Cairo a Repubblica: "Ho rivisto il mio atteggiamento"

16.06.2014 18:24 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Repubblica
Cairo a Repubblica: "Ho rivisto il mio atteggiamento"
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Una lunga intervista rilasciata a Repubblica, dove Urbano Cairo parla dei suoi ultimi anni in granata, quelli della svolta: "Ci siamo messi a lavorare bene tre anni fa", ha ammesso il presidente granata.

Tra il dire e il fare sono passati quasi dieci anni da che Cairo ha acquistato il Torino, dopo quella drammatica estate del 2005, quando sembrava che non ci fosse più speranza per il Toro. Cos'è cambiato da quel periodo? "L'esperienza è utile e importante, anche se poi nel calcio non bisogna mai avere troppe sicurezze. All'inizio avevo più voglia di stupire con giocatori di nome, oggi ho compreso che è meglio prendere giovani di prospettiva. Ho anche capito che certe scelte non erano mutuabili nel calcio. E ho rivisto il mio atteggiamento: più moderazione e meno esposizione, riflettori ai giocatori".

Intanto sono cresciuti due giocatori come Cerci e Darmian, molto appetiti sul mercato. Riguardo all'ala di Valmontone Cairo ha ammesso di volerlo tenere, ma solo se il giocatore sarà motivato al massimo e sul rinnovo ha confermato: "Non faccio cifre ma è vero che abbiamo proposto due anni in più di contratto (dal 2016 al 2018, ndr) a valori importanti. Ne parleremo quando rientrerà dal Brasile". Il presidente granata ha ancora una volta confermato che la Roma non ha mai fatto una richiesta per il giocatore.

Sull'ex difensore del Milan ha detto: "Noi ci abbiamo sempre creduto. Matteo è il simbolo di questo Toro che si è rilanciato affidandosi a giocatori giovani e di prospettiva. Quest'anno si è consacrato: è un ragazzo di grandi qualità umane, non si poteva non puntare su di lui". Cairo esclude l'arrivo di Paulinho che non è un obiettivo del Toro al di là della sua alta valutazione.

Il futuro di Cairo non sarà in politica, come si ventilava qualche anno fa: "Adesso c'è Renzi che ha fatto cappotto e ci sono tutte le possibilità per fare i cambiamenti che servono. L'unico rischio, per lui, è che con il 40,8% pensi di aver vinto la guerra. Per le riforme che ha in mente, un lungo cammino e tante battaglie da vincere, serve tanta umiltà".