ESCLUSIVA TG - Sabato: "Il Toro per arrivare decimo non deve comprare chissà chi"
Antonio Sabato è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Sabato ha indossato la maglia granata dal 1985 all’89, attualmente è opinionista per la trasmissione Diretta Stadio in onda sull’emittente 7 Gold. Con lui abbiamo parlato della sua ex squadra.
La salvezza rende la stagione positiva, ma per i tifosi adesso si apre un periodo di apprensione dovuto al mercato. Bianchi non sarà più un giocatore del Torino e ci sono voci insistenti sui possibili addii di Ogbonna e Cerci. In più Ventura aveva detto che il Torino per il futuro punta alla parte sinistra della classifica. Lei come vede tutto questo scenario?
“E’ indubbiamente un fatto positivo che la squadra si sia salvata, perché negli ultimi anni c’è stato più di un sali-scendi fra serie A e B e di questa permanenza nella massima divisione i tifosi devono essere contenti. Per quel che riguarda il calciomercato e le eventuali cessioni si vedrà cosa accadrà, ma è assolutamente importante, secondo me, che l’allenatore sia confermato poiché ha le idee chiare. Il mister è la base dalla quale partire, perché se si dovesse mai cambiarlo vorrebbe dire che anche il modo di giocare sarebbe un altro e di conseguenza ci vorrebbero altre tipologie di giocatori, mentre se lui rimane ci sono delle certezze e delle fondamenta. Con i giocatori che saranno ceduti si farà cassa e quindi potranno essere rimpiazzati da altri e i sostituti saranno cercati tenendo conto delle caratteristiche di chi c’era e del modo di impostare il gioco dell’allenatore. Purtroppo le finanze sono limitate, ma questo non è solo un problema del Torino riguarda tutte le società e quindi se bisognerà sacrificare Ogbonna e Cerci lo si farà, non deve essere un problema. La crisi finanziaria colpisce tutte le società e in particolare modo le medio-piccole che si ritrovano a dover cedere i giocatori migliori e a scovare dei sostituti degni di chi è andato via”.
Ventura nelle ultime quattro gare ha cambiato il modulo, questo vuol dire che il prossimo anno vedremo un Torino diverso?
“Nella visione del gioco di Ventura gli esterni devono fare un gran lavoro e profondere molte energie poiché devono spingere per rendere la squadra più offensiva e tornare indietro in copertura quando gli avversari impostano, quindi fanno un continuo su e giù. Di conseguenza in squadra ci devono essere quattro esterni veramente tosti e ad un certo punto Ventura ha capito che gli esterni non potevano dargli più di tanto ed è per questo che ha cercato di creare maggiore protezione al centro del campo. Con un gioco così dispendioso se si riescono a trovare delle valide alternative ai vari Cerci, Santana e agli altri allora il suo 4-2-4 può ancora funzionare altrimenti diventa un problema e bisogna cambiare modulo”.
Il diciassette di febbraio, dopo la gara con l’Atalanta, al Torino mancavano otto punti alla salvezza rappresentata dai famosi quaranta e ci sono volute ben dodici partite, fino a quella con il Chievo, per avere la certezza della permanenza in A. Tenendo pur conto che i granata hanno dovuto affrontare anche squadre molto forti si ha l’impressione che hanno faticato un po’ troppo per raggiungere l’obiettivo. Lei cosa ne pensa?
“Ho visto le partite e in alcune ci sono stati degli episodi che hanno penalizzato il Torino, alle volte avrebbe potuto pareggiare e ha perso e altre ha pareggiato e poteva vincere. A parte i risultati, la qualità del gioco non è quasi mai mancata, quindi il discorso non va ridotto ai soli punti e infatti in più di un’occasione ci sono state dichiarazioni che dicevano che il Toro ha giocato bene, ma è stato sfortunato per quel che riguardava il risultato e questo è accaduto anche nell’ultimo periodo, di conseguenza i punti non conquistati assumono un valore differente e non si può non tenerne conto”.
La possibilità di puntare ad arrivare nella parte sinistra della classifica dipenderà in massima parte dal mercato? Si cede qualcuno per fare cassa e si aggiunge qualche altro e l’obiettivo è alla portata?
“Ma certo, secondo me non bisogna cambiare molto nel senso che se si devono vendere Ogbonna e Cerci lo si farà e poi trovati i sostituti, soprattutto gli esterni e uno o due difensori centrali, l’ossatura c’è. Per arrivare al decimo posto c’è bisogno di una buona organizzazione e di non cambiare ogni anno impianto di gioco, altrimenti sì che diventa un problema. Come dicevo prima, Ventura ha le idee chiare e bisogna lasciarlo lavorare in modo che possa mettere mano dove occorre, per puntare al decimo posto non è necessario comprare fior fiore di giocatori, basta prenderne di buoni che sappiano capire come devono agire nel sistema di gioco di Ventura”.
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