ESCLUSIVA TG – Ferrarese: “Reputo il momento del Torino molto buono e importante”
Claudio Ferrarese è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Ferrarese è un giocatore del Trento, ma ha militato nel Torino nella stagione 2006-2007. Con lui abbiamo parlato del Torino di Mihajlovic e delle ambizioni della squadra.
A praticamente un terzo della stagione che giudizio si può formulare sul Torino che occupa il settimo posto in campionato ed ha un attacco molto prolifico e una difesa che non è ancora riuscita a convincere del tutto?
“Il Torino sta esprimendo un buon calcio e, infatti, è settimo in classifica ed ha un allenatore che incalza perfettamente lo spirito Toro, la società che c’è alle spalle è importante, in rosa ci sono giocatori di alto livello che giocano nelle rispettive nazionali e ha un attacco straordinario, forse l’unica pecca, come dice anche Mihajlovic, è che subisce qualche gol con troppa facilità. Penso che quando si subiscono uno o due gol, ma se ne segnano tre o quattro, va abbastanza bene e diciamo che si fa un calcio spettacolo, anche se si vuole sempre subire meno reti perché dà la sensazione di essere più squadra, però, credetemi il Torino prende questi gol perché produce veramente una grande mole di gioco in attacco, quindi, magari, concede qualche cosa in più dietro. Ci sta, ci sta e in generale i problemi sono altri e reputo il momento del Torino molto buono e importante. Quando si vincono le partite nella maniera come fa il Torino anche se si prende qualche gol in più ben venga perché i granata stanno esprimendo un bel gioco e ho notato lo spirito che hanno gli attaccanti: una cattiveria nel fare gol che è pazzesca. Al Torino non c’è nulla da dire, bisogna solo fare i complimenti alla squadra, che tra l’altro è anche abbastanza giovane, quindi ci sta anche che subisca qualche gol di più”.
Chi finora l’ha impressionata di più?
“Belotti che però non è una sorpresa, ma una conferma. E’ un giocatore pazzesco, straordinario, ha una cattiveria agonistica incredibile e mi sta dando delle soddisfazioni pazzesche e non riesco a dimenticare il gol che ha fatto all’Inter e con quale “cattiveria” ha scaraventato la palla in rete, veramente devastante. Ci sono anche tanti altri giocatori che stanno facendo benissimo da Baselli a Ljajic, a Zappacosta, ma in generale tutti, forse questi stanno facendo parlare un po’ più di loro. Il Torino è al centro dei discorsi di calcio perché sta facendo tanto con una squadra giovane”.
Mihajlovic dalla prima conferenza stampa ha indicato un percorso preciso che porta all’Europa. Il campionato italiano finora ha evidenziato che molte squadre fra quelle di vertice hanno alti e bassi e i posti utili sono limitati, quindi il Torino quante chance ha di raggiungere l’obiettivo?
“Ne ha tantissime, perché mi permetto di dire che il livello del campionato di Serie A si è abbassato molto negli ultimi anni e, infatti, sono tante le squadre cosiddette piccole che vincono con le grandi, una volta succedeva raramente. Il calcio è cambiato e si sono abbassati i valori e le squadre che sono organizzate, che hanno giovani forti e una società strutturata e presente alle spalle fanno la differenza e il Torino e l’Atalanta sono due esempi in tal senso. Le società che lavorano bene e programmano riescono a fare cose molto importanti, anche se non sono fra quelle che dispongono di grandi capitali. Il Torino ha grandissime chance di arrivare in Europa”.
L’attacco forte il Torino ce l’ha, ma il settimo posto non basta per l’Europa League, se la difesa migliorasse basterebbe per centrare l’obiettivo oppure ci vuole anche dell’altro?
“Sicuramente serve prendere qualche gol in meno perché una volta che gli attaccanti dovessero segnare meno reti, come capita durante una stagione, può andare bene l’uno a zero per portare a casa i tre punti, disputando una partita con meno occasioni, ma più concreta. Ci vuole che non capitino troppi infortuni e serve anche un po’ di fortuna. Sicuramente ci vogliono una serie di cose per raggiungere l’obiettivo, ma penso che il Torino, come anche l’Atalanta di cui si parlava prima, può arrivare in Europa perché in questo campionato non è detto che squadre potenzialmente più forti si piazzino davanti poiché magari hanno minore organizzazione e programmazione. In Torino e Atalanta vedo qualche cosa di speciale, poi si sa che non è facile, però, le premesse sono buone siamo a un terzo del campionato e i valori stanno iniziando a emergere”.
Cambiando argomento e parlando di lei, sta continuando a giocare a trentotto anni quindi del calcio non si è stancato, anzi?
“Non mi sono stancato, ma credo che questa sarà l’ultima stagione e poi mi piacerebbe lavorare in società. Il Trento è una società nuova, ma ambiziosa e nel giro di qualche anno arriverà sicuramente in Lega Pro”.
Allenerà oppure farà il dirigente?
“Non allenerò, ma vorrei fare il dirigente. Spero di riuscirci, so che non sarà facile perché la strada è bella tortuosa, ma cercherò di mettere la mia esperienza al servizio di una società che oggi è ancora dilettantistica e potrebbe in futuro crescere”.