Nesti, il caso Dahlia
Sono molto dispiaciuto per il caso Dahlia, anche se, per fortuna, non mi mancano opportunità altrove: Telelombardia (“Qui studio a voi stadio”, in Piemonte su Videogruppo), Top Calcio 24, le “ospitate” su Rai Uno, l’attività di scrittore, e naturalmente il mio sito. Sono dispiaciuto perché è stato bellissimo realizzare, con Renato Zaccarelli, parecchie telecronache delle partite del Toro. Ovviamente, io e Renato, che è una persona di straordinaria serietà, ci eravamo subito trovati d’accordo nello sposare una linea: quella dell’imparzialità, in omaggio agli abbonati di tutte le squadre, e non solo della formazione granata. Ma era bello capirsi semplicemente con gli sguardi, quando qualcosa andava bene, o andava male al Toro: le “radici” non si dimenticano mai. Intervengo per informarvi sulla situazione, ed esprimere una opinione personale, pur ignorando le modalità riguardanti rimborsi, e altro. Su quelle, essendo un normale collaboratore giornalistico di Dahlia, è opportuno seguire i canali ufficiali. Gli azionisti di maggioranza svedesi dell’emittente televisiva, come sapete, sono usciti definitivamente di scena. Ma esistono azionisti di minoranza, e proprietari delle frequenze, cioè Telecom, che hanno in mano il futuro di Dahlia. Io credo che ci siano almeno 2 motivi, per i quali al governo Berlusconi conviene incoraggiare l’intervento di Telecom. Il primo è che il Presidente del Consiglio non gode più dei consensi di inizio mandato, e, in questa fase, se lasciasse precipitare l’unico concorrente di Mediaset Premium sul digitale terreste, darebbe vita a una mossa ulteriormente impopolare. Conosciamo il conflitto di interessi del quale è “ammalato” il paese, ma c’è un limite a tutto, e se Mediaset Premium, ad esempio, subentrasse a Dahlia, Berlusconi verrebbe messo in croce come detentore di un’altra forma di “potere assoluto”. Il secondo motivo è che Sky non accetterebbe uno scenario in cui Mediaset Premium, acquisendo i diritti di tutte le squadre di Serie A e di Serie B, comprese quelle di Dahlia, fosse in grado di fissare una offerta irresistibile. L’utente del digitale terrestre, infatti, potrebbe assistere alla globalità delle partite a un decimo (circa) del costo di Sky, che vedrebbe cadere la sua campagna abbonamenti. Mi auguro, con tutto il cuore, che a Dahlia venga gettata una “scialuppa di salvataggio”, come cittadino, per una esigenza di democrazia, e, come giornalista torinese, perché mi piaceva, anche a livello sentimentale, raccontare le partite del Toro, oltre al resto. A onor del vero, l’intervento del Ministro Romani, proprio da parte del governo, è stato immediato.