Marchisio e la moglie granata
La signora aspetta un erede, serve un po’ di tatto. Per una famiglia integralmente juventina («mamma è felice se le regali l’abbonamento alla curva», «Papà preferisce godersela in tv con moviole e commenti»), la signora del caso non è la Juventus. Si chiama Roberta ed è la moglie di Claudio Marchisio. Segni di riconoscimento? Tifa (il marito preferisce l’imperfetto) Toro. Figuratevi oggi che c’è il derby. In certi casi casa Marchisio deve sembrare casa Vianello. Lui un Raimondo austeramente juventino, lei una Sandra dal tremendismo sbarazzino. Potrebbe essere uno dei pochi casi in cui il Torino riesce sempre a farla da padrone. Anche se il nostro, anni 23, faccia (orecchino al lobo) pulita e frizzante della nouvelle vague bianconera (2 gol decisivi in serie A), provvede a ridimensionare il problema. «Le ho fatto un lavaggio del cervello».
E sua moglie si è già arresa?
«Tutto nasce dal fatto che suo padre giocava nella Primavera del Torino prima di vagare tra serie C2 e D. Ecco perchè è diventata tifosa granata. Gli altri, in famiglia, sono juventini. Adesso ha capito. Ci mancherebbe! Uno torna a casa nervoso, se qualcosa non è andato bene e si ritrova una moglie del Toro!».
Lei certo conosce la Primavera granata. Può servire il consiglio di Mourinho? Il Toro giochi con la Primavera, tanto...
«Certo che vale la loro Primavera. C’è un talento, Comi, cresciuto a Chieri come me. C’è un bravo portiere. Fin da piccolo ti inculcano spirito e carattere del Toro. Squadra non male. Però a Mourinho piace parlare. Ma non c’è tempo per ascoltarlo e leggerlo. Abbiamo cose più importanti da fare».