Sereni: “Sapevo di non essere un mostro, ma è difficile parare l’ingiustizia”
Matteo Sereni, l’ex portiere del Toro, era stato denunciato per presunti abusi sui figli avuti nel primo matrimonio e realizzazione e vendita di filmati a sfondo pornografico ed è stato definitivamente scagionato. In un’intervista rilasciata a La Stampa Sereni ha raccontato l’incubo che ha vissuto. Il tribunale di Torino prima, quello di Cagliari poi, hanno archiviato tutte le accuse ritenendole infondate. La sua partita giudiziaria è durata undici anni. È finita con una vittoria. Ma, dice, «porto cicatrici che dubito si possano rimarginare». “Emotivamente pensavo di essere più forte- ha raccontato Sereni -, ma è stato un calvario. Ho ricevuto accuse infamanti: ho avuto un’ernia e protusioni cervicali. Grazie alle persone che mi hanno voluto bene, ho portato questa vicenda sulle spalle. Devo tanto a mia madre e alla mia compagna”. E alla domanda se sogna di tornare al mondo del calcio ha risposto: “Non so se è il momento di rimettersi in gioco, non so se ne ho voglia. Purtroppo sono passati tanti anni. Forse oggi, per me, è un po' tardi. Avrei voluto proseguire la mia carriera, fare alcune cose. Diventare, magari, allenatore dei portieri”. Sul rapporto con i figli del primo matrimonio ha detto: “Ho tanto amore da dare”.