Visto dalla curva, al peggio non c'è mai fine

14.12.2009 18:42 di  Marina Beccuti   vedi letture
Visto dalla curva, al peggio non c'è mai fine
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© foto di Federico De Luca

Elvis Bogetti

 

Un silenzio come quello sentito nei primi quindici minuti della partita Torino – Sassuolo, non l’ho mai sentito neanche in quelle tristi occasioni di commemorazione di qualche defunto.

E in effetti un defunto si è visto: il Toro. Il vecchio cuore granata ha smesso di battere.

Quando alla fine di una partita giocata senza convinzione, in cui ti negano un rigore grande come una casa che è stato visto anche da un signore anziano mezzo assiderato e con problemi di vista vicino a me in curva, prendi un gol in fuorigioco e non ti lamenti neanche, questo significa che non si è più vivi.

Beretta avrà molto da lavorare.

Cairo dovrà cercare in se stesso la convinzione di continuare a essere il Presidente della squadra che ha acquistato 5 anni fa.

I giocatori dovranno ripartire da zero e resettare il cervello per trovare le motivazioni per ricominciare a correre.

… e i tifosi? Beh , sinceramente, il mio pensiero personale , mi porta a dire che difficilmente il prossimo anno rinnoverò l’abbonamento. Continuerò a seguire da casa il mio Toro, perché non ci riesco e non me la sento di abbandonarlo, ma lo guarderò da casa, al caldo, senza passare ore al freddo, senza pagare due abbonamenti (uno allo stadio e uno a Dalia, o Mediaset, o altro), soffrendo tra le mura di casa. Purtroppo se i giocatori sono demotivati, i tifosi sono afflitti. Ormai, abbiamo bisogno di un periodo di riposo del tifo, perché gli animi sono troppo caldi, e dobbiamo sbollire. La situazione è critica.

Secondo me non tutto è perduto, perché il campionato è ancora lungo, ma deve esserci una svolta, altrimenti il prossimo anno l’unico derby che faremo sarà Torino – Novara.