Ventura: "Mi preoccupa il Crotone perché è una buona squadra"
L’allenatore del Torino nella consueta conferenza stampa pre partita è apparso teso e con il volto tirato, anche se in taluni momenti ha cercato di sdrammatizzare con delle battute, forse perché sa che la gara con il Crotone può essere cruciale in questo rush finale. “Abbiamo una piccola emergenza in difesa: Pratali e Di Cesare non stanno benissimo, Valerio sta lavorando per vedere se sarà a disposizione per la partita con il Livorno, non ha un problema muscolare, ma di condizione generale e altri sono un po’ acciaccati. Glik fa parte degli acciaccati, ma cerchiamo di recuperarlo. Anche Stevanovic non è stato convocato per gli stessi problemi di Di Cesare, poi ci sono delle motivazioni differenti per le quali ognuno di loro è in difficoltà. De Feudis non è convocato perché di lui avrò bisogno nelle prossime partite e l’ho messo nello stesso gruppo di Stevanovic, Di Cesare e perché no di Suciu e cerchiamo di allenarli per fargli avere la miglior condizione. Arrivati a questo punto del campionato ci può stare e dobbiamo accettarlo, ci sono altri giocatori che aspettano l’opportunità di giocare, quindi speriamo che abbiano dentro la voglia e la rabbia di dare un contributo”.
“Vedrò se con il Crotone schiererò il 4-2-4 o il 4-3-3, perché tutto sommato giocando con i tre a centrocampo si ha un po’ più di copertura. Incontriamo una squadra che è andata a vincere a Padova, che ha battuto la Sampdoria, che ha fatto tre gol al Verona; il Crotone ha un suo modo di stare in campo e gioca con la gioia di giocare quindi sarà una partita in assoluto fra quelle più difficili perché se si sbaglierà si pagherà. Mancando Stevanovic e Surraco tutti gli esterni che abbiamo possono giocare a destra Verdi, Oduamadi e Pasquato, anche se non è il suo ruolo, ma in caso di necessità può essere schierato in quella posizione”.
“Spero che sia la partita del Torino, ma sono un po’ preoccupato obiettivamente perché temo il Crotone, nel senso buono della parola, in quando è una squadra che gioca senza ansia, in libertà e ha fatto tre gol al Verona con grande naturalezza. Noi dobbiamo pensare a giocare e a fare del nostro meglio. Questo può essere un week end importante o importantissimo se noi vinciamo e tutte le altre perdono, ma queste sono chiacchiere, si deve vivere alla giornata. Con la Reggina non sono stati i quarantacinque minuti giocati a contare, ma erano i tre punti in palio l’importante e che pesavano, se sbagliavamo l’approccio rischiavamo di non ottenerli, quindi è evidente che c’è stato un consumo di energie nervose e non certamente fisiche”.
“Quando dico che sono preoccupato lo dico per tutto sia per le peculiarità del Crotone sia per la stanchezza “mentale” del Torino. La strada è ancora lunga e piena d’insidie ed è in salita perché abbiamo degli scontri diretti, quindi in assoluto dobbiamo affrontare un discorso alla volta, ma in questo contesto poiché siamo a un mese dalla fine del campionato significa che le finestre sono aperte e bisogna cercare di aspirare e sentire il profumo di quello che potrebbe essere e alle volte le energie si debbono trovare anche nelle sensazioni e nella ricerca delle emozioni, nel sapere che puoi o che potresti. Sono preoccupato perché incontriamo una buona squadra, questo sì, ha una buona organizzazione e gioca in gran serenità, se una cosa non gli riesce la rifanno”.
“L’approccio che abbiamo avuto con la Reggina è stato diverso da quello che avevamo avuto con l’Empoli e in queste partite se si ha l’approccio di Empoli non si ha nessuna possibilità di fare un solo punto, mentre con l’approccio che abbiamo avuto con la Reggina si ha invece la possibilità, pur cambiano modulo, modo di giocare e uomini, di essere una squadra che vuole”.
“Non è bizzarro che si passi dal 4-2-4 al 4-3-3, all’inizio gli esterni erano Verdi e Guberti e dopo un mese li abbiamo persi per quasi tutto il campionato, questa è la prima considerazione; la seconda è che Stevanovic, che ha fatto benissimo nella prima parte del campionato, adesso sta incontrando delle difficoltà e ha bisogno di recuperare e quindi si assottiglia sempre di più il numero degli esterni a disposizione e soprattutto ci sono delle partite dove occorre la sostanza più che la pura e semplice tecnica e di conseguenza le scelte a volte vanno fatte anche in base a quelle che sono le difficoltà della partita. Abbiamo fatto un errore madornale contro il Verona, pensando che avremmo trovato la stessa squadra dell’andata, ma non lo era perché era più tonica e forse ho peccato di sufficienza in quel frangente. Di partita in partita bisogna fare delle riflessioni in base a quello che serve di più. Ci sono delle squadre che ti permettono di giocare in una maniera e delle altre che se stessimo benissimo e fossimo a inizio campionato ti permetterebbero di giocare con un certo modulo, ma che arrivati a questo punto obbligano a stare un po’ più attenti”.
“La mia vita la passo a smentire quello che dicono gli altri, avrebbe una logica se smentissi quello che dico io. A novembre si diceva che era il mese più drammatico della vita di Ventura, poi è diventato quello di gennaio, ad aprile le squadre di Ventura non vincono mai, ora vorrei che si segnasse fra il trentacinquesimo e il quarantaduesimo che è il periodo dove realizziamo meno gol (ride, ndr) così smentisco anche questo fatto. Chi legge o vede queste interviste si porrà la domanda se io ci faccio o ci sono: stiamo scherzando (risate generali, ndr), lo dico per rassicurare la gente”.
“A Torino credo che le partite si debbano vincere prima di tutto nello spogliatoio, non solo quella di domani, ma in generale come anche accade un po’ dappertutto e a chi mi chiede se a Torino o nel Torino rispondo che vale per entrambe le opzioni, che ci stanno bene”.
“La serie B di quest’anno è una fucina di grandi giocatori giovani, al di là dei soliti Immobile e Insigne, c’è Sansone del Sassuolo, Florenzi del Crotone e tre o quattro portieri di grandissimo futuro perché dotati di grandi qualità e che oltretutto hanno anche la verginità nel senso che hanno voglia di fare e di arrivare. Questi sono i giocatori più “pericolosi” perché hanno tutto per diventare. Da un lato domani avremo un problema noi che affronteremo Florenzi, ma dall’altro in generale molti di questi ragazzi li troveremo l’anno prossimo in serie A. I giovani che abbiamo al Torino sono dei novantadue e sono al primo anno di B e bisogna dargli la possibilità di incamerare e di maturare perché non fanno solo la serie B, ma la disputano in una squadra che ha l’obbligo di vincere, non è la stessa cosa”.
“Rigore è una parola che ho già sentito, effettivamente è bizzarro che la squadra in testa alla classifica dalla prima di campionato abbia avuto un solo rigore a favore. Però in realtà a pensarci bene qualche rigore ci sarebbe stato, ne ricordo alcuni anche abbastanza clamorosi. Questa è un’annata strana dove dobbiamo fare sei partite in venti giorni perché è successo di tutto, quindi ci può stare anche che uno possa centrare l’obiettivo con un solo rigore a favore e si potrebbe così scrivere un pezzetto di storia, questo è un messaggio forte e chiaro: non dateci rigori, così battiamo questo record”.