Sta nascendo il Torino di Mazzarri ma mancano pedine chiave

Un esterno di centrocampo, una punta con caratteristiche per fare coppia con Belotti nel 3-5-2, un altro difensore centrale e magari anche un interno per la mediana.
29.07.2018 12:10 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Walter Mazzarri
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Walter Mazzarri
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ventidue gol fatti e nessuno subito nelle quattro amichevoli finora disputate dal Torino, ma guai a chi si montasse la testa perché si tratta appunto di amichevoli estive con formazioni che hanno preparazioni differenti e, quindi, non si può parlare di un Torino perfetto. Sicuramente sono segnali e si tratta di segnali incoraggianti, però, questo non basta. Anche se ieri sera con il Nizza il trend non è cambiato perché c’è stata un’altra vittoria e questa volta non con una squadra di categoria inferiore bensì con una che milita nel massimo campionato francese, che non sarà fra i più performanti o ostici d’Europa, ma che ormai si è avvicinato molto per tasso tecnico e qualitativo alla serie A o meglio è il nostro campionato ad aver abbassato negli ultimi anni gli standard.

Il Torino con il Nizza ha patito un po’ la maggiore brillantezza dei francesi, sicuramente gli uomini di Mazzarri hanno i muscoli imballati per il duro lavoro svolto nel ritiro di Bormio, ma c’è anche da dire che mancano pedine importanti per far sì che il gioco si sviluppi come vorrebbe il mister. Non deve fuorviare il fatto che con Bormiese, Pro Patria, Renate e soprattutto Nizza la porta granata sia rimasta inviolata perché ieri sera i francesi hanno colpito due volte la traversa con Perraud e Cyprien e Sirigu si è dovuto esibire in una parata salvifica su tiro di Tameze e soprattutto la squadra di Vieira manca di un centravanti poiché Balotelli è in procinto di andare via, non sta disputando le amichevoli con i compagni, e in generale il reparto offensivo è se non proprio da costruire in toto lo è in buona parte. Conforta e non poco il fatto che Belotti sembra aver messo alle spalle l’annata scorsa che non l’ha visto fra i protagonisti non solo perché segna tanto (è all’ottavo gol stagionale), ma anche per l’atteggiamento e la voglia di ritornare a essere il “Gallo” per il bene suo, del Torino e della Nazionale.

Se Belotti è fra le note positive ci sono, però, lacune nell’ organico palesi. Manca un esterno a centrocampo che possa dar garanzie nel caso De Silvestri e Ansaldi abbiano bisogno di rifiatare. Merengue deve lavorare ancora molto per riuscire a fare la differenza, ieri con il Nizza troppe volte l’avversario gli è andato via e a fronte di giocatori con fisici imponenti e veloci anche in fase offensiva lo spagnolo è in difficoltà. Parigini ha fatto il suo quando l’ha sostituito, ma ha già sufficienti capacità ed esperienza per reggere il peso di dover agire sulla fascia con qualsiasi avversario in serie A e in una squadra che dovrebbe lottare per l’Europa League? Forse sì, ma non ci sono certezze. Anche per i ruoli interni della mediana Rincon, Baselli e Meïté, tenuto conto che Acquah, Valdiriori e Obi sono sul mercato e qualche cosa vorrà pur dire, non sembrano ancora certezze assolute, potrebbero diventarlo, ma il giovane Meïté arrivato da poco ha bisogno di tempo per apprendere ciò che vuole esattamente Mazzarri e Rncon e Baselli alternano cose buone ad altre meno e infatti, ieri con il Nizza ad un certo punto i mister li ha invertiti di posizione alla ricerca del miglior equilibrio possibile in fase difensiva e offensiva per il centrocampo. Resta poi il fatto che in difesa Izzo, N’Koulou e Moretti non hanno abbastanza alternative, infatti, al momento c’è il solo Bremer, perché Lyanco e Bonifazi a causa dei rispettivi infortuni sano ancora out. Bremer è giovanissimo ed è appena arrivato dal Brasile e se ha anche fatto vedere qualche giocata interessante di qui a dire che sia pronto per affrontare il campionato ce ne vuole. Infine l’attacco. Belotti è in palla, Ljajic sembra avere grande voglia di sfruttare tutte le sue qualità che sono di livello superiore, Falque sta facendo di tutto per adattarsi anche a fare la seconda punta, Edera quando è chiamato in causa sa mettersi in mostra rispettando le consegne e poi ci sono i giovanissimo Damascan, in questi giorni alle prese con un risentimento muscolare alla coscia sinistra e Niang che non è stato convocato per l’amichevole con il Nizza perché non ancora in condizione post rientro dalle vacanze. E’ vero che Niang ha disputato la fase a gironi del Mondiale e che ha ripreso ad allenarsi solo lunedì scorso, però anche Obi e Ljajic che sono tornati a lavorare solo due giorni prima di lui hanno potuto scendere in campo ieri nella ripresa. Ma il vero nodo da sciogliere non è lo stato di forma dei singoli giocatori bensì quanto siano adatti al 3-5-2 o la sua variante 3-5-1-1 e anche agli altri moduli, 3-4-1-2 o 3-4-3, che vorrebbe adottare Mazzarri per avere un Torino camaleontico e capace di dire la sua a fonte di qualsiasi avversario. Niang è sul mercato e potrebbero finirci anche uno fra Ljajic e Falque, tutti e due sarebbe troppo, se il Torino decidesse di prendere una punta di ruolo che possa giocare in coppia con Belotti.

A diciannove giorni dalla chiusura del mercato il tempo non manca per piazzare altrove i giocatori che non rientrano nei piani di Mazzarri e per prendere quelli che servono per colmare le lacune che ci sono nella rosa, ma più il tempo passa e più c’è il rischio che chi si desidera si accasi altrove e, soprattutto, si prolungano i tempi per amalgamare la squadra e darle i necessari equilibri e di fatto questo comporta una partenza in salita cosa non proprio auspicabile se si vogliono raggiungere degli obiettivi che siano superiori al piazzarsi a metà classifica.