Toro, il lunedì granata
In questo fatasmagorico lunedì post-vittoria qualche riflessione (piccola) è quasi obbligatoria.
Fantasmagorico perchè dopo tanto digiuno, questa normalità, il vincere una partita casalinga masticando un calcio normale condito da quattro gol di pregievole fattura, ha il sapore del pranzo della domenica che preparavano i genitori quando eravamo piccoli ... sa di buono.
Incredibile come in 90 minuti sia cambiato tutto!
Certamente come dice il Mister ritrovato, siamo ancora nello scantinato e al buio, ovviamente bisogna fare qualche risultato in più per dire che il Toro sta risalendo la china, siamo tutti d'accordo che ... una rondine non fa primavera, che una volta qui era tutta campagna, che non ci sono più le mezze stagioni e che le querce non fanno i limoni ... ma che il vento sia cambiato ci sembra talmente evidente che non ci vuole un metereologo professionista per dircelo.
Non eravamo pazzi quando dicevamo che la negatività era contagiosa e non pensiamo di essere troppo ottimisti se oggi diciamo che il virus è stato debellato.
Pensate un po' se il Toro non fosse sceso in campo contro il Cittadella per "sciopero da aggressione", con ogni probabilità i Leader dello sfascio sarebbero ancora in auge e ad esempio anche uno tosto e fantastico nella sua semplicità come Pestrin, sarebbe stato relegato in un amen nel dimenticatoio della panchina.
A furia di puntare il dito indicando, sottolineando, gli errori degli altri una parte della squadra si era dimenticata che il calcio non è solo politica da spogliatoio, non è la sede in cui si studiano le strategie per il rinnovo al rialzo del contratto, non è il posto in cui si analizza il modo per spuntare il premio salvezza più alto ... il calcio è prima di tutto voglia di giocare, correre e vincere.
Li abbiamo già dimenticati e quel che è meglio è che se li sono già dimenticati quelli che scendono in campo al posto loro.
Ma che partita "serena" ha fatto Rivalta. Ogbonna ha rimediato ai suoi soliti pasticcetti con calma olimpica, Gas l'ha messa dentro, Leon il "morto" correva come un pazzo, Gorbsov sta diventando un giocatore vero, Pià si è sventolato la mano davanti alla faccia ... il Toro starà ancora nello scantinato, ma c'è cantina e cantina!
Siamo passati dalla cantina di un palazzone in semi abbandono a quella di un produttore di vino?
Può darsi ... una cosa è certa sabato dalla cantina i giocatori hanno tirato fuori una bella bottiglia di Barbera che mussa con cui festeggiare quattro belle pere ... e tutti zitti a casa (stile Totti).
Una vittoria per chi c'era, per chi non c'era, per chi ritornerà, per chi verrà finalmente, una vittoria per tutti quelli che vogliono bene (anche a modo loro) al Toro ... ma che bel Lunedì granata!
GMC