Cairo: "Colpa mia". Ma paga Camolese
Stavolta il Titanic è affondato definitivamente, l´orchestrina non suona più e intorno al Toro domina un silenzio assordante. E se Rosina esce in lacrime dal campo, ad assumersi le responsabilità è Urbano Cairo, dopo quasi due ore di riflessione nel giornata più amara da quando si è lanciato nel calcio. Il presidente, alla prima retrocessione della carriera, si presenta ai taccuini con il gessato blu e la cravatta blu e rossa che gli avevano portato fortuna in serie B come nelle prime due stagioni di A salvate per un capello.
Stavolta no, stavolta non c´è proprio stato nulla da fare. «Le responsabilità me le prendo io - dice Cairo che cerca di dissimulare la delusione - . Mi assumo tutte le colpe di una stagione disgraziata. Da presidente ho fatto le scelte ed evidentemente sono state scelte sbagliate. Non voglio fare altre polemiche, non voglio addossare colpe a questo o quello (riferimento velato ai primi due allenatori della stagione, ndr) e comunque le conseguenze me le addosso anche dal punto di vista economico, visto che si tratta di conseguenze pesanti, con una riduzione del fatturato del 60%. Ma io in questi anni di A non mi sono divertito; voglio raddoppiare il mio impegno: faremo gli investimenti giusti per giocarci la B alla grande, per vincere e per tornare subito in A. E la gente tornerà ad innamorarsi del Toro».
Prende fiato, stringe una mano di conforto, poi continua: «E´ un momento difficile, mi fa male, molto male ma il campo ha detto questo. E quindi stop alle polemiche e pensiamo al futuro: dobbiamo far bene il prossimo anno». Punto fermo della prossima stagione è il diesse Rino Foschi, non Camolese: «Foschi è il mio punto di riferimento: in settimana ci parleremo per prendere le decisioni giuste». Di tutt´altro tenore le parole sull´allenatore: «Ho sempre detto che Camolese sarebbe stato in pole in A, ma evidentemente non ci siamo salvati. Ci vedremo, ci mancherebbe, ma voglio ragionare a tutto campo. Vediamo quindi quali saranno le possibilità, Camolese incluso». L´impressione è che le chance di Camola siano crollate, in percentuale non più di un 10%, anche se spesso le scelte di Cairo sono state sorprendenti. Favorito per la panchina del prossimo anno rimane Colantuono, mentre Reja è l´outsider che desterebbe tante perplessità. Dove è retrocesso il Toro? «Abbiamo buttato via tante occasioni - dice Cairo - come contro il Bologna a 5 minuti dalla fine, e contro il Genoa allo scadere. Non soltanto lì, ma le ultime due le più fresche e le più vive: se vincevi la prima o pareggiavi la seconda ti salvavi». Delusissimo anche Foschi: «Vedo il film stagione per capire. L´unica cosa che posso dire è che retrocediamo a testa alta: abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità, ma nello sport si può vincere o perdere». Tocca a Camolese: «E´ una doppia delusione, da allenatore e da tifoso. Per me è un momento particolarmente difficile, ma non voglio dire cose fuori luogo. Quindi soffro in silenzio, stempero la delusione, poi parlerò con il presidente e vedremo». Ha la faccia della sofferenza, ma evita le sparate: «Voglio prima parlare con il presidente, poi dirò la mia. Ho le idee molto chiare; conta il parere del presidente, poi di cose da dire ne ho molte». Nonostante tutto, nonostante senta puzza di bruciato, Camolese ringrazia Cairo, poi esprime il suo desiderio: «Ho tanta voglia di rivincita. Magari programmando con la società e gestendo la situazione dall´inizio». La forza del Toro? «Sono e restano i tifosi. Sono un grandissimo patrimonio, che anche stavolta permetterà al Toro di rialzare la testa. A patto di far tesoro degli errori commessi». Episodi da cancellare? «Se potessi cancellerei la rissa di Genova: quella non appartiene al dna del Toro».
Fabrizio Turco