Nesti Channel - Toro vivo, brodino Juve
L'ultima domenica del mese di aprile ha regalato a Giancarlo Camolese la seconda vittoria sulla panchina granata, mentre per la Juve il 2-2 ottenuto in (doppia) rimonta a Reggio Calabria è un brodino che evita di affondare sempre più, ma che allunga ancora il digiuno di vittorie della squadra di Ranieri.
Negli ultimi due mesi la Juve ha perso prima la Champions, poi lo scudetto, la finale di Coppa Italia e dopo questo turno anche il secondo posto: al Granillo ha rischiato di perdere anche la faccia (per usare le parole del suo tecnico), quando si è trovata per due volte in svantaggio contro l'ultima della classe. Il rigore di Del Piero e il lampo di Zanetti hanno evitato l'ennesima figuraccia di primavera, ma ormai è chiaro che qualcosa si è spezzato. Altrimenti non si spiegherebbe come una squadra che da metà ottobre fino a Natale aveva inanellato una serie incredibile di vittorie, perdendo solo a San Siro contro l'Inter, non vinca più dal 21 marzo, quando aveva rifilato quattro gol alla Roma.
Le assenze di alcuni elementi stanno risultando particolarmente gravi, soprattutto quella di Sissoko in mezzo al campo, senza Legrottaglie e Chiellini la difesa è senza difese, come aveva già dimostrato la semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Lazio. Eppure si continua a parlare solo di attaccanti e di esterni sinistri per rimpiazzare Nedved. A meno che qualcuno ritenga sufficiente il ritorno (osteggiato dai tifosi) di Fabio Cannavaro, campione quasi 36enne, che ha chiaramente imboccato il viale del tramonto.
Alla Juve servono puntelli importanti in tutti i reparti, da definire con chiarezza con il tecnico per non ripetere certi errori del recente passato. Ma Ranieri sarà parte anche del progetto futuro? Certi rumors, al di là delle dichiarazioni di Blanc e Cobolli Gigli, sembrano allungare ombre pesanti sul destino dell'allenatore.
Il Torino, invece, di futuro potrà cominciare a parlare solo dal 1° giugno, prima c'è una salvezza da conquistare. Il successo ottenuto contro il Siena ha consentito di conquistare tre punti fondamentali, ma se qualcuno si attendeva un successo del Lecce sul Siena, nessuno o davvero in pochi potevano pronosticare quello del Bologna ai danni del Genoa. Significa che ci sarà da lottare e da soffrire fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata, perché sul fondo hanno ripreso a marciare un po' tutti, dopo che per settimane e settimane le ultime quattro avevano fatto a gara a chi faceva peggio.
Bianchi, già decisivo contro la Fiorentina (prossimo avversario dei granata) in Coppa Italia, contro il Napoli e contro il Catania, si è confermato attaccante di razza, che sarebbe arrivato già in doppia cifra se la squadra lo sapesse rifornire con maggiore continuità. Lui ci ha messo anche del suo, ma l'insensata scelta di De Biasi di spedirlo cinque volte in panchina tra novembre e dicembre e i guai fisici avuti ad inizio 2009 ne hanno condizionato il rendimento. Oggi Camolese ha finalmente a disposizione il miglior Bianchi e l'asfittico attacco granata ne ha tratto beneficio. Dzemaili è il perno del centrocampo, dove però gli esterni continuano ad essere alternati con risultati sempre altalenanti, mentre la difesa ha cancellato la figuraccia di San Siro stringendosi attorno a Natali.
Il faccia a faccia col Bologna dirà molto, ma non tutto, perché se i granata non conquisteranno punti anche lontano dall'Olimpico sarà durare restare in serie A, anche vincendo il confronto diretto con Di Vaio e compagnia. Firenze, Napoli e Roma non sono proprio viaggi di piacere, ma da qualche parte bisognerà tirare fuori l'impresa, per non doversi affidare alle disgrazie altrui o aumentare il rimpianto. Vedendo i risultati ottenuti sotto la gestione Camolese, viene da chiedersi dopo sarebbe oggi il Toro se, dopo il licenziamento del De Biasi indifendibile di questa stagione, si fosse puntato subito su Camola invece che far tornare Mister X Novellino. Che, quando ha smesso di pareggiare, ha conosciuto solo sconfitte.