ESCLUSIVA TG – Testa: “Voglio un Torino mangia avversari col Monza. Sono ancora speranzoso per l’8° posto”

30.03.2024 11:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Carlo Testa
Carlo Testa

Carlo Testa è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Testa è tifoso del Toro, storico titolare del Granata Store, giornalista e scrittore. Con lui abbiamo parlato del Torino che oggi pomeriggio affronterà il Monza e del suo ultimo libro.

Un momento cruciale della stagione del Torino oppure è questione romantica da tifosi che sperano ancora che la loro squadra possa partecipare alle coppe europee?
“La speranza del tifoso di andare in Europa non la si può nascondere ed è comunque  un obiettivo che può dare un stimolo ai tifosi per stare vicini alla squadra che ha fatto, dal mio punto di vista, un bel campionato sbagliando purtroppo alcune partite in casa con avversari alla portata e subendo anche qualche arbitraggio sfavorevole di troppo. Il Torino avrebbe meritato sicuramente qualche punto in più in classifica e io, da persona poco esperta, dico che mancano 6 punti e credo di essere molto stretto nel dirlo. Questa partita ha due risvolti: uno, per il tifoso che ha comunque ancora la speranza di andare in Europa, speranza che non è morta vincendo con il Monza e poi magari anche con l’Empoli così si potrà affrontare il derby in un modo ancora più interessante e in seguito si potranno andare a vedere gli sviluppi della classifica. Due, dal punto di vista pratico, come ho detto prima, è chiaro che probabilmente abbiamo perso troppi punti in un momento più nevralgico del campionato.  Detto questo non vedo una partita dal punto di vista romantico bensì una gara che va affrontata comunque con la giusta determinazione e la stessa carica agonistica delle ultime partite e soprattutto sperando che la sosta del campionato non sia stata inopportuna perché il Torino stava andando a mille e storicamente dopo le soste noi non abbiamo mai fatto grandi partite per cui mi auguro che questa volta sia diverso”.

Però forse la sosta ha permesso a Sanabria di curare il problema al tendine e a Tameze di tornare  dopo l’infortunio muscolare.

“Sì, certo. Però quando una squadra trova una certa alchimia tutto funziona con i giusti giri e varrebbe la pena continuare su quella falsa riga. Con il senno di poi è chiaro che ci siano pro e contro, come in tutte le cose. Penso che comunque quella con il Monza sia l’ultima partita davanti ai propri tifosi in uno stadio praticamente pieno dove si potrà dimostrare ancora una volta se effettivamente siamo lanciati verso un fine campionato di rilievo oppure se resteremo nuovamente in una posizione di classifica che non porta a nulla. Io però sono ancora speranzoso per l’8° posto”.

Che cosa si aspetta oggi pomeriggio dal punto di vista del gioco?
“Voglio un Torino mangia avversari e in campo voglio vedere quella determinazione che è mancata troppe volte in casa davanti alla propria gente. Quella voglia di dimostrare che questo campo deve essere inviolabile, non dico una fossa dei leoni, sarebbe troppo, però comunque soprattutto in casa va dato tutto perché il pubblico è sempre stato molto vicino ai ragazzi e al mister con l’ambiente che si è dimostrato sempre caloroso, salvo rare eccezioni ma è giusto che il tifoso quando è arrabbiato lo esterni anche. Non ci si può lamentare dell’atteggiamento che hanno avuto i tifosi verso la squadra. Quindi mi aspetto col Monza quel Toro che veramente mangia l’avversario senza se e senza ma e senza paura. Non si può pensare che il Monza al suo secondo campionato in assoluto in Serie A bagni il naso al Torino, non sarebbe giusto. Nel cuore ho la speranza che si arrivi almeno ottavi per non dover giocare la Coppa Italia a ridosso di Ferragosto, facciamo una bella grigliata il giorno di Ferragosto senza dover pensare a partite appena giocate o da giocare, anche se poi tutti noi andiamo a vedere il Torino sempre molto volentieri”.

Il Torino a parte qualche inciampo a livello difensivo per qualche errore individuale in 14 partite non ha subito gol, mentre, purtroppo, in 12 non è riuscito a segnare. Nell’ultima gara con l’Udinese abbiamo visto in attacco la coppia Zapata-Okereke con Sanabria che poi è subentrato, ma che aveva segnato al Napoli un bellissimo gol in rovesciata.  Di pancia, da tifoso, qual è la coppia giusta in attacco tenuto conto che Bellanova  rifornisce palloni?
“Parlando soltanto del tiro Sanabria-Okereke-Zapata, a prescindere dalle fasce. Con l’Udinese ho visto finalmente Okereke che dava profondità e che liberava Zapata al centro, quello che mi aspettavo un po’ fin dall’inizio e invece con Sanabria che manovra più da dietro si era persa l’efficacia in attacco perché oltretutto Zapata si defilava troppo sulla sinistra per poi accentrarsi. Invece con questa soluzione abbiamo visto un Torino che a Udine ha creato molte più occasioni e Okereke si è presentato subito al tiro e ha disputato un’ottima partita. La gara era in trasferta e magari è più semplice giocare di rimessa e non so dire se sia lo stesso in casa anche perché non ho ancora visto Okereke giocare  questo modo al Grande Torino. Da tifoso, dico che in questo momento preferisco Okereke in coppia con Zapata piuttosto che Sanabria, pur con tutto il grande rispetto per il paraguaiano che reputo un grande giocatore , ma ultimamente ha avuto qualche problemino al tendine e questo magari non gli ha permesso di essere se stesso in un campionato che non è stato lo stesso dell’anno scorso, forse anche per la presenza di Zapata gli ha tolto una parte delle possibilità in attacco.
Ho una cosa da rimarcare: la squadra è stata davvero sfortunata fin dall’inizio perché il miglior attacco del Torino è mancato proprio nel momento nevralgico della stagione quando c’è stato l’infortunio di Schuurs. Dico questo perché una difesa titolare formata da Schuurs, Buongiorno e Rodriguez con i primi due che a turno si sganciavano per andare a spaccare il centrocampo e la difesa avversaria e che soprattutto nei calci d’angolo entrambi facevano paura nelle aree altrui questa squadra sarebbe stata più forte in attacco con una difesa così solida dietro. E una difesa così solida avrebbe anche permesso al portiere di fare ancora più bella figura perché un grande portiere lo fa sempre una grande difesa. Il Torino ha avuto la sfortuna di perdere un grande giocatore come Schuurs, di non avere Djidji per buona parte del campionato e Buongiorno infortunato un paio di volte soprattutto all’andata prima del derby. Da questo punto di vista è stato un campionato molto sfortunato e questi non sono stati problemi muscolari o quant’altro, ma sono stati incidenti di gioco il crociato di Perr e la spalla di Alessandro. Al Torino è mancato questo, con la difesa titolare sarebbe stato un campionato completamente diverso e, secondo me, adesso saremmo al posto del Bologna”.

C’è qualche cosa che teme del Monza?
“L’entusiasmo. E’ una squadra di ragazzi che giocano con entusiasmo, che non hanno nulla da perdere, che hanno fatto un ottimo campionato partendo bene e continuando meglio. Onestamente non credevo che arrivassero fino a questo livello, è strepitoso il campionato che ha fatto il Monza per questo prima ho detto che mi dispiacerebbe che ci bagnassero il naso in classifica. Il Torino lavora da tanti anni e con Juric c’è stata una svolta, si sono viste belle partite e un Torino diverso che per due stagioni prima, purtroppo, ha rischiato nuovamente la retrocessione e indubbiamente negli ultimi tre anni ha fatto molto meglio, però l’entusiasmo del Monza è quello che temo di più perché fra le due la squadra che ha più da perdere siamo noi”.

Nel Torino oggi chi può spaccare la partita?
“Sarebbe troppo semplice dire Bellanova, Zapata e Vlasic che sono i tre che possono dare la svolta, ma per quel che conosco il calcio e per quanto mi riguarda si parte sempre da dietro le linee quindi la sicurezza di Buongiorno dietro, se non ha problemi alla spalla e giocherà, unitamente all’entusiasmo di Gineitis e Ricci, che mi piacciono molto, la davanti Bellanova, Zapata e Vlasic devono fare la partita e spaccarla essendo un trio che reputo molto forte”.

Cambiando argomento, qualche mese fa è uscito il suo lavoro letterario “Figli del 4 maggio” qual è la cosa di questo libro che finora non ha ancora detto a nessuno?
“Questa è una domanda molto difficile alla quale rispondere, la sorpresa interiore che ho avuto: il trovare 500 tifosi con i loro racconti e fotografie che hanno dato credito alla storia della mia famiglia. Tutto parte da mio nonno e da mio papà, che ci ha lasciato proprio il giorno della festa del papà di due anni fa. Prima di lasciarci mi ha detto: “Mi raccomando, scrivi un libro sui figli del 4maggio e racconta la storia di nonno”. E io glielo promisi dicendogli che non sapevo se ne sarei stato capace, ma che ci avrei provato. La risposta della gente e dei miei compagni di viaggio, i ragazzi che mi aiutano in questo viaggio, è stata un entusiasmo incredibile. Abbiamo un padrino, Franco Ossola, e una madrina, Susanna Egri, che sono testimonial di questo gruppo e abbiamo aggiunto la volontà di raccogliere fondi da donare alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. E’ stata coinvolta anche una fase emotiva molto importante. Io sono non dico sorpreso, ma ho il cuore pieno perché una risposta così e in due masi sono state vendute tantissime copie e ne sono rimaste pochissime. Qualcuno che scrive libri mi ha detto che un record così è incredibile e che lui non ne vende dei suoi altrettanti in un anno. Devo dire un grazie grande come una casa alla prefazione di Franco Ossola che ha scritto cose fantastiche, bellissime. C’è molto cuore e tutto quello che raggruppa la famiglia granata. L’emblema dell’amore e della passione per il Torino è smisurato e da sempre la gente del Toro si è prodigata per fare del bene quindi reputo il Torino una grande famiglia che non ha eguali”.

Ci sarà una ristampa?
“Sì, è già in ristampa. E pensiamo già addirittura a una sorpresa per il prossimo Natale perché la gente ha voglia di essere dentro a uno scrigno come è il Toro, che è il nostro scrigno di storie e ognuna quando la si legge fa venire i brividi perché hanno tutte un denominatore comune il passaggio del testimonial dal nonno, dal papà, dalla zia, dalla mamma ai nipoti e ai figli. Il modo di portare avanti la storia granata cercando di non perdere i pezzi per strada. Leggevo sui social queste storie, ma quando le vedi tutte racchiuse in un libro cambia o se cambia ed è molto bello”.