Nel 1949 muore il Grande Torino. La tragedia colpirà i colori granata, ma anche il calcio mondiale
Erano le 17.03 del 4 maggio 1949 quando l'aereo Fiat G.212 si schiantò sul terrapieno dietro alla Basilica di Superga. Si conteranno complessivamente trentuno vittime, tra passeggeri ed equipaggio, a bordo l'intera squadra del Torino, di ritorno dalla trasferta Lisbona a cui i granata parteciparono per celebrare Francisco Ferreira. Si trattò di un errore umano, fortemente condizionato dalle condizioni meteo avverse, da allora nacque la Leggenda, anche perché quella squadra, il Grande Torino, si rivelò incapace di perdere in casa, da qui l'appellativo di Invincibili per parecchi anni, tra il 1943 ed il 1949, oltre a superare svariati record ancora imbattuti. Un gruppo incredibile costruito partendo non troppo lontano, precisamente nel 1939 Ferruccio Novo prese le redini societarie, completando l'opera con l'arrivo di Mazzola e Loik dal Venezia, dopo il già brillante secondo posto della stagione precedente.
Una tragedia che colpì, indirettamente, anche la Nazionale Italiana, che arrivò a schierare in un'occasione addirittura dieci giocatori su undici (battuta l'Ungheria per 3-2), escludendo volutamente Bacigalupo perché una regola impediva l'utilizzo di tutti i componenti di una stessa bandiera. Paradossalmente, in quegli anni i Mondiali di calcio smisero di essere disputati, l'ultimo fu nel 1938, quello successivo, solamente una stagione dopo l'incidente. Un Mondiale, quello Brasiliano, in cui gli azzurri, nonostante la pesante defezione, si difesero, non riuscendo tuttavia a superare il girone eliminatorio. Un forte dolore che si avvertì anche in quel Brasile, che tanto sperava di potersi confrontare con quel calcio tanto spettacolare di cui ha avuto un assaggio durante la torunée granata del 1948. Rimane il Mito, la Leggenda, e scusate se è poco.