Preservarsi per lo Zenit può voler dire suicidio con la Lazio

Il Torino deve affrontare la Lazio senza distrarsi a pensare alla partita d’Europa League di tre giorni dopo. Problemi di formazione per Ventura.
14.03.2015 12:51 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Preservarsi per lo Zenit può voler dire suicidio con la Lazio
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nessun calcolo e lasciare stare il turnover se non strettamente necessario perché qualche giocatore fisicamente o mentalmente proprio non ce la fa. L’asticella da tempo, l’estate passata, in casa Torino si è alzata, l’organico è al minimo per competere su due fronti come il campionato con obiettivi non solo di tranquilla sopravvivenza e l’Europa League nelle fasi finali, ma questo è, quindi se gli avversari da affrontare sono di livello e hanno rose più ampie come Lazio e Zenit non si può far altro che stringere i denti e andare avanti o alzare bandiera bianca e arrendersi. Il Torino potrebbe anche arrendersi, se non a parole o nelle intenzioni, di fatto sul campo, il Toro invece assolutamente no: non esiste che si arrenda. Tutto sta a vedere se gli uomini che indossano la maglia granata e chi li dirige sono il Torino o il Toro.

 

Se Moretti che ha trentatre anni compiuti l’undici giugno scorso gioca praticamente tutte le partite e in campo ha un rendimento universalmente riconosciuto più che sufficiente allora anche tutti gli altri compagni possono fare come lui, se non riescono o sono svogliati o sono scarsi, in entrambi i casi non sono da Toro. Giocare ogni tre giorni non è cosa semplice, tanto più se gli uomini sono contati e gli avversari forti, però a questo punto non è possibile scegliere se privilegiare una competizione o l’altra perché si sbaglierebbe comunque. Non dare il massimo in campionato vuol dire precludersi la possibilità di arrivare al sesto posto che potrebbe bastare per disputare l’Europa League del prossimo anno. Non tentare di passare il turno in coppa significa uscire, sicuramente a testa alta,  ma comunque uscire dalla competizione internazionale e rinunciare a visibilità ulteriore e a soldini che fanno sempre molto comodo, soprattutto se si vuole continuare ad essere competitivi e per farlo è indispensabile che in estate il parco giocatori sia rinforzato con uomini di qualità e magari affiancato da giovani di reali belle prospettive future, non solo potenziali scommesse.

 

Tra lunedì e giovedì sera il Torino deve affrontare la Lazio e lo Zenit, di entrambe le formazioni si conoscono la bravura e la determinazione. La squadra di Ventura ha già affrontato in questa stagione due volte quella di Pioli: il quattordici gennaio scorso in Coppa Italia venendo sconfitta tre a uno ed uscendo dalla competizione e in campionato il ventisei ottobre restando anche in quell’occasione sconfitta, due a uno.
In campionato Gillet, Maksimovic, Glik, Moretti, Peres, Benassi (62’ Amauri), Vives (79’ Perez), Farnerud, Darmian, Sanchez Miño e Quagliarella (87’ Barreto) non ebbero la meglio su Marchetti, Ciani, De Vrij, Radu, Cavanda, Parolo, Lulic (91’ Braafheid), Biglia (82’ Onazi), Anderson (46’ Klose), Djordjevic e Candreva i gol a Roma furono di Biglia (15’), Farnerud (53’) e Klose (60’). In Coppa Italia Padelli (espulso al 56’), Maksimovic, Glik, Moretti, Darmian, Jansson (61’ Farnerud), Gazzi, El Kaddouri, Molinaro (57’ Castellazzi), Martinez e Amauri (46’ Maxi Lopez) faticarono anche di più rispetto alla gara precedente in campionato, forse perché per sopperire all’emergenza Ventura schierò fuori ruolo Jansson a centrocampo e così Berisha, Konko (68’ Basta), Radu, Cavanda, Novaretti, Parolo (89’ Tounkara), Onazi, Ledesma, Cataldi (73’ Pereirinha), Klose e Keita s’imposero in trasferta con reti di Keita (12’), Klose (29’), Martinez (49’) e Ledesma (57’ su rigore).
Per far si che non si avveri il detto “non c’è il due senza il tre” il Torino deve: 1) non pensare allo Zenit, 2) presentarsi in campo con la migliore formazione possibile. Vives, Gonzalez e Masiello sono infortunati e di conseguenza non sono disponibili. Benassi a San Pietroburgo è incappato in due errori gravi commettendo falli inutili che hanno decretato la sua espulsione dopo neppure mezz’ora e compromesso l’andamento e l’esito della partita, quindi starà a Ventura saper valutare se è meglio mandarlo subito in campo per dargli la possibilità di riscattarsi oppure farlo accomodare in panchina o persino in tribuna. Per quel che riguarda l’attacco, a parte Barreto che ormai da tempo è un separato in casa, si è visto che la miglior coppia è quella formata da Quagliarella e Maxi Lopez, senza nulla togliere a Martinez e Amauri. Poiché la Lazio è in ottima forma e sta scalando la classifica, ha raggiunto il Napoli al terzo posto, nel turno precedente ha sconfitto per quattro a zero la Fiorentina e non essendo impegnata nelle coppe internazionali ha avuto tutto il tempo per preparare la partita di lunedì sera, per il Torino fare sperimenti utilizzando giocatori fuori ruolo e affidarsi ad attaccanti che non abbiano massima esperienza e fiuto del gol potrebbe essere un azzardo.

 

Il Torino non può permettersi il lusso di pensare allo Zenit o di concedere all’avversario vantaggi utilizzando giocatori che per inesperienza o altro non danno massime garanzie e in più deve fare la partita perfetta, tutte le volte che l’ha fatto è riuscito a tenere testa a squadre più forti, quando non ci è riuscito anche con formazioni alla portata o inferiori ha disputato partite mediocri lasciando punti per strada. Con la Lazio ci vuole il Toro e in campo devono andare uomini che siano da Toro nella testa e nelle gambe.