Torino, torniamo a sorridere

04.04.2011 09:52 di  Marina Beccuti   vedi letture
Torino, torniamo a sorridere
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca

Flavio Bacile

 

Superata quella che poteva essere la prova del nove, dopo la vittoria di Ascoli e il ritorno in panca di Franco Lerda, il Toro può guardare al campionato, quindi alla classifica, con un altro stato d’animo, con una maggiore convinzione nei propri mezzi e con una ritrovata serenità.


È cambiato qualcosa anche dal punto di vista tattico, abbandonato il 4-2-3-1 che non aveva convinto più di tanto, si è passati al più classico 4-4-2, che permette di sfruttare meglio le qualità di Bianchi ed Antenucci, che consente alla difesa una maggiore copertura, la prova arriva dalle ultime due partite senza gol subiti, e che libera il centrocampo da compiti puramente di copertura. Magistrale è stata la prova di Giuseppe De Feudis, a mio parere il migliore in campo dei granata, con una partita tutta sostanza, sia in fase d’interdizione, dove resta un “motorino inesauribile”, sia in fase propositiva, con due assist splendidi, uno a Lazarevic, non finalizzato dallo sloveno, e, uno ancora più bello in occasione del gol di Antenucci. Finalmente ritrovo il giocatore che mi aspettavo di vedere a Torino, uno che avevo detto, e sono stato smentito per gran parte del campionato, capace di fare la differenza anche in fase offensiva, capace cioè di creare gioco e non solo di distruggere quello avversario.

Non so dire se la strada imboccata sia quella giusta, certamente il Toro non aveva molto da scegliere, bisognava cambiare qualcosa per non morire d’inedia e non solo tatticamente. Come ho già detto più volte, lo schema tattico può avere una sua valenza, di certo inferiore, e non poco, all’atteggiamento in campo dei giocatori, alla loro voglia di sacrificio, al desiderio intimo di essere squadra. Il Toro, pensiero personale sia chiaro, non lo è stata per molto tempo, altrimenti sono improponibili certe prestazioni fornite durante l’annata, prestazioni che colpevolmente sono state prima “quasi occultate” a livello mediatico, poi sottovalutate, della serie: “ alla prossima ricomincia il nostro campionato”, infine reiette come figlie di un’altra squadra e di altre situazioni. Non mi è mai piaciuto il richiamo al profilo basso, almeno non per una squadra come il Toro, che deve guardare avanti conscio di essere una realtà importante, aldilà delle difficoltà di questi ultimi due lustri e di dover pensare sempre positivo.

Il difficile viene proprio adesso, ma anche il bello, perché non c’è più la possibilità di guardarsi dietro, tutte le prossime partite sono da dentro o fuori, ed il Toro mi sembra proprio nel suo momento migliore, quindi possiamo tornare a sorridere, questa volta consapevoli di aver accanto a noi una squadra che ci assomiglia, almeno caratterialmente.


Tornando alla partita contro il Grosseto, sono da segnalare anche l’ennesima prova positiva di Angelo Ogbonna, un giocatore maturato tantissimo durante questa stagione e che ha tutt’ora ampissimi margini di miglioramento, e la prova di carattere di Alessandro Budel. Su Budel mi permetto di spendere ancora due righe. Il giocatore non è sicuramente ancora al top, non è cioè il Budel che avevamo ammirato a Parma o al Cagliari, i passi avanti rispetto alle prime uscite in maglia granata sono evidenti, ma manca ancora quel quid, quel qualcosa di indefinibile che gli permetterebbe di essere il vero leader del centrocampo granata. Probabilmente giocando in modo più assiduo le cose verranno da sole, almeno lo spero.

Chiudo con un pensiero su Lazarevic, un ragazzo sicuramente che non si risparmia mai in campo, e che nella partita contro il Grosseto ha sbagliato due gol quasi fatti. Il Toro non può rinunciare alla sua freschezza, alla sua vivacità, ma lui davanti alla porta deve essere più letale, non solamente per il bene dei granata, in questa stagione e speriamo in quelle future, ma anche per il proseguimento della sua carriera, perché per essere decisivi bisogna anche ogni tanto buttarla dentro. I migliori auguri.