Dentro o fuori
Partiamo dalla fine questa volta, dalla fine del mercato di gennaio, che come spesso accade lascia dietro di se strascichi più grandi del mercato stesso, quasi fosse la fiera delle meraviglie "dimenticate" in quello estivo, un balsamo potente, capace, almeno così si pensa, di stravolgere non solo il cuore dei tifosi ma anche la fisionomia di qualunque squadra.
Chiaramente non è così, anche perché tutte le squadre sono ancora alla ricerca del proprio obiettivo, fissato in estate, e nessuno vende i pezzi migliori, ma quasi esclusivamente quei giocatori che per una ragione o per un'altra non sono riusciti a trovare lo spazio che meritano.
Per il Toro il mercato si è chiuso con l'acquisto in extremis di Andrea Gasbarroni, giocatore proveniente dal Genoa, nato trequartista è vero, ma che non disdegna la posizione di esterno sinistro, la cessione al Siena di Nicola Amoruso (prestito) e quella di Malonga (prestito) al Foggia.
Inutile sottolineare che, chiuso il mercato, il popolo granata si sia diviso in due fazioni, quella pro mercato e quella degli insoddisfatti, che invece pensano che non si sia fatto abbastanza, di fatto tutti aspettano con impazienza la partita contro il Chievo, partita da vincere assolutamente, e su questo c'è la massima sintonia.
Per come la penso io, il voto dato dal DS Foschi al mercato del Toro, cioè, un dieci pieno, è sicuramente una provocazione atta a smuovere una tifoseria che si era persa dietro vari sogni, ma può anche assurgere a stimolo per un gruppo che effettivamente è riuscito a mettere in campo molto meno di quanto era nelle sue capacità. Dalla dirigenza arriva un messaggio importante, il Toro ci crede.
Domenica, allo stadio Olimpico, il Toro si troverà di fronte il Chievo di Mimmo Di Carlo, squadra, praticamente data spacciata non meno di quindici giorni fa, che ora invece si gioca gran parte della sua salvezza contro i granata, con i quali condivide classifica e punti.
Il Chievo, squadra imbottita di ex più o meno illustri, viene da un periodo particolarmente felice, e forte dei suoi cinque punti ottenuti nelle ultime tre partite, tutti ottenuti contro dirette concorrenti per la salvezza, con l'acuto di Reggio in primis, giusto per sottolineare la sua pericolosità esterna, si presenta a Torino con il chiaro intento di portare a casa i tre punti, anche perché un pareggio questa volta servirebbe poco ad entrambi.
Difficile quindi che si possa ripetere 1-1 dell'andata, ma da questo a dire che sarà una bella partita ci passa, anche perché chi cede per prima rischia di capitolare, e nessuno ha voglia di scoprire il fianco agli attacchi avversari.
In casa Toro, messo per il momento nel dimenticatoio il punto ottenuto a Milano contro la prima della classe, la partita contro il clivensi rappresenta l'ennesimo crocevia di una stagione densa di ostacoli.
Stagione che sembra più lunga di quanto in realtà non lo sia, dove i momenti per riposare la testa e riordinare le idee sono praticamente venuti a mancare, colpa di una classifica che non dà tregua, non ti consacra ma t'investe con la sua aggressività.
La fortuna di giocare questa partita tra le mura domestiche con un pubblico che non lesinerà il proprio incoraggiamento può essere fondamentale, anche perché la squadra di Cairo ha dimostrato di riuscire a tirare fuori quel qualcosa in più proprio quando si sente "protetta", quando sente il pubblico animarsi per le sue giocate, quando "sente di giocare in casa".
Inutile dire che in questa partita nessuno può sentirsi giudice ed arbitro, non ci sono alibi e non ci si può nascondere dietro un dito, il Toro deve mettere in campo grinta, intensità, voglia di vincere e di crescere come squadra e come gruppo, ma non basta.
Come più volte ho detto, la via della salvezza passa dal gioco.
La squadra di Novellino che contro l'Inter ha mostrato di avere una buona organizzazione di gioco, deve proseguire la strada intrapresa, migliorando soprattutto la fase offensiva, con atteggiamenti propositivi di centrocampo e difesa, perché se questa partita rischia di essere un vero "dentro o fuori", il campionato dei granata non si esaurisce qui, verranno altri impegni da affrontare con l'obiettivo di giocare a calcio.
Quanto alla formazione, o alle formazioni possibili, poiché l'indisponibilità di Rivalta, per infortunio, apre numerosi scenari per quanto riguarda il pacchetto difensivo ma non solo, come al solito possiamo fare numerose supposizioni, ed essere smentiti pochi minuti prima dell'inizio del match.
Di sicuro il WAN non rinuncerà al 4.4.2, anche perché il reparto offensivo sembra aver trovato la sua configurazione con Rosina libero di svariare ed inventare su tutto il fronte offensivo, con Abate a dare profondità sulla fascia, e Bianchi come al Meazza cecchino infallibile quando l'occasione si presenta.
Flavio Bacile