Sollier: "Torino? Pensare da ultimi per arrivare primi"
Si parla tanto di mercato in questo periodo che il rettangolo di gioco ci appare molto lontano, ma c’è chi fa ancora del calcio un divertimento allo stato puro. E’ il caso del torinese Paolo Sollier (ex giocatore del Perugia, poi allenatore e scrittore) che allena la squadra di scrittori che si fa chiamare Osvaldo Soriano, per onorare il calciatore e scrittore argentino che prima con il pallone e poi con la penna ha fatto sognare questo sport ad occhi aperti.
Sollier racconta la sua ultima fatica: “Siamo stati in Ungheria a metà giugno, a giocare contro una squadra di scrittori ungheresi, siamo andati fino al lago Balaton su un pulmino. E’ stato un viaggio massacrante, ma ci siamo divertiti molto. In fondo noi giochiamo per questo, perché i miei giocatori fanno altro nella vita”. Il risultato è finito 3-3 in rimonta per l’Osvaldo Soriano che vede tra l’altro tra le sue fila gente come Baricco, Carlo Grande, Marco Mathieu, Gianluca Favetto, molti dei quali sono tifosi granata.
Parliamo del Torino, ce la potrà fare a tornare subito in A?
In B è dura, bisogna essere umili, pensare da ultimi per arrivare primi. Occhio anche ai troppi doppioni in squadra, ma la cosa più importante è dare fiducia all'allenatore e non sottovalutare mai la Serie B”.
Fontana al Novara, una giusta scelta?
Direi di sì, giusto per lui rimettersi in gioco e poi il Novara è una società ben gestita, hanno un bel centro sportivo, la proprietà sta bene economicamente, sono seri e ben intenzionati a fare bene. Ottima scelta senza dubbio. Sono contento per Alberto, ho avuto modo di conoscerlo e mi ha fatto un'ottima impressione.
Lei è stato compagno e amico di Novellino, sfortunato a Torino?
Prima non aveva mai fallito un obiettivo, può capitare in carriera. Ora si rimette in gioco alla Reggina dove credo farà bene veramente e se lo merita, perché rimane uno dei migliori allenatori che abbiamo in Italia.
Dando un'occhiata alla serie A, crede che potranno fare bene gli inesperti Ferrara e Leonardo?
Io credo in loro, anche Sacchi non aveva mai allenato una big e invece non solo ha fatto bene, ma ha portato cose innovative. Guardiola ne è un esempio attuale.
Sembra che in Italia i grandi campioni non vengano più e chi c'era se n'è andato, come Kakà. Che ne pensa?
Per me non è poi così male, si può dare più spazio ai nostri giocatori.