Torino, brusco risveglio

16.01.2011 09:08 di  Marina Beccuti   vedi letture
Torino, brusco risveglio
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© foto di Giacomo Morini

Nessun dramma, anche se il 3-0 brucia, soprattutto per l'assenza di reazione da parte dei giocatori di Lerda, che hanno preso il primo gol nell'ultima parte del primo tempo, hanno rimediato il raddoppio a inizio ripresa e da qui sono crollati senza reagire, nonostante avessero ancora il tempo per farlo. Ma per il Toro il campo del Varese è tabù e la tradizione favorevole dei padroni di casa ormai è lunga e a quanto pare impenetrabile. In casa i biancorossi non perdono da 50 partite, l’ultima sconfitta infatti risale al 7 settembre 2008, quando la squadra lombarda era ancora in Se­conda Divisione. Non solo, ma il Torino non si è mai imposto finora a Varese, così nemmeno stavolta si è sfatata la tradizione negativa.

La partita è stata bruttina, si è giocato più sull'agonismo che sulla tecnica, questa è la caratteristica della squadra di Sannino, che comunque ha un gioco redditizio e uno stadio piccolino che fa sentire il fiato sul collo agli avversari da parte dei tifosi locali. Il Toro aveva cominciato meglio, ma salvo un paio di occasioni toccate a Garofalo, uno spunto di Sgrigna, c'è stato poco di interessante in zona offensiva, dove Bianchi non ha mai inciso ed è apparso troppo nervoso, anche perchè marcato stretto e in modo duro. Stesso discorso vale per Sgrigna, i due sembrano essere incompatibili insieme, forse necessitano di qualcuno che li supporti meglio nella manovra centrale ed è per questo che è stato un errore scegliere Stevanovic, mai in partita, senza rischiare da subito Gasbarroni.

Chi si è lamentato di Belingheri può mettersi il cuore in pace perchè nemmeno i sostituti sono all'altezza. In una partita dura come quella di Varese, dove si sapeva che gli uomini di Sannino avrebbero giocato con il coltello tra i denti, forse uno come Zanetti sarebbe stato utile a rompere il gioco avversario, in modo deciso senza tanti fronzoli. Alla fine il Torino ha rimediato tre gol sul groppone e l'espulsione di De Vezze.

Possiamo parlare di sconfitta salutare se questa mette in allarme Cairo, tanto da tirare fuori soldi per acquistare giocatori di maggior peso tecnico, necessari per cercare di scalare la serie A. Solo prendendo le eccedenze altrui non si costruisce una squadra da promozione. Bisogna avere il coraggio di scegliere gli obiettivi e pagarli, una volta tanto. Come ha fatto l'Atalanta con Marilungo per intenderci.