Mercato finito: come cambia il Toro. Gerarchie e (nuove) strategie

03.09.2019 10:46 di  Claudio Colla   vedi letture
Mercato finito: come cambia il Toro. Gerarchie e (nuove) strategie
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Squadra, se non esattamente rivoluzionata, quanto meno decisamente potenziata, nel giro di soli tre giorni. Primariamente un esterno, con un bagaglio tecnico che gli consente di disimpegnarsi anche da mezzala, Diego Laxalt è andato a completare la rosa di metà campo, e, con l'intermezzo dell'ingaggio di Samir Ujkani, il colpo finale. La ciliegina promessa da Urbano Cairo non è rimasta nel banco frigo delle occasioni mancate: Simone Verdi è arrivato. Per cambiare profondamente le gerarchie di squadra, infondere nuova linfa al reparto offensivo, e rimescolare le strategie, con nuove frecce tra la faretra e l'arco di Walter Mazzarri.

MODULO - Benché il tridente sembrasse essere stato accantonato, lungo la strada dell'amaro epilogo dei preliminari di Europa League, l'approdo di Verdi, unito al mancato ingaggio, partito Gustafson, di un nuovo interno di centrocampo (ma quella che porta allo svincolato Bertolacci potrebbe essere una pista ancora aperto), suggerisce l'apertura del laboratorio sperimentale per l'evoluzione tattica di casa Toro. Il classico 3-5-2 di Mazzarri, con Baselli "elastico" tra mediana e trequarti, garantisce maggior stabilità, certo. Ma Verdi, è evidente, non sarà privato della possibilità di brillare nelle due posizioni in cui finora, in carriera, ha offerto le prestazioni a maggior tasso di qualità e continuità: da trequartista alle spalle di due punte pure, Belotti e Zaza, o da esterno d'attacco in un tridente classico, insieme allo stesso Gallo e a Iago. Certo, tra Empoli e Bologna il neo-granata aveva sempre goduto del supporto di una difesa a quattro, ma la sua versatilità tattica non resterà soltanto una bella locuzione da utilizzare nelle dotte conversazioni a sfondo calcistico.

PORTA E DUALISMI DIFENSIVI - Ujkani, portiere che in verità, lungo la sua duratura militanza nel calcio italiano non ha mai fatto sfracelli (la sua miglior stagione in carriera resta probabilmente quella targata 2010/11, che lo vide titolare del Novara capace di tornare in A dopo 55 anni), arriva da secondo, alle spalle di Sirigu. Non è scontato che l'estremo kosovaro non sia però in concorrenza col veterano Rosati per il posto di riserva principale. Tutta da risolvere la questione N'Koulou in difesa, il posto di regista arretrato è al momento conteso da Bremer e Djidji, mentre Mazzarri sta perfezionando la macchina volta a far coesistere, come titolare a tutti gli effetti, Kevin Bonifazi, insieme all'inamovibile Izzo. Da partente pressoché certo, non più di un mese fa, l'ex-SPAL si sta guadagnando, a prescindere dalla concorrenza, e non soltanto a suon di gol, un posto di assoluto rilievo nelle gerarchie. Sullo sfondo, al netto dei ripetuti infortuni, un Lyanco in rampa di lancio, e il giovanissimo Singo, in gruppo soprattutto per imparare.

CENTROCAMPO E LATERALI - Mentre, ribadiamo, non è escluso arrivi ancora qualcuno sulla mediana, dal mercato degli svincolati, è evidente come le logiche granata, per quanto riguarda la cerniera di metà campo, si pongano in assoluta continuità con la passata stagione: Rincòn diga principale, Baselli box-to-box per lo più irrinunciabile (ma non è escluso che Mazzarri, data la folta concorrenza in avanti, sperimenti anche Berenguer da mezzala con licenza di attaccare), Lukic e Meité, pur con caratteristiche decisamente differenti, a contendersi la terza maglia. In caso di 3-4-3/3-4-1-2/3-4-2-1, a meno che, in quest'ultimo, non sia uno tra Baselli e Berenguer il prescelto a supporto della punta (o punte), il cerchio si stringe: i muscoli all'uopo per tale soluzione tattica non mancano, mentre lo stesso Lukic studia da regista vero e proprio. Relativa asimmetria per quanto riguarda le soluzioni legate ai laterali: l'emergente Aina e il veterano De Silvestri esterni classici, i mancini Ansaldi e Laxalt spendibili anche come interni e mezzali, all'occorrenza. Ottimo mix di esperienza, gioventù, rapidità ed equilibrio tattico, le fasce ora sono decisamente coperte, al netto delle assenze a cui, prima o poi, si dovrà far fronte. 

L'ATTACCO: GLI ASSETTI POSSIBILI - La varietà di soluzioni offerte dalle caratteristiche di Belotti, Zaza, Iago, e Verdi, consente di opporsi a diverse tipologie di impostazione difensiva, a seconda dell'avversaria affrontata. I quattro ruoteranno, presumibilmente con priorità per il capitano e per l'ultimissimo arrivato (di ritorno), intrecciando le rispettive strade sul terreno verde, si è detto prima, ove e quando Mazzarri opti per il tridente. Senza dimenticare la folta riserva granata: già menzionato l'impiego spurio di Baselli e di Berenguer, sono rimasti alla base, almeno per ora, anche Parigini, Edera, Millico, e Rauti. Organico offensivo decisamente folto, al limite, per quanto possa suonare come un cliché, dei proverbiali problemi d'abbondanza.