Ceravolo sul momento del calcio italiano

18.03.2011 18:33 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: di Raffaella Bon per TMW

 Vista l'incombenza del mercato anche per quanto concerne i direttori sportivi ed il delicato momento del nostro calcio, abbiamo interpellato in esclusiva Franco Ceravolo: uno dei più illustri rappresentati della categoria nel panorama nazionale.

E' iniziato anche il mercato dei direttori sportivi. Che novità ci sono per lei?
"In questo momento non c'è niente di preciso, mi sto documentando, sto vedendo le partite sia all'estero che in Italia. Anche perchè il nostro lavoro è in continua evoluzione, quindi è giusto continuare a studiare ed aggiornarsi: spero di rientrare presto chiaramente se ci sono i giusti presupposti di un progetto serio. Bisogna essere sempre presenti e documentati quindi seguo dai dilettanti alla Champions".

Ieri per la Coppa Italia Primavera si è vista una bella partita: chi consigli?
"Io non mi permetto di fare il consulente, dico solo che ci sono giovani interessanti nelle giovanili di Fiorentina, Genoa, Inter, ma servono regole ben precise. A mio giudizio è necessario abbassare il limite di età, a 21 anni bisogna che i ragazzi siano già in qualche squadra a fare esperienza e non che continuino a giocare con i giovani, altrimenti non matureranno mai. Servono giocatori che non superino i 20 anni di età, almeno 4 per rosa".

Il calcio italiano è davvero in crisi?
"Il calcio italiano ha vinto tanto, ma effettivamente si sta attraversando un momento delicato in cui manca un ricambio generazionale, del resto è la ovvia conseguenza di aver puntato solo sugli stranieri:le rose ora sono prive di campioni. Inoltre la crisi economica che stiamo attraversando ha coinvolto anche il calcio. Bisogna cercare di dare più spazio al settore giovanile. Inoltre serve che si avvicinino i tifosi allo stadio, in questo ultimo periodo c'è stato un calo vertiginoso in alcuni campi di serie inferiori sembra che addirittura si giochi a porte chiuse, uno spettacolo veramente deprimente. Il calcio è la nostra cultura ed è divertimento, spero che possiamo arrivare ai livelli dell'Inghilterra, spero che chi ci rappresenta possa fare di tutto per avvicinare di nuovo le persone al calcio. Ma per questo servono gli stadi di proprietà. In questo la Juventus è il modello da seguire".