Un Torino senza grinta e Belotti crea poco e perde con il Bologna
Questo Torino si scordi l’Europa League perché ci vuole tutt’altro carattere per avere certe ambizioni. La sconfitta per due a zero, con doppietta dell’ex Dzemaili, non può essere spiegata solo con l’assenza di Belotti, squalificato per un turno per somma d’ammonizioni. La colpa dei granata nella partita odierna con il Bologna è stata non solo non aver segnato, ma aver concluso poche volte verso la porta difesa da Mirante e quando hanno provato a farlo aver sbagliato quasi sempre la mira. Il Torino è stato lento, macchinoso e/o prevedibile nelle manovre, evanescente in fase di costruzione commettendo un numero elevato di errori nei passaggi. La squadra di Donadoni non ha fatto la gara della vita, ma ha tenuto bene il campo e creato più occasioni da gol riuscendo ad andare a segno due volte e poi difendendosi con ordine quando al Torino capitava d’avanzare.
Mihajlovic le ha provate tutte arrivando a schierare ben cinque attaccanti, ma nulla è servito. All’inizio in campo c’erano Falque, Boyé e Ljajic, con lo spagnolo che tra i tre è apparso il più incisivo, anche se è calato alla distanza, mentre gli altri due si muovevano larghi e abbastanza a vuoto. Ljajic impreciso anche nel battere le punizioni e senza dare la possibilità a Falque di provarci lui a tirarle e Boyé, pur generoso nell’impegnarsi, ha dimostrato ancora una volta di non avere dimestichezza con il gol. Nella ripresa per cercare di agguantare il pareggio Mihajlovic prima ha inserito Iturbe per Valdifiori (66’) e poi Martinez per Benassi (78’) senza riuscire a dare una vera scossa ai suoi. Per onor del vero nel secondo tempo il Torino ha pressato un po’ di più, ma di azioni veramente pericolose non ne ha quasi create e non ha giocato con quel furore agonistico che si era visto in altre occasioni.
La vittoria del Bologna è stata meritata. Punizione di Pulgar con Oikonomou che di testa non riesce a sorprendere un reattivissimo Hart (4’). Nagy entra in area ma per troppa generosità prova l’assist e non tira pur trovandosi solo davanti al portiere granata (12’). Destro vorrebbe un rigore per uno strattone di Rossettini (18’). Il Torino fa sapere che è in campo con due calci d’angolo, nel primo la deviazione con colpo di testa di Rossettini finisce fuori dallo specchio della porta (27’) e nel secondo Benassi non riesce a impattare con il pallone da distanza ravvicinata (29’). Ljajic su punizione non sorprende Mirante (40’). Cross lungo di Di Francesco per Krejci che in area si libera di Zappacosta e serve Dzemaili, non controllato a dovere da Rossettini, che da due passi infilza Hart (43’). Nella ripresa esce subito Zappacosta ed entra De Silvestri. Krejci su punizione manda d poco la palla oltre il palo (66’). Il Torino ha alzato un po’ il baricentro, però, continua a non essere incisivo. Mihajlovic passa dal 4-3-3 al 4-2-3-1 che diventa anche 4-2-1-3 con l’inserimento di Iturbe a destra, Ljajic si posiziona alle spalle di Boyé e Falque va a sinistra. Benassi su sviluppo da calcio d’angolo prova la deviazione in porta, ma è contrastato e Mirante para (71’). In campo torna dopo l’infortunio Verdi che prende il posto di Di Francesco (72’). Falli ed errori su entrambi i fronti rendono la gara spezzettata e ben poco spettacolare. Appare quasi più dettata dalla disperazione che da altro la mossa di Mihajlovic di mandare in campo anche Martinez con Ljajic che viene arretrato di qualche metro e Baselli lasciato solo a gestire il centrocampo. Donsah, entrato da pochissimo, s’invola in contropiede e serve Dzemaili che con un preciso diagonale di sinistro infilza per la seconda volta Hart (83’). Potrebbe essere anche più pesante il passivo del Torino, ma il portierone inglese nega la gioia del gol a Verdi alzando sopra la traversa un tiro potente (89’).
Il commento alla fine della gara di Mihajlovic è stato eloquente: “Sulla partita di oggi c’è da dire poco perché abbiamo giocato in maniera prevedibile e scolastica. Non possiamo essere dipendenti da Belotti e tutti gli altri devono fare la loro parte. Non parliamo più d’Europa League e pensiamo partita per partita a fare più punti possibili e poi vedremo a fine stagione dove saremo arrivati”. Il mercato è ancora aperto e bisogna capire se la società ha ancora voglia d’investire per rinforzare la squadra, ma serve che la grinta non la metta solo Mihajlovic, nel corso della partita e nel post persino lui è apparso meno mordente del solito, e che negli obiettivi non ci creda solo il mister.