Venesia (tifoso del Toro): “Se al Toro scocca la scintilla ci può scappare anche qualche cosa di positivo, per una volta”

13.09.2023 12:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Enrico Venesia
Enrico Venesia
© foto di Elena Rossin

Enrico Venesia, tifoso del Toro da più di sessant’anni, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Ecco che cosa ha detto sull’attuale squadra allenata da Juric:

Che cosa ne pensa di questo nuovo Torino?
Bene. Devo dire che non mi è piaciuto quanto successo con Buongiorno perché la società gli aveva prolungato il contratto a metà luglio e poi verso la fine del mercato ha dato l’assenso alla vendita e se non è andato via è solo perché il giocatore ha detto di no. Ho ancora in mente quella fotografia che è girava sui social di Alessandro che nel parcheggio del Filadelfia, dopo un allenamento e con ancora indosso la maglia da allenamento e i pantaloncini del Toro e in ciabatte, parlava da solo al telefono. E mi è anche spiaciuto che non ci sia stato un movimento di popolo come era successo tanti anni fa quando il Torino voleva vendere Meroni o per Lentini, ma fa parte dei giorno nostri. Buongiorno è nato e cresciuto con i valori granata e darlo via sarebbe stato cose se avessero osato cedere Giorgio Ferrini. Se devo dire il classico granata nel quale mi specchio è proprio Buongiorno”.

Veramente sui social, quando i tifosi sono andati ad accogliere Zapata e Buongiorno è arrivato al Filadelfia per l’allenamento e poi allo stadio il giorno della partita con il Genoa c’era lo striscione e ci sono stati tanti cori per Alessandro. I tifosi del Toro erano e sono tutti con lui e hanno apprezzato moltissimo il suo voler rimanere e non andare all’Atalanta.
“Tutto vero, ma ai miei tempi era diverso ricordo che per Lentini fu sfondata la porta della biglietteria dell’allora sede in corso Vittorio. Non dico che si doveva arrivare a questi eccessi, però ormai in linea di massima il tifoso si esprime sulla tastiera. C’è come un alone di apatia. Ricordo quanto si era fatto casotto per Aldo Serena, un giocatore che passò dall’Inter al Milan e dal Torino alla Juventus. E adesso per Buongiorno che ha detto no all’andare via in proporzione si è fatto poco. Ha detto bene Agroppi. Il mio è un toro romantico che non c’è più. Sostanzialmente sono più di trent’anni che non vinciamo niente e ormai la maggior parte dei tifosi sono vecchi ed è difficile per i ragazzini diventare del Toro”.

Comunque allo stadio di bambini e ragazzini ce ne sono.
“Sì, però all’epoca di Borsano c’erano 40 mila abbonati.

Anche volendo adesso lo stadio Grande Torino Olimpico è più piccolo dell’allora Delle Alpi e non ci sono 40mila posti, ma meno.
“Quest’anno però, almeno nelle due prime partite di campionato in casa si è visto più pubblico e questo non è male, speriamo che si continui così. Io non abito a Torino, ma verrò per la partita con la Roma e non so se andrò a Salerno, dipenderà dal “raptus” del momento”.

Tornando a cosa pensa del Torino.
“Come dicevo, sono contento e adesso il problema è legato a quanto farà Juric perché adesso ha a disposizione dei giocatori che, secondo me, dovrà mettere in campo in un altro modo, ma lui lo sa benissimo e lo ha detto in conferenza stampa che non dormirà la notte. E non ha tutti i torti. Dovrà fare modifiche sostanziali fra centrocampo e attacco. Sanabria non può essere lasciato fuori e potrebbe giocare al posto di Miranchuk, che l’anno scorso si accendeva e spegneva ad intermittenza, visto che è un giocatore disposto al sacrificio per la squadra. Zapata se non si fa male è un grande acquisto e per farlo entrare in forma Tameze deve giocare. Non so quali soluzioni possa adottare Juric, sono affari suoi e io non mi metto a fare il tecnico, però l’allenatore ha le sua gatte da pelare in questo senso. Abbiamo una bella squadra. Ma vedo Schuurs fuori posizione da braccetto destro e non da centrale, ma quando gioca centrale Buongiorno deve spostarsi a sinistra e quindi poi non c’è posto per Rodriguez”.

In questo periodo, con Djidji di nuovo operato e con Zima che stava cercando la forma ottimale dopo i problemi che ha avuto, in difesa c’erano gli uomini contati, anche se è arrivato Sazonov che però deve ancora ambientarsi.
“Tutto vero, Djidji starà fuori fino a dicembre e Zima è andato in Nazionale quindi dovrebbe stare meglio e giustamente Sazonov deve ambientarsi. Comunque penso che Schuurs giochi meglio da centrale, abbiamo visto che ha faticato a San Siro contro il Milan anche se in generale in quella partita tutta la squadra ha fatto male”.

Mettendo da parte le prime tre partite, che potenziale di piazzamento finale in classifica può avere il Torino?
“La squadra ha meccanismi talmente delicati che alla fine può girare in un modo, ma anche in un altro. Lo dico dopo averne viste di tutti i colori in sessant’anni, proprio nella partita contro il Cagliari ho festeggiato sessant’anni di presenze allo stadio: mio papà ha iniziato a portarmi quando avevo tre anni come ricorda benissimo un suo amico. Però dico che se si trovasse la chimica fra Juric, la squadra, Cairo e i tifosi e si formasse, come ai tempi dello storico tifoso Ginetto Trabaldo, tutto un sistema che porta nella stessa direzione allora dico che la Champions … va bene è un sogno, ma ho visto la Juve andare in B quindi tutto può avverarsi. Diciamo che per l’Europa possiamo dire la nostra, anche se davanti a noi ci sono realtà come Fiorentina, Roma e tutta una serie di squadre che hanno anche più consapevolezza dei propri mezzi rispetto a noi, consapevolezza che noi dobbiamo acquistare. Se Juric riesce a far scoccare la scintilla allora si può. Faccio un paragone un po’ forte, Juric è un po’ come Radice perché è in grado di fare e disfare la squadra. Per una volta le cose potrebbero girare dalla nostra parte. L’allenatore ha belle idee e deve avere il coraggio di fare qualche cosa di nuovo davanti e in mezzo al campo. Vediamo come va con la Salernitana, la partita di lunedì per me è molto importante. Se portiamo a casa i tre punti dominando la partita allora poi ci potrebbe essere una bella gara con al Roma e da li in avanti si vede. Per carità il campionato è lungo e siamo solo agli inizi, però c’è qualche cosa che mi dice che potrebbe scoccare una scintilla positiva perché adesso la squadra e gli uomini ce li abbiamo”.

Juric avrebbe voluto avere anche un altro trequartista oltre a Vlasic, Radonjic, Karamoh e Seck poiché l’anno scorso c’era anche Miranchuk.
“Sì, ma perché non possiamo considerare trequartista Ilic? Ha la visione di gioco, il tocco e il tiro da fuori area e quindi può essere spostato più avanti. Magari Juric sta valutando questo, anche se sa perfettamente che lo deve “stuzzicare” in maniera importante”.

Lo ha già fatto.
“(Ride, ndr) Ho sentito quando prima della partita con il Genoa in conferenza stampa aveva risposto proprio a una sua domanda su Ilic. Per certi versi Ilic mi ricorda un po’ Ljajic, comunque avere al Toro Ilic è un lusso che sa risolvere le partite, come era successo con la Lazio. E un altro che può essere devastante è Radonjic, pensiamo al gol che ha fatto al Genoa, guarda caso la palla gliela aveva data Ilic, con un’azione stratosferica e un tiro non fatto a caso, ma volutamente indirizzato sotto la traversa. Quando entra in area fa sempre lo stesso movimento e puntualmente va via all’avversario. Ha ragione Walter Sabatini quando parla di Radonjic, tutti i giocatori che sceglie lui poi si rivelano straordinariamente forti, lasciando perdere se poi alcuni sono discontinui”.

Indubbiamente ci sono più giocatori che se tutto gira bene possono far fare al Torino il famoso salto di qualità, basta pensare anche a Vlasic e Zapata.
“Vlasic, secondo me, gioca in una posizione a lui non ideale dovrebbe giocare sulla fascia e non sulla trequarti avanzata perché non ha la rapidità e il tipo di gioco che serve appunto sulla trequarti. Però si gioca in undici per cui è inevitabile che vadano fatte scelte
L’umore, la sensazione, l’humus che percepisco è fertile e se s’incastrano un po’ di situazioni e come dice Juric riusciamo a fare innamorare i giocatori di questo Toro ci può scappare anche qualche cosa di positivo per una volta dico Europa League e non la Conference, vorrei tornare a Bilbao ancora una volta prima di morire.
Tutto sta ad arrivare a dicembre e se per allora avremo 35-36 punti, che sono tantissimi, ci saranno delle buone opportunità, ma, lo ripeto, se con la Salernitana  vinciamo facendo una buona prestazione si può dare il là e non come l’anno scorso che pur dominando la partita non siamo andati oltre il pareggio. E poi soprattutto in casa vanno vinte le partite con le squadre alla portata e possibilmente anche qualche altra. Vedremo”.