Amoruso: «Toro, rieccomi! Bianchi? Fidatevi»
Amoruso, il Toro non vince in trasferta da più di sei mesi: un po’ troppo, non le pare? «Sì, soprattutto ripensando a quante occasioni abbiamo già sciupato. Da Siena non basterà tornare con gli applausi, vogliamo i punti».
Giocando con la stessa intensità della ripresa contro il Milan sarebbe quasi impossibile non fare risultato... «Mai dire mai. Il problema più grande è questo: la gestione delle partite una volta passati in vantaggio. Anziché abbassare inconsciamente la guardia dobbiamo moltiplicare la nostra cattiveria agonistica ».
Ve ne rendete conto di quanto poco basti al Toro per riscaldare l’entusiasmo dei tifosi? Un pareggio col Milan è stato catalogato alla voce: impresa. «Questa è una piazza speciale, unica. La gente del Toro passa magari dall’esaltazione alla depressione e il barometro sono i nostri risultati. Per noi è fondamentale avere l’apporto del nostro pubblico, sentiamo sempre la loro vicinanza».
Curiosità a margine. Lei è uno dei pochi Centenari del Gol, in Italia, che non ha mai ricevuto una convocazione in Nazionale. S’è chiesto perché? «Sì, e mi sono dato anche una risposta. Da quando sono andato via dalla Juve ho sempre giocato in squadre che lottavano per la salvezza: logico che la visibilità fosse inferiore. Anche quando realizzavo 17 gol nella Reggina, contribuendo a una salvezza miracolosa, vista la penalizzazione iniziale».
Lei conosce come nessuno Bianchi. Come sta, come lo vede? «Rolando sinora ha giocato meno di quanto probabilmente lui si aspettasse, e in cuor suo, pertanto, può anche non essere felicissimo. Però si allena bene, con la determinazione e la concentrazione che gli ho sempre visto: ha una grande voglia di riproporsi ad alti livelli. Io scommetto su di lui, e la penso come Corini: Bianchi resta un grandissimo investimento del Toro, e farà bene anche in questa stagione».