Omicidio Sandri, Spaccarotella: "Temo per la mia famiglia"
«Che abbia paura di ritorsioni mi sembra più che logico. Sono una persona normalissima: sono un poliziotto che ha famiglia e più che per me ho paura per loro». Così ha risposto l'agente Luigi Spaccarotella - accusato di omicidio volontario per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri e intervistato oggi da alcune tv nello studio del suo avvocato ad Arezzo -, alla domanda se fosse intimorito dagli ultras. «Che gli ultras siano quello che sono - ha risposto Spaccarotella - non c'è bisogno che lo venga a dire io. Lo sapete meglio di me». Quindi, Spaccarotella ha ribadito di aver dei timori riguardo agli ultras. «Per il resto sono tranquillo e fiducioso».
Vestito con un giubbotto bianco, dei pantaloni sportivi e un cappello da baseball, l'agente per la prima volta si è presentato ai giornalisti per rispondere alle loro domande. Durante parte dell'incontro Spaccarotella ha tenuto per mano la moglie e si è visibilmente commosso in più occasioni. Una di queste è stato quando ha detto che la famiglia gli è stata sempre vicina e lo ha supportato, così come molti suoi amici, anche se altri si sono un pò allontanati. Al giornalista che gli chiedeva se volesse chiedere perdono alla famiglia Sandri, l'agente ha risposto di non sapere con quali parole farlo, dicendosi vicino ed esprimendo cordoglio ai familiari di Gabriele. L'agente ha poi sottolineato che quel giorno quando partì il colpo il suo gesto non fu volontario, ma si trattò di uno sparo partito accidentalmente. Durante le interviste televisive Spaccarotella è stato ripreso di spalle.
IL FRATELLO DI GABBO: «NON E' CREDIBILE» «Rimaniamo interdetti come famiglia dalle parole dell'agente Luigi Spaccarotella, anche perchè il suo pentimento ci perviene tramite i media e sempre in prossimità di udienze che riguardano il suo procedimento- ha detto a Radio Dimensione Suono Roma Cristiano Sandri, fratello di Gabriele- È assolutamente poco credibile; non è piu l'ora di pentimenti televisivi e radiofonici ma - come ricordava lui - ci sarà un accertamento dei fatti davanti alla corte di Assise di Arezzo, accertamento che avverrà senza alcuna reticenza». - L'agente dice di temere ritorsioni per la sua famiglia... «Il discorso sulle minacce è stucchevole perchè non sappiamo che volto abbia l'assassino di mio fratello, non lo sapeva neanche l'ufficiale giudiziario che non è riscito a notificargli l'avviso della prima udienza preliminare. È inutile instillare l'idea di questa situazione di buoni e cattivi in cui si vorrebbe far passare il carnefice per vittima».