Il Torino analizzato dai reggini

27.03.2010 09:22 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Giovanni Cimino per TuttoReggina
Il Torino analizzato dai reggini
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© foto di Federico De Luca

Colantuono-Beretta-Colantuono: questa l'alternanza di tecnici sulla panchina granata in questa annata di cadetteria. Una divisione di presenze alla guida tecnica del Toro che ha inevitabilmente segnato anche le disposizioni tattiche della formazione piemontese, che ha fatto una scelta precisa e assolutamente coraggiosa a metà gennaio, in pieno mercato di riparazione. Innanzitutto via il ds Foschi, colui a cui si era affidato il piano di rinascita granata, che non solo doveva coincidere con un immediato ritorno in massima serie, ma con un campionato dominato a mani basse, visto anche gli investimenti e la portata della rosa torinista, in gran parte composta dai giocatori che avevano vissuto la retrocessione. Ci riferiamo ai vari Bianchi, Di Michele, Gasbarroni, Colombo, Diana, Sereni e compagni cantante. Non è andato come previsto e si è arrivati alle voci di partite vendute, alle partite perse in casa, all'esonero di Colantuono all'indomani della gara persa all'Olimpico contro il Crotone. Sulla panchina arrivò Beretta che regnò lo spazio di 5 partite, vivendo in prima persona il cambio di direttore sportivo, con l'arrivo di Petrachi, le aggressioni ai calciatori, fino al paventato sciopero in occasione della gara contro il Cittadella e alle sconfitte che potevano gravemente pregiudicare le ambizioni granata. Ma la squadra è in qualche modo rimasta a galla in mezzo alla classsifica, grazie anche ad una partenza accettabile. La gara interna contro il Grosseto ha segnato il ritorno di Colantuono sulla panchina torinista e ha anche visto l'avvento di una rosa assolutamente rivoluzionata e compasta da nuovi elementi, diremmo più di categoria.

Colantuono ha pensato inizialmente per il suo Toro, un 4-3-1-2, con trequartista(Gasbarroni o Leon), dietro le due punte, con Loviso vertice centrale del centrocampo a tre. Difesa rigorosamente a quattro, con due terzini molto duttili e due centrali in alternanza tra Zoboli, Loria, Pratali, senza dimenticare Ogbonna. Una rosa di grande livello qualitativo, sopratutto nei rincalzi, forse l'elemento più importante per condurre un campionato d'alta classifica. In avanti i gemelli del gol Di Michele-Bianchi, almeno nelle intenzioni coppia letale in zona gol, con alternative come Vantaggiato e il francese Arma. Solo nell'ultima gra della prima gestione Colantuono ha scelto un più puro 4-4-2, con i risultati che si sono visti.

Beretta ha proseguito sulla scia del 4-3-1-2, con il criticatissimo Lovisso play di centrocampo e con il trequartista dietro le punte. Solo nella gara interna contro il Mantova, l'ex tecnico di Siena e Parma ha scelto un 3-5-2 alla Mazzarri tanto per intenderci, con Colombo e Rubin sulle fascie, che si abbassavano in fase di non possesso e con tre centrali puri in difesa: esperiemento subito abbandonato.

Il ritorno di Colantuono in panchina e la chiusura definitiva del calciomercato, vede il Torino stabilizzarsi su un 4-4-2, che propone numerose varianti tattiche a seconda della disposizione dell'avversario o delle disponibilità dei vari calciatori. Contro Ancona e Modena abbiamo visto un Torino con 2 soli mediani dietro a 3 trequartisti e una sola punta, mentre al Braglia il Toro ha giocato con tre mediani come Genevier, Pestrin e Barusso, 2 mezzepunte e il bomber Bianchi a sostenere il peso offensivo. Mentre contro Empoli e Brescia, Colantuono ha mandato in campo Leon e Gasbarroni in contemporanea, in una sorta di 4-2-2-2, con modesti risultati.

La mancanza di Genevier è senza dubbio una grossa perdita per Colantuono, che ha dato in mano al centrocampista francese le chiavi del centrocampo. Con Leon fuori causa per squalifica, Colantuono potrebbe proporre i muscoli di Barusso e Pestrin, che formeranno una bella diga sulla mediana, mentre Antonelli su destra e Gasbarroni sulla sinistra potrebbero essere i due esterni prescelti dal tecnico romano. Difesa assolutamente confermata in toto, con Loria e Ogbonna al centro, D'Ambrosio a destra e Garofalo a sinistra, due elementi quest'ultimi che spingono e difendono con una certa costanza.