La storia di Juve-Toro
Juventus-Torino è un romanzo. Il derby, che torna sabato, appassiona una città dal 1907, è ricco di storie, di personaggi. Ne raccontiamo alcune.
PRESIDENTE SOTTO CHIAVE - Il fondatore del Torino, lo svizzero Alfredo Dick, non assistette al primo successo dei granata sulla Juventus per 2-1. Viene chiuso per vendetta negli spogliatoi dai dirigenti juventini. Quasi un secolo dopo, nel febbraio del 2006, un altro dirigente della Juve, Moggi, chiude a chiave nello spogliatoio di Reggio Calabria l’arbitro Paparesta. Dick era un dirigente della Juve, che assieme ad un gruppo di dissidenti fondò il Torino in una birreria della città. Tra il 1912 e il 1914 il Torino strapazzò la Juve tre volte: (8-0, 8-6, 7-2).
IL GOL DI RODOLFO VALENTINO - Il derby del 1927 viene firmato da Pietro Pastore. Aveva esordito in serie A con la maglia della Juve a 15 anni (record nella storia bianconera).Giocherà nella Juventus per quattro stagioni dal ’23 al 27, vincendo un scudetto e realizzando 55 gol in 67 partite. Era convinto che per giocare bene era necessario un pisolino prima della partita. Ma lasciò presto il calcio per la sua grande passione, il cinema. Una certa rassomiglianza con Rodolfo Valentino aveva incoraggiato questa sua scelta. Aveva cominciato col muto, ricoprendo il ruolo di protagonista nel ’33 in Acciaio, un film ambizioso sceneggiato da Mario Soldati. Ma il sogno di incontrare Greta Garbo svanì, si limiterà a diventare un buon caratterista partecipando fra gli altri film a Vacanze romane, Guerra e Pace, Barabba e con Totò Signori si nasce, Arrangiatevi, Totò e Marcellino.
SPARI IN AMICHEVOLE - C’è anche una sparatoria senza conseguenze nella storia del derby. Accadde nel '45 quando le due società decisero di organizzare un’amichevole in una città ancora sconvolta dalla guerra. Entrarono allo stadio fascisti e partigiani senza pagare il biglietto: un litigio tra Mazzola e Borel II inasprisce gli animi del pubblico che risponde a colpi di pistola: non ci sarà nemmeno un ferito, la Juve vincerà per 3-1.
IL DERBY PIU’ TRISTE - 22 febbraio 1967 si gioca il derby in un’atmosfera di grande dolore. Una settimana prima è morto Gigi Meroni, idolo del Torino in un incidente d’auto. Viene travolto mentre attraversava la strada assieme al compagno di squadra Poletti da Attilio Romero, che nel 2000 diventerà presidente del Torino. I tifosi della Juve vanno al Filadelfia con le bandiere bianconere listate a lutto. Un elicottero lanciò fiori sul campo di gioco, che poi vennero raccolti sulla fascia destra, quella dove giocava Meroni. L’attaccante argentino Nestor Combin, che in precedenza aveva giocato nella Juve, era molto amico di Meroni. Giocò nonostante la febbre alta segnando tre gol di cui due nei primi sette minuti. Il quarto gol venne realizzato da Carelli che aveva giocato con la maglia numero 7, quella di Meroni, che nei sette derby disputati non era mai riuscito a battere la Juve.
CHE RIMONTA - Passa alla storia la grande rimonta del Torino contro la Juve il 27 marzo del 1983, i bianconeri sono impegnati in un testa a testa con la Roma che vincerà poi lo scudetto. Juve in vantaggio con Paolo Rossi e raddoppio di Platini. Manca un quarto d’ora alla fine e il Torino di Borsellini si scatena. Bonesso prima e Dossena poi riportano le sorti del derby in parità. Poi negli ultimi istanti di gioco una gran girata di Torrisi dà la vittoria al Torino, facendo secco Zoff, che a fine stagione lascerà la Juve.
LA BUCA DI MASPERO - Altra rimonta del Torino nell’ottobre del 2001. La Juventus chiude il primo tempo in vantaggio di tre gol (doppietta di Del Piero e Tudor). Nel secondo tempo il Torino reagisce, segnano Lucarelli, Ferrante e Maspero. Ma la Juve ha la possibilità di vincere la partita con un rigore. Maspero approfitta della confusione e scava una buca davanti al dischetto, Salas tira e sbaglia. Ricorda Maspero che gioca in Promozione nel San Paolo d’Aragon in Lombardia: "Sì, è vero ho scavato una cunetta vicino al dischetto. Io sono un rigorista, sono abituato a controllare il pallone con attenzione. C’era una gran ressa intorno all’arbitro, ho approfittato della confusione e Salas non si è accorto di quello che avevo fatto". Oggi allena i giovani del San Paolo e continua a giocare ("finchè ne avrò voglia").
Giuseppe Bagnati