Sousa il rivoluzionario, niente ritiri per i viola. Una scelta che dovrebbe diventare di routine per tutti
Nel calcio i ritiri sono all'ordine del giorno, si fanno sempre prima dei match, ma sono anche lo spauracchio per i giocatori quando le cose vanno male, vedi alla voce Juventus. Ormai sono considerate situazioni estreme, antiche, vecchie nel senso vero del termine, soprattutto considerando che ormai i ritiri vengono considerati "solitari" in quanto i giocatori invece di fare gruppo tra di loro preferiscono estraniarsi sui social network, giocare alla play station o chattare con moglie, figli e fidanzate.
Paulo Sousa, che è considerato un innovatore, per non dire addirittura un filosofo, i ritiri li ha eliminati del tutto, anche quelli pre-gara, ad eccezione delle trasferte più lunghe. Ad esempio la squadra viola è partita per Verona mercoledì mattina, giocando alla sera, così i calciatori hanno potuto vivere la vigilia a casa loro in famiglia, questa è la filosofia del tecnico portoghese, considerata la novità più intraprendente e positiva arrivata nel calcio italiano in estate. Considerando la brillantezza di gioco della Fiorentina, i risultati positivi, è seconda in classifica, probabilmente i ritiri pre gara o punitivi ormai sono obsoleti e non servono più a nulla, se non ad irritare maggiormente una situazione magari già incadescente di suo. Il ritiro rimane una pillola da dare in pasto ai tifosi, che credono che la squadra possa concentrarsi maggiormente chiusa al resto del mondo. L'abolizione dei ritiri è un passo avanti verso un calcio meno esasperato e più professionista, dare maggior responsabilità ai giocatori, consapevoli che dipende da loro il voler fare il salto di qualità oppure restare degli eterni immaturi. Il ritiro non cambierà mai le cose, il giocatore discolo non diventerà di certo più consapevole fuori dal mondo (posto che poi lo sia veramente, in quanto è mera iprocrisia di facciata), anzi aumenterà maggiormente la sua sofferenza, rendendo ancora meno in campo.