Che fine ha fatto Lentini? Si è dato al biliardo

12.12.2010 16:32 di  Marina Beccuti   vedi letture
Che fine ha fatto Lentini? Si è dato al biliardo
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© foto di Federico De Luca

Continua la carellata di ex campioni di calcio che ora hanno una nuova mansione, la scorsa settimana Sky ha riscoperto Cois, in questa è andato alla ricerca di Gigi Lentini, il ragazzo d'oro dell'ultimo Torino da vertice. Il passaggio al Milan, l'incidente e la progressiva perdita di identità calcistica, anche se al Toro c'è tornato perchè per lui è un amore che ha dentro fin da piccolo. Dopo aver giocato nei campi minori ha finito la sua carriera nella Nicese, squadra di Nizza Monferrato, ora ha voluto cambiare sport è si è dato al biliardo. Nella sua Carmagnola ha aperto proprio un locale come racconta a Sky: "Ho sempre avuto, sin da bambino, questa passione, così quando c’è stata la possibilità insieme ad altri amici di aprire una sala da biliardo non mi sono tirato indietro, siamo un bel gruppo, andiamo a giocare in giro e ci divertiamo. E’ una passione che mi ha trasmesso mio padre, quando veniva a prendermi, dopo gli allenamenti, si fermava sempre al bar per una partita. A Milanello giocavamo sempre con Boban, Maldini, Sebastiano Rossi e Albertini, lì comunque ero uno dei più bravi”. Il locale si chiama "Green Card" ed il logo ha come sfondo il granata, per non smentirsi mai.

Dell’incidente Lentini ricorda: "Non ho subito danni fisici, il mio è stato un danno alla testa, per fortuna già non ero normale prima (scherza, ndr)…però a livello di riflessi e di attenzione ha influito molto, ho perso tanto tempo e di conseguenza sono calate anche le motivazioni”. Il ragazzo dal dribbling travolgente, che metteva in confusione l'avversario, sul finire della carriera, ha scelto un calcio più ruspante: "Mi sono accontentato di un calcio minore. A volte penso a come sarebbe potuta andare, ma poi mi rispondo, alla fine sto bene e devo essere contento così”. Lentini, il sogno di un "ragazzaccio" perbene, il quale non ha saputo sfruttare in pieno il suo momento magico, perchè lui stesso era magia con il pallone tra i piedi.