Torino e Red Bull, tempi non maturi
Cairo non bluffa quando dice che ancora non ha sentito la Red Bull. In effetti i tempi non sono ancora maturi, così pare, almeno come racconta Sporteconomy. Dieter Mateschitz non ha problemi economici e non ha risentito della crisi economica mondiale. In poche ore comprò il Salisburgo e poi negli Usa investì nei New York Red Bulls, essendo anche l'azionista di maggioranza dell'impianto dove gioca la squadra newyorkese. In Brasile ha acquistato una società di categoria inferiore che intende portare entro tre anni nella massima serie del paese sudamericano.
Quanto sono costate queste squadre? Mateschitz ha speso settanta milioni di dollari per comprare il New York, mentre l'investimento in F1 è costato sui 160 milioni di euro solo quest'anno. Come si diceva però i tempi non sarebbero ancora maturi per l'acquisto del Torino, probabilmente per una questione di investimenti, ma da non sottovalutare anche l'immagine, alla quale in Red Bull si tiene molto. Per cui il patron dell'azienda austriaca attende tempi migliori, ovvero la squadra in A e questa ce la può portare, a questo punto, solo Cairo.
La conferma delle intenzioni "posticipate" della Red Bull è arrivata anche dal responsabile italiano della società austriaca, Silva Nunes, il quale ha detto al Tuttosport: "Adesso no. In futuro, chissà: magari sì. Dietrich Mat schitz è una persona straordinaria, è capace di stupire il mondo in un minuto. Un giorno il proprietario della Red Bull potrebbe svegliarsi, aprire la finestra e dire: 'È l’ora di entrare anche nel calcio italiano'". Nunes spende anche parole d'affetto per la gente granata: "Mi spiace per quei tantissimi tifosi che ci speravano. Io ce l’ho messa tutta, ci credevo e ci credo ancora. Chissà: magari quel giorno arriverà davvero". Peccato che al Toro resti solo sempre la speranza e l'attesa... Ma intanto si registra l'interesse degli arabi e questi a quanto pare hanno fretta.