Genoa-Torino, le pagelle: il vero Toro è alle Maldive, a Genova vanno le controfigure
Hart 5: dorme in occasione del vantaggio genoano, anticipato da Rigoni nella sua area piccola e non è fortunato sul cross smanacciato sulle gambe di Moretti che libera solo a 5 centimetri dalla linea di porta il cholito che raddoppia. Fisicamente è presente, ma la testa forse è già al rientro in UK.
De Silvestri 5: contro Laxalt ha vita dura, il rossoblu ha un altro passo e lo mette spesso in difficoltà. Non si vede quasi mai in proiezione offensiva, specchio di questo Toro che passeggia senza velleità sul prato del Ferraris.
Rossettini 5,5: il giallo rimediato in avvio ne condiziona la possibilità di interventi e patisce come tutta la retroguardia granata una squadra con più motivazioni.
Moretti 5,5: uno dei pochi a metterci impegno evidente, ma sul pasticcio che porta i padroni di casa a raddoppiare collabora con Hart tra intervento molle e un pizzico di sfortuna.
Avelar 4,5: partitaccia. I gol del Genoa nascono dai giocatori che era deputato a controllare, ma lui si fa sorprendere come un novellino.
Acquah 5,5: fa davvero poco in una gara che poteva essere tranquillamente alla sua portata. (dal 60’ Maxi Lopez 5,5: entra e dà battaglia. Le prende e le dà, ma non riesce ad incidere in alcuna occasione).
Baselli sv: costretto ad uscire dopo pochi minuti per una botta: pensare che è stato l’unico granata a calciare verso la porta restando in campo 80 minuti in meno dei suoi compagni. (dal 12’ Lukic 5: mai un sussulto, mai una giocata. Anonimo in maniera preoccupante).
Iturbe 5: corre e si impegna, prova a farsi notare, ma i suoi tentativi sono vani. Un'altra prestazione poco brillante. (dal 68’ Iago Falque 5,5: prova a dare una scossa ad una squadra dall’elettroencefalogramma piatto, senza fortuna. Il suo ingresso sembra propositivo, ma l’effetto dura davvero poco).
Ljajic 5,5: disputa una gara opaca, senza ispirazione né idee fino al metà della ripresa. Poi in un sussulto d’orgoglio comincia a rincorrere gli avversari (da solo), prova qualcuno dei numeri nelle sue corde e con un po’ di fortuna accorcia le distanze grazie ad una punizione da lui stesso conquistata. Sembra l’unico a voler recuperare un risultato alla portata, ma si sveglia tardi. Inspiegabilmente.
Boyè 5,5: lo stesso copione che si ripete da settembre: lotta, danza sul pallone, dribbla. Oggi ripiega anche spesso per aiutare in difesa. Il voto negativo? Pesano i soliti tanti, troppi errori e l’assoluta mancanza di presenza sotto rete. Per uno che di mestiere fa l’attaccante è un bel problema.
Belotti 5,5: abbandonato completamente dal resto della squadra, fa a sportellate con Burdisso e con gli altri rossoblu che lo circondano, senza riuscire a far reparto da solo come gli accadeva fino a poco tempo fa. Non ha uno straccio di occasione, un po’ per la solitudine di cui soffre, un po’ perché non è più il Re Mida che aveva dimostrato di trasformare in oro tutto ciò che toccava.
Alex Bembi