Prendersela per la sconfitta con la Lazio non ha senso: troppa la differenza qualitativa

01.07.2020 10:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Prendersela per la sconfitta con la Lazio non ha senso: troppa la differenza qualitativa
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Ieri sera il Torino ha perso con la Lazio e viene da dire, seppur faccia male perché una sconfitta è sempre un pugno nello stomaco, che era cosa scontata già prima dell’inizio della partita vista la differenza abissale che c’è fra le due squadre. Basta pensare che i biancocelesti prima del match avevano tre punti in più del doppio di quelli del Torino, 65 a 31, che avevano segnato 64 gol contro i 32 dei granata, esattamente il doppio, e che ne avevano subiti 27 contro i 50, solo quattro in più della metà. I numeri un significato lo hanno eccome.

Il Torino, che ha una rosa ridotta quasi all’osso e che fatica da inizio campionato, più di ciò che a fatto non poteva. L’approccio alla gara è stato positivo, anche se è durato poco. I granata, infatti, sono passati in vantaggio e in campo Longo li ha sistemati nel miglior modo possibile tenuto conto dei giocatori che ha a disposizione e che alcuni non sono in buona condizione atletica come, ad esempio, Ansaldi e Rincon, due tra i migliori della rosa del Torino. Poi la Lazio ha iniziato a pressare alla ricerca del pareggio e successivamente della vittoria e il Torino si è difeso con le unghie e con i denti affidandosi solo a qualche ripartenza e alla fine è capitolato.

Qualcuno potrebbe dire che Longo avrebbe dovuto far tenere al Torino il baricentro più alto e non arretrarlo facendosi schiacciare a ridosso o anche dentro la propria area. Forse avrebbe potuto, ma avrebbe concesso spazi che la Lazio avrebbe sfruttato e molto probabilmente la partita anziché terminare con una sconfitta per 2 a 1 sarebbe finita con il Torino che prendeva un’imbarcata di gol. Un po’ di fortuna i granata l’hanno anche avuta perché Immobile e compagni più volte al momento del tiro in porta hanno sbagliato la mira. La difesa nonostante tutto ha retto discretamente, a tratti anche più che discretamente, la pressione della Lazio e il centrocampo di fronte a quello nettamente superiore degli avversari ha fatto ciò che poteva e in proporzione ha commesso meno errori gravi di quelli visti parecchie altre volte in questa stagione. Belotti il suo, come al solito, l’ha fatto e per il resto è arcinoto che l’attacco del Torino è di una pochezza che verrebbe da dire imbarazzante per le ambizioni di inizio stagione.

Longo può contare ben poco sulla panchina che è rimpolpata da ragazzi della Primavera e da qualche altro giocatore più esperto, ma che non è superiore a chi va in campo. Il mister avrebbe dovuto forse mettere in campo i giovani, ma che cosa avrebbero potuto fare di fronte alla Lazio? Sarebbe stato giusto esporli a un “massacro”? Se si vuole addossare una colpa a Longo si può dire che non avrebbe dovuto accettare la panchina quando è stato chiamato per sostituire Mazzarri perché la squadra era allo sbando ed era più che prevedibile che avrebbe proseguito il campionato con parecchie altre sconfitte e qualche punto racimolato come ha fatto con Parma e Udinese e come molto probabilmente farà ancora. Il Torino si salverà? Forse sì se chi sta dietro continuerà a perdere come sta facendo.
Sabato c’è la Juventus e dal Torino ci si può aspettare una gara simile a quella fatta con la Lazio. Una sconfitta dignitosa senza uscire dal campo umiliati per aver sfoderato una prestazione indegna e disonorevole (come è accaduto più volte negli ultimi quindici anni) tanto più che si tratta di un derby. Di più non può fare ed è inutile illudersi.