Le regole di Prandelli: ''Idee, cuore e passione''
Prandelli, qual è il rischio della partita con il Torino?
«Andare in campo pensando che può essere una partita facile. Non è così. Dovremo fare molta, ma molta attenzione».
Dove sta la difficoltà?
«Il Torino lotta per non retrocedere, a livello nervoso farà una gara di grande intensità. Dobbiamo stare attenti a non rischiare il contropiede su nostre disattenzioni».
Contro la Roma la Fiorentina è stata quasi perfetta, è quella la squadra che vuole?
«Al di là del valore del Torino mi piace pensare che questa squadra ha delle qualità da mettere in campo. Ha superato un momento difficile con la forza delle idee. Con la vittoria contro la Roma abbiamo ricompattato tutto l´ambiente, sabato sera abbiamo vissuto un´atmosfera magica».
Ci vuole quella atmosfera per battere il Torino?
«Penso che anche con il Torino possiamo ritrovare quelle sensazioni. Ma ci vogliono cuore, passione e idee. Quando insegui un sogno la strada non è mai in discesa, trovi sempre qualche difficoltà, l´importante è non arrendersi e andare avanti. Quello che conta è non abbandonare mai la strada, e noi siamo ancora lì».
La crescita di Montolivo è evidente.
«È un problema di occhio, di come si guardano le partite. A Udine abbiamo perso e tutti hanno detto che ci è mancato Montolivo, contro la Roma abbiamo vinto e la sua prestazione è stata analizzata, appunto, con un occhio diverso. Sabato sera Riccardo ha fatto una prestazione lineare, come deve fare, aggiungendo anche un po´ di qualità».
Però abbiamo anche detto che quella con la Roma è stata la vittoria del gruppo...
«Esatto. Quando si lavora da squadra molte difficoltà si superano. Ci vuole questo atteggiamento fino alla fine. Solo se si è disposti a fare una corsa in più per il compagno, ad aiutarlo quando sbaglia possiamo gestire anche i momenti difficili, altrimenti tutto si complica».
Fisicamente la squadra come sta?
«Questa settimana abbiamo lavorato molto, stiamo bene. E penso anche che siamo pronti ad affrontare la partita con il Torino».
Gioca Kuzmanovic?
«A centrocampo c´è Kuz. L´unico dubbio è Vargas, che ha un problema al ginocchio, però dovrebbe farcela. L´alternativa è Gobbi».
Parliamo di Jovetic. In futuro, magari fra qualche anno, può essere il successore di Mutu?
«Sì, ma l´idea può essere anche di farli giocare insieme. Un allenatore deve sfruttare potenzialità così importanti».
C´è qualcosa che non le è piaciuto contro la Roma, un errore da evitare?
«In certe situazioni la troppa voglia di recuperare un pallone ci ha fatto perdere equilibrio. Ma a me va bene anche così, preferisco una squadra che ci prova sempre, anche se corre qualche rischio».
Che partita sarà quella con il Torino?
«Dovremo cercare di manovrare, anche se il nostro pubblico non è pronto a questo tipo di gioco. Ma dobbiamo crescere anche da questo punto di vista. Ci sono situazioni in cui è indispensabile manovrare per arrivare in porta. Con il Torino sarà così».
Una partita di attesa.
«No, però non dovremo nemmeno avere l´assillo di cercare con troppa foga la profondità. Dovremo ragionare, studiare gli avversari e trovare la soluzione migliore. Magari facendo circolare molto il pallone e spostando velocemente l´azione da una fascia all´altra».
Pazienza, dunque.
«E idee. L´ho detto, non si vince senza le idee».
Dica la verità, lei non è del tutto soddisfatto.
«Sono molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto in questi anni, però da un punto di vista professionale devo cercare di ottenere sempre qualcosa in più. Io non mi accontento».
Giuseppe Calabrese - La Repubblica