Torino e gli Azzurri, chi se ne frega
«Dell’Italia non frega niente a nessuno», s’è lamentato Lippi prima dell’ultima trasferta in Georgia, e Torino gli dà prontamente ragione. Domani all’Olimpico c’è il match con la Bulgaria che vale un pezzo di Mondiale.Vincendo, gli azzurri salirebbero a +4 sull’Irlanda a due giornate dalla fine del girone, chiudendo di fatto il discorso prima del prossimo viaggio a Dublino, eppure la città non si scalda nonostante aspetti la Nazionale da 9 anni (15 novembre 2000, Italia-Inghilterra 1-0 in amichevole, gol di Gattuso).
Okay, il mini-stadio sarà pieno o quasi (venduti 19.500 dei circa 22.000 tagliandi disponibili), ma il termometro della passione è vicino allo zero. Anche non volendo inoltrarsi fino allo Juve Center di Vinovo, dove negli ultimi due giorni i lippiani si sono allenati a porte chiuse con il deserto fuori dei cancelli, bastava una passeggiata in centro ieri pomeriggio per toccare con mano la semi-indifferenza che serpeggia sotto la Mole. Sole, aria fresca e migliaia di persone a passeggio, ma davanti all’albergo degli azzurri - il Principi di Piemonte - non più di una ventina di aficionados accoglie i giocatori.
In tanti, evidentemente, hanno trovato di meglio da fare. È il caso di Serena e Tiziana, baciate dal sole in piazza San Carlo. «Non sapevamo nemmeno ci fosse la partita», confessano all’ora del tè. Poi si chiedono: «È grave?». Ma no, anche perché «quando ci sono i Mondiali - giurano - l’Italia la guardiamo». Più o meno lo stesso rispondono Alice, Agnese e Ilaria, studentesse, mentre mangiano il gelato appollaiate su una panchina di piazza Castello, e Linda, che accompagna un’amica straniera vicino alle fontane. «Io preferisco la tv - dice invece Gaspare Messina, più anziano, tifoso del Toro - ma ciò non vuol dire che non mi interessi».
A proposito. L’alta percentuale di juventini (ben 8) selezionati da Lippi, più gli stessi trascorsi bianconeri del ct, non attirano certo all’Olimpico la metà granata della città. Se negli ambienti ultrà giurano di coltivare «una sincera simpatia per la Bulgaria», nei club non si muove foglia. «Non saremo allo stadio - dice Fulvio Bosia, presidente del Toro club di Rivoli - per chi è interessato c’è la tv». E da parte bianconera? «Chi vuole andrà in curva, ma non c’è nulla di organizzato», spiegano esponenti ultrà della Scirea, mentre club come Italia Bianconera hanno fatto il pieno. «Saremo in cento - racconta il numero uno Massimo Cairoli - la Nazionale si tifa sempre, indipendentemente dalla Juve».
In centro non è così. «Non sapevo che giocasse l’Italia», cadono dalle nuvole, uno dietro l’altro, Giovanni Vagnone (studente di Giurisprudenza), Nicola Cassano (Scienze informatiche) e la fidanzata Valentina Moles (Alberghiero). Solo Stefano Conz, juventino, confessa di aver cercato invano un biglietto, prima di decidere di restare a casa. Per trovare due persone con il tagliando in mano bisogna tornare davanti al Principi di Piemonte. Lì sono sempre in venti, aspettano Buffon e compagni per una foto o un autografo. «Speriamo di giocare meglio che in Georgia», si augura Giuseppe Cabella. «Ma a centrocampo manca qualità - dice Andrea Leone, allenatore a livello giovanile - io lancerei D’Agostino da titolare». E Cassano? «Decide Lippi, se non lo convoca ci sarà un motivo», tagliano corto. Domani andranno a vedere se ha ragione.