Ventura: "Con potenzialità e consapevolezza si è protagonisti"

C'è da lavorare sull'aspetto mentale. Serve un centrocampista e se arrivano anche altri giocatori sarà un bene. Con i singoli non si vince, occorre la squadra. Con il Lumezzane dobbiamo provare a vincere. Non ci sono gerarchie fra i giocatori.
12.08.2011 17:18 di  Elena Rossin   vedi letture
Ventura: "Con potenzialità e consapevolezza si è protagonisti"
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© foto di Giacomo Morini

Ventura in conferenza stampa ha fatto il punto sul ritiro, sul mercato e parlato della prima gara ufficiale di Coppa Italia che si giocherà domani sera alle 20,45 allo stadio Olimpico di Torino.


All’inizio del ritiro aveva detto che bisognava valutare se i giocatori in rosa erano da Toro, adesso che il ritiro è finito cosa può dire a tal proposito?
“Sì, mi prendo ancora queste due gare di Coppa Italia, una sicura due se passiamo il turno, per valutare, perché giochiamo con i tre punti in palio e molti giocatori giocheranno la prima e se, come ho detto, passiamo il turno nella seconda ci sarà una rotazione e giocheranno degli altri. Io sono contento di questo gruppo perché hanno lavorato con impegno, disponibilità e voglia, come ho detto anche ai ragazzi, e piano piano siamo cresciuti. C’è ancora tanto da lavorare sotto l’aspetto mentale, perché non si possono cancellare anni in pochi giorni, però loro hanno la voglia di uscire fuori e per questo sono soddisfatto sia come persone, pur conoscendo le difficoltà di alcuni, sia come calciatori. E’ una buona squadra, bisogna fare qualche integrazione e poi ce la giochiamo”.

A centrocampo manca ancora un elemento?
“Scansiamo gli equivoci, se fosse arrivato Gazzi sarebbe stato un ottimo affare per il Torino perché, per me, oltre ad essere un giocatore di livello è un grandissimo uomo. Ma ci tengo a dire che anche senza Gazzi il Torino è e rimane competitivo, sarebbe stato un ulteriore accrescimento della rosa. Se mi dicono che arriva un altro giocatore sarà sicuramente all’altezza e chiunque viene e ben accetto. E’ indubbio che serve ancora un altro centrocampista”.

De Feudis potrebbe essere il giocatore che serve?
“Se arriva De Feudis, sarò l’uomo più felice del mondo. Mi hanno parlato di lui bene sia come calciatore sia soprattutto come uomo e quando sottolineo uomo per me è più importante in alcuni frangenti che non il discorso esclusivamente tecnico”.

Pagano non si è ancora del tutto ristabilito dall’intervento e starà fuori ancora almeno un mese prendere un esterno destro sarebbe la soluzione?
“Penso che il Milan sia altamente competitivo, ma se gli arriva Sanchez, ho detto apposta il nome di un giocatore che è stato appena acquistato da un’altra società, i rossoneri sarebbero stati ancora più forti. Quindi noi siamo una buona squadra e anche così siamo tra virgolette competitivi, almeno credo e spero, ma se arriva qualcuno che ci può rendere ancora più competitivi ben venga. Io non sono di quegli allenatori che preferiscono le rose troppo ampie, ma averne ventitre di buona qualità non è un problema. Chi non vuole gestire ventitre giocatori non è un allenatore da Toro”.

Sgrigna ieri in conferenza ha detto che l’ha convinta a farlo giocare nel ruolo di attaccante, mentre lei lo vedeva come esterno. E’ stato un confronto utile per tutti?
“Certo che sì, ho apprezzato tantissimo la richiesta di Sgrigna perché si è aperto venendo ad espormi una sua problematica. All’inizio del discorso era un po’ timoroso, ma gli ho fatto capire che questa richiesta era un passo importante per la sua crescita. Esponendomi questo suo problema ne ha risolto uno a me, perché avrei rischiato di trovarmi un giocatore in un ruolo che non sente suo e privare l’attacco di un giocatore che potrebbe essere tra virgolette importante. Nel momento che lui mi ha parlato sono diventato debitore nei suoi confronti perché mi ha risolto uno/due problemi, sotto questo aspetto è stato un gesto apprezzabile, ma soprattutto intelligente, maturo e professionale. Per questo oltre ad aver detto grazie a lui, voglio dirglielo anche pubblicamente, poi sarà il campo a dire di che tipo è questa scelta. E’ l’inizio di un discorso di crescita che mi rende contento: con il silenzio non si va da nessuna parte”.

Bianchi in questi giorni le ha detto se vuole rimanere e se il progetto lo convince?
“Io non devo convincere nessuno, io faccio delle proposte e nelle proposte non impongo, i giocatori vengono coinvolti. Sono convinto che ci sono i calciatori che giocano e quelli che possono lavorare per diventare protagonisti. Vorrei che tutti loro diventassero protagonisti. Diventare protagonisti non significa vincere tutte le partite, ma sentirsi, essere e dimostrare di essere, il resto è conseguenza. I risultati sono figli di quello che sei, non sono figli né delle dichiarazioni né del calciomercato. Se un calciatore lavora per essere protagonista e ha le potenzialità per esserlo e soprattutto è consapevole di avere queste potenzialità allora dico che ci sono le basi per diventarlo e nel momento che si diventa si riesce ad ottenere. Questo vale per Bianchi come per tutti. Non basta mai un solo giocatore, per vincere occorre la squadra”.

Che cosa si aspetta dalla gara di Coppa Italia con il Lumezzane?
“Non sono uno da appelli o da proclami. Sono dell’idea che il pubblico del Torino ha una storia che lo qualifica per leggere le varie situazioni: come si arrabbia quando non apprezza una cosa parto dal presupposto che possa essere soddisfatto se ne apprezza un’altra. Non è con le parole che ci facciamo apprezzare, ma con i fatti. Quando parlo di apprezzare intendo il nostro lavoro e poi il campionato, non certo una partita di Coppa Italia con il Lumezzane, perché se si delega tutto alla gara di domani vuol dire che non abbiamo capito né cosa si sta facendo né perché lo stiamo facendo. Quindi dalla gara di domani non mi aspetto niente, solo che il pubblico che è estremamente maturo ed è abituato, meglio era abituato, a un calcio importante se riusciamo a fare spezzoni di bel calcio lo possa apprezzare. Per il resto è la prima gara con i tre punti quindi è evidente che vorremmo provare a vincerla. Noi vorremmo vincere sempre e quindi quando ci sono i tre punti in palio ci proviamo, ma non è che  mi stresso più di tanto per questa partita, sinceramente. Se dovessimo passare il turno continueremo a lavorare come abbiamo fatto finora con carichi anche abbastanza importanti e in vista, eventualmente, della successiva gara di Coppa Italia con il Siena, squadra di serie A, di conseguenza il tutto rientra nel nostro lavoro che è proiettato al nostro obiettivo che evidentemente è il campionato. Senza tralasciare il fatto che vogliamo passare il turno in Coppa Italia”.

C’è qualche cosa che la preoccupa per la gara di domani?
“Non mi preoccupo degli avversari, non per una forma di presunzione, ma per un modo diverso di vedere le cose. Gli avversari sono figli di quello che facciamo noi, perché se si fa tutto bene e si è consapevoli di poter fare ciò che ci si è prefissi la situazione può diventare favorevole; se non si fa ciò che si deve, qualunque sia l’avversario, si va in difficoltà. Il vero problema è il discorso di crescita nostro”.

Da qualche mese lei non calca il terreno di gioco, tornarci le dà adrenalina?
“Mi manca il campo, io vivo di adrenalina. Devo essere sincero un po’ mi rompo a giocare solo amichevoli. La partita ufficiale per me, e spero anche per i giocatori, è un mezzo per fare delle verifiche individuali e collettive, ma soprattutto verifiche mentali e psicologiche. Ci dobbiamo rendere conto: chi siamo, che cosa vogliamo diventare e che cosa c’è da fare per diventare. Questo avviene solo attraverso le partite con i tre punti e non disputando amichevoli. Quindi ben venga la partita di domani. L’unica cosa che mi preoccupa è che in quasi un mese di ritiro non c’è stato nessun giocatore che ha avuto un raffreddore, un capello fuori posto e alla vigilia della partita invece c’è: Chiosa con una distorsione alla caviglia sinistra, Verdi con un piccolo stiramento e Vives con l’influenza. Questo vuol dire essere s……, scherzo non sono uno che si lascia abbattere (ride, ndr)”.

Suciu giocherà titolare visto che Vives non sta bene e Basha è squalificato?
“Suciu è un ragazzo che ha delle qualità così come gli altri giovani, ma con loro non bisogna avere premura. Sono ragazzi che si affacciano per la prima volta o quasi a confrontarsi con una piazza, anche se di serie B, assolutamente importante e con delle pressioni. Se non c’è Vives è chiaro che gioca Suciu, qual è il problema? Con il Varese ha fatto una buona partita, ma la strada per tutti è ancora lunga”.

Da quello che si è visto nelle amichevoli sembra che si possa poter delineare una formazione base, la vedremo in campo domani?
“Dico subito che non giocherà Parisi, perché non è ancora in condizione visto che è arrivato da poco. Verdi che ha un piccolo stiramento, sto dicendo i nomi di chi non giocherà, Chiosa che ha una distorione alla caviglia, Pagano ancora alle prese con il recupero dall’intervento chirurgico e Basha che è squalificato. Per quel che riguarda Vives vedremo in che condizioni è”.

Tornando a Suciu rimarrà al Torino?
“Sì”.

Verdi e Oduamadi?
“Anche loro, qui fare affermazioni di questo tipo è pericolosissimo (ride, ndr). Verdi ha confermato di essere un giocatore di grande prospettiva e qualità, fisicamente è ancora acerbo, ma credo che prendendolo il Torino abbia fatto un buon affare. Oduamadi ha anche lui delle buone qualità, ma deve capire cosa significa giocare nel Torino, giocare in una squadra che ha l’obbligo di vincere e allenarsi per crescere per diventare protagonista”.

Parlando di Ogbonna aveva detto che andare in Nazionale può essere un bene oppure no a seconda dello spirito con il quale si torna. Come ha visto Angelo?
“Ogbonna è stato per me una sorpresa piacevole ed esagerata, non come calciatore, ma in quanto persona. E’ raro trovare un ragazzo di ventitre anni così matura, consapevole e intelligente. Il mio era un discorso in generale quello fatto su chi va in Nazionale non riferito ad Angelo, con lui non si corre nessun rischio che torni cambiato. Alcuni giocatori tornano dalla Nazionale e ci vuole due mesi per recuperarli, altri tornano con la bava alla bocca e la voglia di dimostrare ancora di più il proprio valore. Io credo che Ogbonna non appartenga a nessuna di queste due categorie, Angelo sa che può migliorare e si allena per farlo, questo è importante”.

Ha già stabilito delle gerarchie fra i giocatori?
“Ieri mi hanno chiesto chi giocherà con il Lumezzane e ho risposto, con estrema sincerità, che non ne avevo la più pallida idea e così oggi. Questo è l’ultimo dei miei problemi. Qui non ci sono titolari e riserve. Sto cercando di fare un discorso più ampio. Noi abbiamo una rosa tra virgolette buona e se non c’è Tizio c’è Caio e non fa nessuna differenza. Se abbiamo voluto una squadra con una rosa importante i giocatori vanno fatti ruotare cercando di mandare in campo chi è nella condizione migliore e chi per caratteristiche è più adatto alla partita. Io l’anno scorso ho avuto un’esperienza terrificante: alla settima di campionato eravamo al terzo posto e in venti giorni ho perso sei giocatori poiché non avevo le riserve a novembre ero già retrocesso, non si può buttare via un’annata così. E’ evidente che se tutti sono a disposizione c’è un problema di gestione, ma se si vuole far parte di una squadra importante bisogna accettarlo, basta vedere l’Inter, il Milan, la Roma, in proporzione funziona così dappertutto”.