Ora al Torino il re è nudo (spogliato da Juric). Quale sarà la reazione della squadra?

28.08.2021 10:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Austerity. Mister Juric ha parlato ed è stato chiaro e diretto sul perché la società anche quest’anno, dopo sue salvezze raggiunte per il rotto della cuffia, abbia non solo fatto un mercato al ribasso, prestiti di Pjaca, Pobega e Berisha più i giovani Warming e Stojkovic, ma anche cercato di liberarsi di quei giocatori che avevano un ingaggio elevato riuscendoci con Nkoulou (niente rinnovo e via a parametro zero) e Sirigu (rescissione un anno prima della scadenza) e dando via anche Meïté e Lyanco e provandoci con Belotti, Izzo, Baselli, Rincon e Falque sempre che non riesca nei prossimi quattro giorni, compreso oggi, quando in effetti chiuderà il calciomercato.

L’ultimo al Torino a beneficiare di un lauto contratto è stato proprio lui, Juric, con i tre anni a due milioni di euro a stagione più bonus. Ma niente particolari rinforzi per la squadra e di certo non quelli che lui si aspettava. E a questo punto è molto difficile che arriverà qualcuno che abbia un valore di mercato anche solo medio sempre che non giunga con la formula del prestito e tanto meno che abbia pretese sull’ingaggio. A meno di clamorose sementite che suonerebbero come uno sbugiardare l’allenatore con tutto ciò che ne conseguirebbe anche in termini di autorevolezza agli occhi dei giocatori.

Prendendo lo spunto dall’arrivo di Pobega mister Juric ha parlato e reso pubblico che al Torino vige il regime di austerità: “Pobega arriva in prestito secco senza nessun diritto per noi perché in questo momento abbiamo bisogno di un giocatore di questo tipo e quando è così si accettano i compromessi, anche se non è una cosa bella lavorare per un’altra società”. E poi ancora: “Ci sono talmente tante problematiche … ostacoli che me li tengo per me”. Non ha mancato di sottolineare le strade differenti intraprese rispetto all’avversario di questa sera: “La Fiorentina ha fatto meglio negli ultimi due anni rispetto al Torino nei punti e nei risultati e comunque sono state prese strade diverse: la Fiorentina ha preso la strada dell’investimento, di comprare nuovi giocatori anche spendendo tanti soldi e di riconfermare quelli che sono stati cercati da altre squadre come Vlahovic e Milenkovic facendo anche rinnovi importanti, mentre la mia società ha preso la strada dell’austerity cioè vuol dire tagliare costi in ogni modo a prescindere dalla forza della squadra, che è arrivata negli ultimi due anni a salvarsi all’ultima partita. E’ legittimo perché sono stati persi molti soldi negli ultimi due anni. Ci sta, l’unico problema è che io e il mio staff non eravamo a conoscenza di questa austerity, di tagliare tutto e tutti. Sono rimasto sorpreso dal modo di fare poi è legittimo perché la società negli ultimi anni ha perso tantissimi soldi a causa dei risultati, del Covid e degli investimenti sbagliati sui giocatori. La situazione è questa, non ne eravamo a conoscenza, nessuno ce lo aveva detto però è molto stimolante. E’ la sfida più stimolante che mi è capitata. Perché dimostrare che con una squadra che ha perso anche elementi importanti e cercando di recuperare tutte le risorse possibili, come i giocatori che erano in prestito facendoli tornare, far giocare calciatori che avevano fatto male negli ultimi due anni e prendendo giocatori solo in prestito, è una sfida allucinante cercare di fare meglio degli ultimi due anni. Come ho detto, la situazione è questa e l’accetto, ma non ne ero a conoscenza”.           

Preso atto di questo e accantonando la legittima riflessione sul perché a Belotti è stato proposto il rinnovo di 3,3 mln a stagione più bonus  per quattro anni non in linea con le ristrettezze, adesso la vera questione è: quale sarà la reazione della squadra all’austerity? Ci saranno giocatori che proveranno ad andarsene il prima possibile tanto più che sanno che di rinforzi importanti non ne arriveranno e a questo punto si può già ipotizzare che non accadrà neppure nella sessione invernale del mercato. Di conseguenza anche gli obiettivi saranno al più una non sofferta salvezza. E chi non riuscirà ad andarsene sarà disposto a dare il cento per cento in campo quando sarà schierato? Magari sì proprio per mettersi in mostra e sperare di essere acquistato da altri club, ma c’è anche il rovescio della medaglia: chi è disposto a metterci la gamba, quando occorre, con il rischio di farsi male lavorando per una società che è in clima di austerity e non ha grandi obiettivi? Già questa sera con la Fiorentina le prime risposte molto probabilmente arriveranno.

P.S.: Chissà come avrà reagito Cairo, e in subordine anche Vagnati, a sentire le parole di Juric?