Gli ex ragazzi del Filadelfia, Fabrizio Spagnuolo: "Il Toro attuale non molla mai"
Il vecchio Filadelfia ha visto passare tanti giocatori nel suo tempio che è quasi impossibile ricordarseli tutti. Loro però nel cuore portano un grande ricordo di gioventù, essere cresciuti con il mito che è stato anche lezione di vita.
Fabrizio Spagnuolo, classe '62, è uno di questi ragazzi, arrivato dal Vigevano a 15, città dove viveva con la famiglia, originaria di Matera. Oggi, dopo tanti anni vissuti a Prato ha l'accento toscano, una regione dove ha giocato, allenato e adesso lavora e vive.
Spagnuolo ricorda i suoi primi allenatori: "Marchetto, poi Rabitti e infine Vatta, che sento ancora adesso. Mi ricordo che quando c'era qualche sosta mi portava in giro a potenziare la mia tecnica ed il mio fisico. Esordii in A con il Torino ad Ascoli, grazie a Cazzaniga che aveva sostituito Gigi Radice dopo l'incidente. Ero un centrocampista dai piedi buoni e anche veloce. Finii la carriera nell'Aglianese, dove feci anche l'allenatore del settore giovanile, prima di passare a quello del Prato, dove rimasi sette anni".
Il Toro attuale non sempre lo segue, ma domenica: "Stavo girando per le varie partite e sono finito proprio su Inter-Torino, c'era la punizione per i granata e mi sono fermato pensando che avrebbero segnato e così è stato. Sicuramente sarò al Franchi per Fiorentina-Torino e voglio portare fortuna al Toro. Credo che anche la squadra attuale abbia il dna granata che è quello di non mollare mai. Se hanno perso punti in precedenza è stata anche colpa della sfortuna".
Sul Filadelfia rammenta: "Ho preso il pc da quattro anni, ma la prima cosa che ho fatto è andare su Google Maps per vedere il campo. Sono rimasto esterefatto per come è ridotto. Già ai miei tempi era un po' decadente, bastava restaurarlo prima che diventasse un cumulo di macerie".
Spagnuolo ammette quanto è cambiato il calcio rispetto ai suoi tempi. "Adesso è molto più tattico e si fa sempre più riferimento alle palle inattive, senza contare che si basa molto sulla velocità. Forse è per questo che gli allenamenti sono quasi tutti a porte chiuse. Ma credo che, con tutte le immagini che girano sulle partite, alla fine non è poi così difficile carpire i segreti di gioco. Forse adesso i tifosi disturbano perchè magari urlano e fanno le loro considerazioni".
A Spagnuolo del suo Torino manca un po' tutto: "La sede, dove sono stato benissimo, ricordo che un dirigente a volte ci portava fuori a cena. Oppure un altro dirigente che ci faceva guidare la sua 850 quando qualcuno di noi prendeva il foglio rosa, per fare pratica a guidare. Ricordo tutte le grandi persone che ci hanno fatto sentire a casa".
L'intera intervista andrà in onda alle ore 20 di questa sera, mercoledì, e in replica venerdì alle 15,30 su Radio Beckwith, in streaming su www.rbe.it