Torino, impresa o frustrazione
Non è la prima volta che accade, il Toro ha abituato i suoi tifosi a vivere ogni gara come se fosse l'ultima, ma è proprio nei momenti difficili che viene fuori il carattere della squadra granata, anche se ci vorrebbe maggior autostima, come ha rimarcato Dzemaili venerdì in conferenza stampa. Il giocatore svizzero è un tipo interessante, deciso, maturo per la sua età, intraprendente e con le idee chiare. Il Torino per vincere deve segnare più di un gol a partita, così i difensori devono dare una mano anche in attacco, tanto ci sarà sempre un centrocampista a scendere per dare una mano in difesa. Questo in sintesi il discorso di Dzemaili, che poi ha anche sottolineato che il suo ruolo è il trequartista, ma a necessità sa adattarsi.
Quasi un messaggio a Novellino, che domani si trova in difficoltà a mettere in campo una squadra composta da undici elementi in grado di sovvertire le paure che aleggiano in casa granata. Fuori Rosina, out anche Abate, la fascia rimane sguarnita, certamente toccherà a Gasbarroni giocare a fianco di Bianchi, sul quale Monzon punta molto per questo finale di stagione. Però provare Dzemaili come trequartista potrebbe essere un'idea, visto che sarà difficile che Gasbarroni giochi gli interi novanta minuti non avendo ancora acquisito la forma giusta dopo il lungo infortunio.
Nonostante le rassicurazioni di Cairo, Novellino rischia la panchina in caso di sconfitta e aleggia anche l'incubo di quanto successo con la Fiorentina, una sconfitta che fece da anticamera all'esonero di De Biasi. Oggi ci vuole il massimo della concentrazione, con la certezza, almeno questa volta, che la squadra è con il mister, l'importante è non sfaldarsi nel caso in cui il Doria andasse in vantaggio. Pazzini e Cassano fanno paura, ma anche il Toro deve dimostrare di saper mettere in difficoltà l'avversario.