Ventura: "Ai brusii la squadra ha risposto: vogliamo diventare"

Il risultato poteva essere sbloccato nel primo tempo. Si fa difficoltà a giocare contro una squadra che si difende in undici e non offende mai. Se non ci fossero accaduti degli infortuni i cambi sarebbero stati differenti. Bene Darmian.
14.08.2011 02:54 di  Elena Rossin   vedi letture
Ventura: "Ai brusii la squadra ha risposto: vogliamo diventare"
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© foto di Giacomo Morini

Ventura è soddisfatto di aver passato il turno di Coppa Italia con il Lumezzane in modo da poter giocare con il Siena, gara che considera un ottimo allenamento per la sua squadra in vista dell’inizio del campionato.

Nicola le ha fatto i complimenti dicendo che lei è uno degli allenatori più studiati in Italia dai colleghi più giovani.
“Bella cosa, tanto è vero che sicuramente sono stato studiato perché loro sapevano esattamente cosa facevamo, come battevamo le punizioni. Non c’è dubbio che anche loro hanno passato un bel soggiorno ad Omegna, ma è il loro lavoro ed è giusto che sia così”.

Che impressioni ha tratto dalla prima gara ufficiale?
“Sono soddisfatto perché non abbiamo fatto gol nel primo tempo e verso la fine, quando hanno fatto il loro primo tiro in porta, perché il secondo è stato al novantunesimo, e hanno preso il palo dopo ci sono stati dei brusii del pubblico e questa è stata una prova. Una prova sia per i nuovi giocatori, ma soprattutto per i vecchi perché dopo i brusii c’è sempre un po’ di ansia, anche se c’era stato da parte loro solo un tiro in porta per tutto il tempo, e quando c’è ansia si rischia di buttare palloni in avanti alla “spera in Dio”, invece non è stato così e di conseguenza hanno dato una risposta importante a me. Chiaramente dobbiamo ancora lavorare, ma crediamo in quello che facciamo. Il risultato poteva essere sbloccato nel primo tempo sia da parte di Bianchi sia di Guberti e poi sull’uno a zero abbiamo avuto quattro o cinque contropiedi che potevano essere sfruttati per raddoppiare, ma non era questo il nostro obiettivo. Non c’è dubbio che volevamo passare il turno perché andare a Siena sarà un buon allenamento. Questa sera c’era anche un po’ di stanchezza e se non ci fossero stati alcuni problemi come l’infortunio ad Antenucci e soprattutto il problema che ha avuto durante il riscaldamento Vives avremmo fatto anche altri cambi, per permettere a qualcuno di rifiatare. Questa è stata anche la prima giornata di vero caldo che abbiamo avuto da quando siamo partiti per il ritiro ed è quasi un mese che facciamo due allenamenti al giorno. Dalla prossima settimana torneremo più o meno alla normalità e allora sono convinto che a Siena sarà una bella partita da vedere. Andiamo a giocare contro una squadra di serie A, però avremo qualche cosa in più nelle gambe e maggiore esperienza e conoscenza in quanto sapremo cosa si poteva fare in più e meglio questa sera e soprattutto avvicinandoci sempre più all’inizio del campionato salirà l’adrenalina. Quella con il Sena è una partita che aspetto con molto piacere, intendo piacere proprio da allenatore dal punto di vista tecnico”.

A parte qualche brusio il pubblico ha sempre sostenuto la squadra.
“Assolutamente, ma io non dicevo in questo senso. Ringrazio che a Ferragosto c’erano diecimila persone a vedere una partita con il Lumezzane. Questo è sinonimo di amore, di affetto e di calore. L’affetto nei confronti della squadra c’è perché ho sentito degli applausi dall’inizio alla fine. Il brusio è stato importante per me perché bisognava prendere la decisione dall’inizio del nostro lavoro: vogliamo diventare oppure non saremo mai. E il messaggio forte è stato: vogliamo diventare e io l’ho apprezzato tantissimo; con questo non sto dicendo che non ci sia da lavorare ancora tanto, anzi.
Volevo fare i complimenti ai giardinieri perché era tanto che non vedevo un terreno di gioco così bello e mi sono stupito, ma mi hanno detto che quando arriva Vasco Rossi me lo porta via, speriamo che dopo il concerto di Vasco Rossi il capo torni ad essere così, perché per come cerchiamo di giocare noi il campo è importante”.

Il ritmo della partita è stato lento, soprattutto nel primo tempo. Dipendeva più dal caldo o dai carichi di lavoro effettuati durante il ritiro?
“Nessuno dei due perché avevamo di fronte una squadra che giocava con un 4-1-4-1 e non passava la metà campo”.

Il play davanti alla difesa vi ha messo in difficoltà?
“E’ chiaro che ci ha tolto qualche giocata, e noi dobbiamo migliorare sotto questo aspetto. E’ evidente che quando si trova una squadra che si difende in undici, senza voler mai offendere c’è il rischio di voler strafare e di conseguenza concedere gli spazi. Ma noi non solo non abbiamo concesso spazio, ma neppure la possibilità di tentare il cross. Sotto questo aspetto sono state brave le punte che si sono sacrificate per chiudere gli spazzi e se avessero fatto anche i gol, parlo di Ebagua e di Bianchi, visto che Antenucci il gol l’ha realizzato, avrebbero fatto bene. Hanno contribuito però a tenere le distanze e questo ha permesso di creare delle palle gol, anche se non si è segnato, ma questo era fra le ultime cose che ci interessavano. Quello che ci interessava era provare a leggere delle situazioni e in alcuni frangenti l’abbiamo fatto bene e in altri meno, e dal mio punto di vista abbiamo dato un senso a questa partita”.

Il primo cross dal fondo è arrivato da Guberti solo al ventiseiesimo. Qualche difficoltà sulle fasce?
“No, perché in realtà andiamo poco al cross. Quando in campo di saranno Bianchi ed Ebagua allora, forse, ci andremo un po’ di più. Ma con Sgrigna e Bianchi non è fondamentale il cross. Però mi è sembrato che l’azione del sia stata costruita con i tempi giusti: taglio di Stevanovic, inserimento di Darmian e palla in mezzo ad Antenucci. Anche altre volte abbiamo costruito delle azioni, poi è mancato il passaggio finale, basta pensare all’ottantacinquesimo, più o meno, quando c’è stata una combinazione punta-esterno con taglio di Stevanovic, che se la mette bene Guberti è una roba da alzarsi tutti in piedi e stiamo parlando di una squadra che è insieme da meno di un mese ed è carica di lavoro svolto. Non è che il risultato mi interessasse più di tanto, anche se volevo passare il turno per giocare con il Siena, che è una gara allenante per noi”.

Antenucci come sta?
“Ha preso una botta sulla cresta iliaca e non riusciva più a camminare, spero che per martedì stia meglio, non credo sia una cosa gravissima”.

Tatticamente l’inserimento di Antenucci per Sgrigna è stato fatto perché serviva più profondità?
“Anche, perché Sgrigna è figlio del comportamento di Vives e di Iori. Dal momento che i centrocampisti non andavano a proporre il discorso per cui Sgrigna era in campo è evidente che Alessandro è stato un po’ penalizzato. Con Sgrigna bisogna giocare palla al piede, per cui ho inserito Antenucci  per dare più profondità. Se non avessi avuto i problemi che ho detto prima avrei fatto entrare anche Oduamandi per come andava la partita, grazie alla sua rapidità e alla capacità di saltare l’uomo, poteva essere utile.  Stavanovic che giocava una partita dopo tanto tempo ha fatto vedere delle potenzialità, ma può fare sicuramente meglio”.

Bene Darmian sia in fase di difesa sia in quella si proporsi in avanti. Concorda?
“Bene Darmian perché ha giocato con personalità rispetto alla partita con il Varese. Ha giocato sapendo che sta lavorando per diventare un giocatore importante, sono contento per lui. E’ vero che ha fatto una buona partita, ma non per quello che ha fatto, ma per l’atteggiamento mentale che ha avuto per tutti i novanta minuti: grande attenzione e serenità. Mi stava dicendo che si è reso conto che in alcune occasioni delegava, ma avrebbe potuto osare di più. Bene, la prossima partita proverà ad osare, la crescita avviene così”.