discontinuità rispetto al passato perché di solito venivano presi giocatori con la speranza di rilanciarli per poi rivenderli.
“Sì, speriamo che sia così. Ma lo sappiamo bene che tutto dipende sempre dal signor Cairo”.

Ma il fatto che abbia ripreso Petrachi forse potrebbe anche dire che il Presidente ha cambiato un po' idea sulle strategie per il mercato?
“Non credo molto che Cairo abbia cambiato idea su come gestire il Torino.  All'inizio, per i primi 5, 6, 7 anni, credevo in lui, anche perché era un grande comunicatore. Quando era stato preso Recoba lo chiamammo all’una di notte e lui ci rispose. Quest’estate disse che stava facendo una delle migliori squadre della sua presidenza, ma si trattava sempre delle solite cose: promesse, promesse. E poi non si arriva mai al dunque.
La partita col Cagliari sarà difficile perché loro giocano. Io guardo molte loro partite e s’impegnano fino alla fine per cui bisogna aggredirli”.

Il fatto di giocare a Torino, dopo le due vittorie, può essere un fattore d'aiuto per la squadra di Baroni?
“Sì, secondo me sì”.

Voi come Toro Club Sassari Sardegna Granata ci sarete oggi pomeriggio qui allo stadio a Torino?
“No, non mi è arrivata nessuna richiesta dai nostri iscritti, ma verrà qualcuno per Torino-Roma. Noi vedremo la partita col Cagliari nella sede del Club”.

Quindi anche se a distanza tiferete per il Toro?
“Per forza! Io è dall'età di 7 anni che tifo Toro. Mio zio, il fratello di mia madre, mi parlava sempre del Grande Torino, Bacigalupo, Ballarin, Maroso, … Poi nel 1966, credo che fosse proprio quell’anno, Gigi Meroni venne in Sardegna a Bulzi, un Comune oggi della Città Metropolitana di Sassari, io non lo vidi, ma in seguito, il 15 ottobre del 1967, mio zio mi disse che era morto e da allora sono diventato granata a tutti gli effetti”.

Come lei anche altri iscritti al vostro Club sono diventati del Toro così?
“A Bulzi c’erano 100 tifosi del Toro, lo erano per il Grande Torino e lo hanno trasmesso ai figli. Quando ho fatto il servizio militare avevo la possibilità di scegliere fra tre destinazioni: Pisa, Genova e Torino. E io ovviamente ho scelto Torino. Nel 2002 avrei potuto trasferirmi a Torino, ma avevo comprato casa in Sardegna e avevo moglie e tre figli e così ho rinunciato”.

Come Club quanto riuscite a venire a vedere le partite a Torino o in altre parti d’Italia oltre ad andare a Cagliari?
“Siamo venuti per la Marcia del 4 maggio, qualcuno verrà per la gara con la Roma. Per noi logisticamente è complicato perché non ci sono voli su Torino da Sassari e allora dobbiamo andare a Milano Malpensa oppure partire da Olbia per atterrare a Torino. Noi non possiamo fare come chi abita in continente che se anche è distante da Torino prende una macchina o un pulmino e, alternandosi alla guida e partendo di notte, si fa chilometri per vedere la partita. Per noi è impossibile ed è come se il Torino giocasse sempre in trasferta e in giornata con riusciamo ad andare e tornare e quindi oltre il viaggio c’è anche il pernottamento e anche i costi sono più elevati. Ma per il Toro non è un problema fare qualche sacrificio”.

Allora ne approfitterete quando il Torino al ritorno giocherà a Cagliari.
“Ci stiamo già organizzando, anche se la Questura non ci fa mettere neppure lo striscione perché noi siamo il Toro Club di Sassari Sardegna Granata e c’è la parola Sassari che è collegata alla rivalità che c’è fra il Cagliari e la Torres, che è la squadra di Sassari, e ci sono sempre scontri fisici fra le due tifoserie quando s’incrociano. Però noi non abbiamo nulla a che fare con la Torres perché noi siamo Sardi e tifiamo Toro. Da poco ho conosciuto il presidente del Museo del Cagliari, in occasione della presentazione a Sassari del libro su Copparoni “Renato Copparoni. Il portiere che fermò Maradona”, che ci ha invitato ad andare a vedere il loro Museo. Noi siamo un gruppo di tifosi tranquilli, ma le forze dell’ordine ci scortano ugualmente quando andiamo a Cagliari”.

Magari prima o poi questa problematica si risolverà.
“Non credo perché la rivalità fra la Torres e il Cagliari ci sarà sempre. Comunque spero che oggi il Torino vinca 3 a 0”

Il pronostico lo ha già fatto, ma chi segnerà?
“Se giocherà Casadei un gol lo farà lui, si deve riprendere e così avrà maggiore fiducia perché dopo le prime partite dell’anno scorso non l’hop più visto in grande forma perché si è un po’ perso però segnando si può riprendere. E gli altri due gol uno lo farà Simeone e l’altro Zapata”.

Tornando al mercato, ma oltre a rinforzare la difesa, per quello che si è visto finora in campo, servirebbe aggiustare anche qualche altro reparto?
“La difesa fa acqua quindi è indispensabile sistemarla”.

Però la difesa ha una caratteristica un po’ particolare infatti da una parte è fra le peggiori della Serie A per numero di gol subiti, ma allo stesso tempo dall’altra parte per 7 volte non ha mantenuto la porta inviolata: non sembra quasi un paradosso?
“Sì, è così. I 5 gol presi dall’Inter, gli altri 5 dal Como più i tre dall’Atalanta e altrettanti dalla Lazio hanno avuto il loro peso. E pensare che negli ultimi anni avevamo una delle difese più forti della Serie A e questo era la nostra arma, anche l'anno scorso era abbastanza buona”.

Finora in porta si sono alternati Israel e Paleari. Potesse scegliere, chi fra i due portieri farebbe giocare sempre?
“Paleari al 100%, senza ombra di dubbio perché Israel non mi sembra ancora pronto e gli manca qualcosa”.

Ma se lei potesse, prenderebbe anche qualche altro rinforzo?
“A centrocampo qualcosa bisognerebbe fare, intendo per le fasce perché ci vogliono dei ricambi validi. La panchina è corta e non abbiamo giocatori che fanno la differenza quando subentrano. Se entra Simeone al posto di Zapata va bene e lo abbiamo visto anche con il Sassuolo”.

Però il reparto degli attaccanti è forse l’unico che ha giocatori intercambiabili dello stesso livello, anche se non sono tutti centravanti di ruolo.
“Adams non è un centravanti, ma il suo lo fa. Zapata sta poco alla volta ritornando sempre più in condizione e Simeone sta dimostrando di essere un acquisto valido. Adesso che giochiamo con il 3-5-2 ne abbiamo tre buoni”.

E poi c’è Vlasic, che nelle ultime partite sta segnando con continuità e sa battere anche i calci di rigore.
“I rigori bisogna saperli tirare e lui li calcia bene. Non è una cosa facile, ma lui finora non ha mai sbagliato. Anche al suo arrivo al Torino aveva fatto bene, poi un po’ di alti e bassi, ma adesso sta girando alla grande. Meno male”.

Voi cosa vi aspettate dal Torino nell’immediato futuro?
“Di vincere non solo col Cagliari, ma anche con Verona e Udinese. In queste tre partite bisogna fare 9 punti perché così ci mettiamo al riparo dal doverci guardare dietro, anche se ci sono tre squadre che sono più deboli di noi, a mio avviso il Cagliari, che lo vedo male, il Parma, seppure ci ha battuto però con gli emiliani siamo anche stati un po’ sfortunati, e poi c'è il Pisa. La Fiorentina credo che adesso si riprenderà perché ha un organico di un certo livello e ha Vanoli. Io alla fine dello scorso campionato non lo avrei assolutamente mandato via, ma si sa che alla fine tutte le colpe ricadono sempre sull’allenatore e questo accade dappertutto ed è sempre lui a pagare per tutti, purtroppo”.  

Il mercato del Torino ha sempre una caratteristica che non è positiva: aspettare per lo più gli ultimi giorni per prendere qualche rinforzo.
“Eh, sempre l'ultimo giorno per risparmiare perché rimangono i giocatori che non hanno trovato altre sistemazioni”.

Pensate o sperate che anche quest’anno sarà così oppure con l’arrivo di Petrachi il Torino agirà più celermente?
“Il mercato apre il 2 quindi il 3 deve esserci già un giocatore che si mette a disposizione di Baroni. Di certo non si deve fare come l’anno scorso che serviva un attaccante perché Zapata era infortunato dal 5 ottobre e invece non è arrivato nessuno per sostituirlo eppure si sapeva che non sarebbe potuto rientrare prima della fine della stagione. Speriamo che quest’anno sia la volta buona per passare dalle parole ai fatti. Se vinciamo lo scudetto, allora forza Cairo (ride, ndr). Come dicevo prima, la frattura ormai è insanabile. Peggio per lui perché dal Toro poteva avere molto di più e sarebbe stato nel suo interesse fare, ma è lui il padrone. Non dico che ci debba rimettere, ma si può guadagnare anche facendo meglio di ciò che ha fatto in questi vent’anni: siamo il Toro, non la Cremonese o il Perugia, con tutto rispetto parlando per queste squadre. Nessuno di noi tifosi pretende chissà cosa, ma almeno una coppa come hanno fatto l’Atalanta che ha vinto l’Europa League nel 2024 o il Bologna che l’anno scorso ha vinto la Coppa Italia, ci accontenteremmo anche solo di quello che ha fatto la Fiorentina che è arrivata in finale di Coppa Italia e Conference League nel 2023 e ancora in finale di Conference nel 2024. Non dico che dobbiamo tutti gli anni vincere qualche cosa, ma almeno qualche soddisfazione ogni tanto e invece niente di niente.
Anche con le giovanili l’anno scorso abbiamo vinto lo scudetto con le Under 17 e 18 e quest’anno la Primavera va male e rischia di retrocedere. Avere un vivaio che porti in prima squadra giocatori sarebbe molto utile e non saremmo nella condizione, come ci sta capitando adesso, di non riempire tutti gli slot della lista dei 25 perché non abbiamo calciatori over 22 che provengono dal nostro settore giovanile e così possiamo avere solo 21 posti. Ed è un problema anche per il mercato di gennaio perché se non esce qualcuno che abbia più di 22 anni non può essere preso nessuno se non ragazzi Under 22. Ora abbiamo problemi in difesa e magari si potrebbe far tornare Dellavalle dal Modena, anche se sta giocando poco in B però tanto vale che faccia esperienza con noi e oltretutto non costerebbe nulla. Se lo fai giocare sarà un nuovo Buongiorno”.

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