Padova-Torino, si giocheranno 14' e 10'': la giustizia è uguale per tutti?
Primo atto: il giudice sportivo Valente in base al referto dell’arbitro Calvarese ha stabilito che Padova-Torino riprenderà da dove è stata interrotta e quindi andranno giocati i rimanenti 14 minuti e 10 secondi più recupero. Secondo atto: la Lega serie Bwin in conseguenza della decisione del giudice ha deciso che Padova-Torino si finirà di giocare mercoledì 14 dicembre alle ore 14,30. Terzo atto: il Torino Fc presenterà ricorso. Quarto atto: mercoledì 14 si finisce di giocare la partita. Quinto atto: il giudice sportivo dopo la fine della partita dovrà omologarne il risultato. Ecco che a questo punto si aprono tre scenari possibili: 1) il risultato finale della partita viene omologato; 2) il Padova viene ritenuto responsabile oggettivamente del black out e gli viene inflitta la sconfitta a tavolino per tre a zero; 3) la gara viene integralmente fatta rigiocare. A seguito di una di queste tre decisioni la società che si riterrà danneggiata potrà fare ricorso al giudice sportivo o alla Corte di Giustizia.
La decisione del giudice Valente di far terminare la gara è dipesa solo ed esclusivamente dalla regola 5 del gioco del calcio (consultabile sul sito della Federazione Italiana Giuoco calcio http://www.figc.it/Assets/contentresources_2/ContenutoGenerico/2.$plit/C_2_ContenutoGenerico_3820_Sezioni_lstSezioni_numSezione_1_lstCapitoli_numCapitolo_0_upfFileUpload_it.pdf): “L’autorità dell’arbitro. Ogni gara si disputa sotto il controllo di un arbitro, al quale è conferita tutta l’autorità necessaria per far osservare le Regole del Gioco nell’ambito della gara che è chiamato a dirigere. Poteri e doveri L’arbitro: ….. interrompe temporaneamente la gara, la sospende o la interrompe definitivamente, a sua discrezione, al verificarsi di ogni infrazione alle regole; interrompe temporaneamente la gara, la sospende o la interrompe definitivamente a seguito di interferenze esterne, di qualunque genere; …… Decisioni dell’arbitro. Le decisioni dell’arbitro su fatti relativi al gioco, incluso se un rete è stata segnata o no ed il risultato della gara, sono inappellabili. L’arbitro può cambiare una sua decisione soltanto se si rende conto che la stessa è errata o, a sua discrezione,a seguito della segnalazione di un assistente o del quarto ufficiale, sempre che il gioco non sia stato ripreso o la gara non sia terminata”.
Esiste anche un regolamento degli stadi della Lega Nazionale professionisti (consultabile sul sito dell’Osservatorio dello sport http://www.osservatoriosport.interno.it/approfondimenti/RegStadi0708.pdf) che in fatto di illuminazione parla chiaro: “D. Impianto di illuminazione del terreno di giuoco D 1. Impianto di illuminazione. Tutti gli stadi ove si disputano gare della L.N.P. devono essere dotati di impianti di illuminazione artificiale per la disputa di partite in notturna e per la regolare conduzione a termine di partite fissate in orario diurno che, per motivi meteorologici ed ambientali, si svolgono, in tutto o in parte, in condizioni di insufficiente luminosità naturale. Il valore minimo di illuminamento verticale (Ev) in tutte le direzioni deve essere di 500 lux e di 800 lux in caso di riprese televisive. Inoltre, per l’uniformità dell’illuminamento verticale dovranno essere garantiti i seguenti rapporti: Evmin/Evmax >0,4 e Evmin/Evmed >0,6. Tali valori devono essere mantenuti anche in caso di mancanza di corrente di rete per mezzo di un idoneo impianto di emergenza e comunque conformi alla norma UNI EN 12193. In tutti i luoghi dello stadio frequentati dagli spettatori deve essere garantito un illuminamento minimo orizzontale di 5 lux in emergenza”.
Ovviamente le regole esistono e devono essere conosciute ed applicate da parte di tutti, a iniziare dagli arbitri. Quello che gli arbitri scrivono sul loro referto non è dato saperlo, perché i referti non sono consultabili dai comuni mortali, ma è ipotizzabile che le numerose interruzioni della luce siano state equiparate da Calvarese a un improvviso scroscio di pioggia e che non sia stata neppure menzionata l'eventuale responsabilità del Padova che doveva garantire un'illuminazione adeguata dell'impianto anche con generatori d'emergenza. Se così fosse stato il giudice Valente avrebbe deciso per la sconfitta a tavolino del Padova. Quando e come finirà questa vicenda non si sa: il quando dipenderà dai ricorsi, di conseguenza è ipotizzabile che possa concludersi prima di Natale se i giocatori del Torino ribaltassero il risultato (allo stato attuale è di uno a zero per il Padova grazie al gol di Ruopolo al cinquantesimo) nei 14 minuti e 10 secondi più recupero, oppure a gennaio se dopo l’omologazione della partita le società sentendosi danneggiate facessero ricorso. Il come sarà stabilito dal giudice sportivo o dalla Corte di giustizia.
Una cosa è certa: il calcio rischia di uscirne danneggiato nella sua credibilità, se alla fine il risultato di una partita del campionato professionistico fosse anche determinato dalle condizioni di non buona visibilità verificatesi sul campo. Al Torino conviene mercoledì 14 dicembre alle 14 e 30 scendere in campo con una determinazione alle stelle, in modo da giocare lo scampolo di gara con una tale ferocia da riuscire a strappare sul terreno di gioco la vittoria, in modo che niente e nessuno possa defraudarlo e privarlo della sacrosanta giustizia che solo sul cartello appeso nelle aule dei tribunali è: “uguale per tutti”.