Panchine bollenti e conti irruenti...
Sedici esoneri in 29 giornate. Panchine che saltano come tappi di champagne la notte di San Silvestro. In mezzo bilanci disastrosi e penalizzazioni che stravolgono la classifica ogni settimana. C’è chi, come Triestina Reggina e Salernitana, soffre evidentemente di manie di grandezza avendo cambiato ben tre guide tecniche. Oltre ad incidere profondamente sui conti societari, qual è l’effettivo riscontro di queste mosse? In principio fu Zamparini col Venezia, di seguito si accodò Luciano Gaucci nel suo variegato mare magnum di squadre in ordine sparso di categorie. L’attuale patron rosanero compresa l’esperienza siciliana avrà pagato più di 30 allenatori in un quarto di secolo. Nomi anche illustri che poi avrebbero fatto le fortune in serie A. Ventura, Zaccheroni, Spalletti, Materazzi, Novellino, Oddo, Prandelli, Guidolin solo per citare alcuni dei tanti navigatori passati sotto i ponti del Maurizio furioso. Parecchi dei sopracitati esonerati e poi richiamati. Segno evidente che l’irruenza alle volte non paga, ma al contrario fa pagare. Questa moda del pentimento postumo è ancora in voga. Ne sa qualcosa Cairo col suo Torino. Nei tre anni di serie A, Gianni De Biasi è stato praticamente sempre con la valigia in mano. Pronto a partire o ad arrivare. Umberto non ha perso l’abitudine, ed anche quest’anno ha replicato con il Colantuono- bis intervallato dalla breve parentesi di Mario Beretta . Con il risultato che la squadra continua a zoppicare quando dovrebbe staccare tutti. E’ andato meglio all’Albinoleffe. Esonerato Madonna si è puntati sull’usato sicuro. Il Mondo da queste parti è una garanzia con tagliando a chilometri illimitati. Cosa che probabilmente non ha fatto Lillo Foti. Ingaggiato l’estate scorsa Walter Novellino a furor di popolo e con squilli di tromba , lo ha esonerato dopo un paio di mesi motivazione: qui si deve andare in A ed invece rischiamo la serie C. A parte che chi prende Monzon dovrebbe sapere che le sue squadre hanno una carburazione lenta come un turbo diesel a iniezione, non c’è nulla di male nel sostituirlo quando però la stessa rappresenta una miglioria a prescindere. La squadra magari sarà stata allestita male in estate, ma Ivo Iaconi non può certamente rappresentare quel quid risolutore per dare nuova linfa a progetti ambiziosi. Difatti anche l’avventura dell’ex tecnico del Frosinone è durata qualche mese. La logica vuole in questi casi che avendo sul libro paga un certo Novellino sia lui il favorito per un ritorno alla guida. Nisba. Monzon rimane nella sua Perugia ad aiutare la moglie al negozio, in panchina si accomoda Roberto Breda tecnico della primavera con nessuna esperienza su una panchina. Risultato? La Reggina con i suoi 33 punti è seriamente candidata ad una retrocessione dolorosa. Dallo scirocco alla bora. Stesso giro stessa sorte. Tre allenatori cambiati. Inizia Luca Gotti reduce dalla fallimentare (anche se per colpe non tutte amputabili a lui) esperienza trevigiana, prima della sua breve carriera. L’inizio in effetti è dei migliori. Gli alabardati giocano bene, segnano e vincono. Poi all’improvviso il black out. La macchina s’inceppa e buonanotte ai suonatori. Via l’ex tecnico dell’Under 17 e dentro Mario Somma (quello che una volta ad Arezzo faceva la somma dei punti…), strappato a 90° speciale serie B. Ma il tecnico latino da qualche anno non è più lo stesso. Esonerato a Empoli (forse ingiustamente), esonerato a Brescia, così così a Piacenza, così così a Mantova, male a Trieste. Forse un bagno di umiltà non farebbe male. Arrigoni insegna. E difatti Fantinel si rivolge proprio a Daniele per risollevare le sorti della navicella in balia del vento balcanico..Al terzo tentativo le cose iniziano a girare per il verso giusto. Domanda da cento milioni di dollari: perché non pensarci prima? Di tutt’altro tenore la situazione a Salerno. I granata sono partiti col piede sbagliato e non sono più riusciti a raddrizzare la stagione. Ha iniziato Brini, tecnico della promozione e della salvezza scorsa, ha proseguito Cari (Cari?? Mah), è salito in corsa Grassadonia col…Cerone, scioltosi anche l’ex difensore è rimasto solo il trucco..Esonero anche per lui. Assolutamente doveroso secondo il ds Nicola Salerno, il quale ha tentato in tutte le maniere di portare all’Arechi il suo “figlioccio” Stefano Cuoghi, approdato poi alla corte di Camilli in quel di Pisa dove sta vincendo il campionato. L’aria picena fa evidentemente bene a Bepi Pillon. Chiamato al capezzale di un Ascoli malato e dato per moribondo nonostante un buon inizio con l’esordiente Pane, è riuscito nel giro di qualche settimana ad invertire le rotta. Il porto della tranquillità, dopo il blitz di Sassuolo, è ad un tiro di schioppo. Ascoli è oramai la seconda casa per Bepi e il fratello Albino. Sta lentamente iniziando la risalita anche il Padova, passato da Carlo Sabatini tecnico della promozione, a Nello Di Costanzo. L’inizio è stato un po’ in salita. I dettami dell’ex tecnico del Messina non sono di facile apprendimento. I bianco scudati sono in piena bagarre per non retrocedere, ma qualcosina inizia a girare. Se la cura Di Costanzo è efficace o sarà solo un palliativo lo sapremo tra non molto, certo è che ci sarà da soffrire per il vulcanico Cestaro. E’ stata invece assolutamente risolutiva la sostituzione nel Brescia tra Cavasin (approdato nel frattempo al Bellinzona), e Iachini autore dell’ultima promozione in A del Chievo. L’inizio un po’ come a Pdova non è stato semplice, tant’è che Corioni Gino altro mangia allenatori, stava pensando ad un esonero bis. Poi pian pianino tra innesti mirati e schemi assimilati le rondinelle hanno spiccato il volo interrotto da due turni. Ma Iachini tempo permettendo, ha tutte le carte in regola per timbrare l’impresa. Infine il Piacenza. I Garilli avevano affidato la loro creatura alle cure di Fabrizio Castori, allenatore preparato ma dal carattere focoso. Il tecnico di Tolentino però non ha saputo dare quell’impronta e quella cattiveria necessari e vitali per una squadra che deve lottare sempre con il coltello tra i denti. Così l’avventura è durata poco. Ad accomodarsi Massimo Ficcadenti. Fermo da quasi due ha subito trasmesso entusiasmo e voglia di lottare. Certo l’organico è quello che è ci vorrà una mezza impresa per evitare le retrocessione, ma la bella vittoria del Matusa può infondere coraggio a tutto l’ambiente. Su una cosa non si sbaglia: in casa o furori Ficcadenti va sempre per vincere.