De Biasi sulla polveriera: De Biasi: "Cairo sta dalla mia parte"
Gianni De Biasi sta seduto su una bomba pronta a esplodere. Non gli piace che glielo facciano notare dalla sconfitta nel derby con sempre maggior insistenza, ma almeno fino a quando De Marco non fischierà la fine dovrà rassegnarsi: la sua è una posizione di grande pericolo. La De Biasi night andrà in scena nel piccolo Olimpico torinese dove stasera il Torino proverà a tornare alla vittoria a distanza di quasi due mesi e a ritrovare il gol dopo 271 minuti.
Situazione molto delicata, società molto presente. Il tecnico non è solo. Ieri a dimostrare questa compattezza assoluta, De Biasi è stato scortato fino al container-sala stampa dal ds Pederzoli e dall’avvocato Trombetta, consulente della società con grande influenza su Cairo. Come dire: siamo tutti con lui. Mancava proprio il presidente che si è unito alla squadra nel ritiro di Leinì. De Biasi è apparso caricatissimo, per nulla rassegnato a farsi liquidare dopo quattro sconfitte consecutive. Può essere la reazione d’orgoglio di chi fiuta il pericolo e vuol dimostrare di non temere nulla andando all’attacco.
Probabilmente, se Cairo manterrà fede alle promesse, GDB non rischia davvero niente e stasera avrà in ogni caso la sua rivincita contro i gufi che volteggiano da giorni. Credere ancora in lui sarebbe anche la soluzione migliore per non ripartire da zero. Ma l’ombra di Novellino incombe sempre più vicina, Monzon è pronto da giorni alla staffetta. Intanto l’uomo è sempre a metà del guado. «Quel gol maledetto» di Amauri, impreca GDB. Ma contando anche le 14 opportunità (contro le 5 degli avversari) non concretizzate contro il Cagliari, la squadra che ha sancito per prima la crisi. De Biasi ieri ha insistitito proprio sugli sprechi. Sbandierando un foglio su cui aveva personalmente tracciato il cammino dei suoi attaccanti, ha comunicato: «Abbiamo avuto fino al derby 88 opportunità da gol contro le 75 degli avversari. Le occasioni vere sono state 36 contro 31. La media in A è del 33,3% di occasioni. Quindi siamo bassi e dobbiamo fare qualcosa».
Lo stesso foglio è poi finito negli spogliatoi, dove De Biasi ha riciclato alla squadra le sue statistiche. I numeri non mentono mai e inchiodano il Toro. Tuttavia il tecnico continua a essere ottimista: «Se arrivasse un marziano e vedesse l’intensità con cui giochiamo, penserebbe che puntiamo allo scudetto. Io ne ho passate tante da ogni parte in cui sono stato e dico che che ci vuole pazienza. Non alleno una squadra di brocchi allo sbando, ma di gente che vuole reagire. Basta vedere l’intensità con cui si allenano. Se uno non crede nell’allenatore non si comporta così».
Una difesa convinta, una lucida analisi da parte di uno che non si sente affatto sull’orlo del precipizio. De Biasi sarebbe sorpreso se stasera o domattina dovesse ricevere la telefonata di Cairo: «Ho ottimi rapporti con la proprietà, la scorsa estate mi sono schierato con la società quando il mercato sembrava immobile. Ci voleva solo tempo, proprio come oggi. Condividiamo un progetto, ho un contratto biennale proprio per dare continuità al nostro lavoro. Ma non ho chiesto garanzie al momento della firma». Intanto conquistare tre punti contro l’Atalanta che domenica ha messo in difficoltà il Milan, diventa un passaggio vitale. Per vivere tranquilli, non soltanto per evitare l’eventuale esonero. E durante la pausa natalizia un’idea: «Gli altri vanno a Dubai. A noi farebbe bene una visita a Lourdes o a Fatima».
Fabio Vergnano