Il Torino va in gita a Lecce e perde: la società manca nel far arrivare alla squadra motivazioni e ambizioni

Il termine corretto per definire la partita del Torino col Lecce è imbarazzante. I granata ormai non hanno più stimoli da tempo, esattamente dalla 33ª giornata quando vincendo con l’Udinese, ultimi 3 punti conquistati, ha raggiunto l’aritmetica salvezza, e di conseguenza l’impegno latita, non è professionale ma tant’è. Il Lecce invece si giocava l’ultima possibilità di poter continuare a lottare per restare in serie A e con grande volontà, cuore e sacrificio ha messo in campo tutto quello che aveva e poteva per ottenere i tre punti e ha vinto. Onore quindi ai salentini. Il Torino pur considerando i tanti infortunati, Coco, Karamoh e Sosa, ai quali si è aggiunto Elmas, che nella rifinitura di sabato aveva accusato un affaticamento muscolare alla coscia sinistra, e ai lungodegenti, Zapata, Schuurs, Njie, Salama, Ilkhan e Savva, disponeva comunque di giocatori che non erano inferiori a quelli del Lecce come dimostravano i 16 punti in più in classifica e quindi avrebbero potuto disputare una partita almeno alla pari con gli avversari e invece così non è stato e a parte qualche tentativo di segnare, soprattutto nel primo tempo, Gineitis (15’) il tiro più interessante, Vlasic (37’), e Casadei (42’), non si è visto altro. Nella ripresa poi anche meno e quindi al Lecce è bastato il gol di Ramadani (47’) per vincere: Krstovic è avanzato e ha resistito alla pressione di Dembélé sul lato corto dell’area e con un retropassaggio ha servito Ramadani che, non marcato, da fuori area ha spedito la palla nel sette. Reazione? Nessuna davvero significativa e anzi il Torino ha accusato il colpo ed è andato per un po’ in confusione. Il Lecce avrebbe persino potuto raddoppiare con Krstovic (50’), Coulibaly (67’) e Rebic (68’), ma non ci è riuscito: ha il peggior attacco della Serie A, 26 le reti con quella di ieri, però ha portato a casa una vittoria che mancava da 13 giornate.
Mister Vanoli in conferenza stampa alla vigilia aveva cercato di tenere sulla corda la sua squadra mandando messaggi motivazionali, ma come accaduto nelle precedenti partite con Inter, Venezia, unico punto ottenuto, e Napoli, non è servito: “Dobbiamo onorare fino in fondo gli impegni e la maglia. … Dobbiamo andare a Lecce consapevoli che non vinciamo da tre partite ed è importante ottenere i tre punti perché abbiamo un impegno col 10° posto e dobbiamo tentare di conquistarlo anche se non è niente, ma è cosa che attiene alla mentalità. E poi non nascondiamo la storia perché per il Torino quello di Lecce è sempre stato un campo difficile i salentini decretarono le retrocessioni del 1989 e del 2000, ndr) … se siamo uomini e conosciamo la storia, dobbiamo saperlo. … Voglio fino alla fine una squadra che dia tutto. … Dobbiamo sempre stare in partita capendo il momento della gara, soprattutto in questi match dove gli avversari si giocano tantissimo (il Lecce è in lotta per non retrocedere, ndr). … A volte si può vincere anche con gare brutte. … E’ una partita importante e vogliamo portare a casa punti”. E poi a fine partita Vanoli ha così commentato, come riporta Tuttosport, la sconfitta: “Potevamo e dovevamo fare decisamente meglio, volevamo chiudere diversamente. Devo capire, ora ci dobbiamo guardare in faccia”.
L’epilogo di questa stagione del Torino sarà con la Roma, che spera di potersi qualificare per la Champions e per riuscirci deve vincere e attendere un passo falso della Juventus, è al 4° posto e ha 1 punto in più, che in trasferta affronterà il Venezia, penultimo in classifica con 29 punti ossia due in meno di Empoli (giocherà con il Verona che ha 3 punti in più) e Lecce (la salvezza dipenderà anche da cosa farà il Parma, che ha 2 punti in più, con l’Atalanta sicura del 3° posto) e guardarsi le spalle perché la Lazio, ha 1 punto in meno, e dovrà vedersela in casa con il Lecce.
Perdendo col Lecce il Torino ha visto sfumare ogni residua possibilità di arrivare almeno al 10° posto, che non porta nulla se non la magra consolazione di essere l’ultimo di chi è nella prima parte della classifica, perché il neopromosso Como ha pareggiato col Verona e ha 4 punti in più. Ora dovrà almeno evitare che l’Udinese lo sorpassi, le due squadre sono appaiate all’11° posto e i friulani devono affrontare la Fiorentina, che ha 3 punti in meno della Lazio e proverà a strappare il pass per la Conference League.
Motivazioni e ambizioni e pure obiettivi dovrebbero arrivare alla squadra dalla società che invece per come agisce nel calciomercato manda segnali opposti. Vende al miglior offerente i calciatori migliori, li sostituisce, spendendo il meno possibile, con scommesse o al più giovani in rampa di lancio, si riduce agli ultimi giorni di mercato a prendere i giocatori per tamponare le falle che ci sono nella rosa, spesso non fornisce all’allenatore di turno calciatori che siano adeguati all’idea di gioco, se fa arrivare qualche giocatore in prestito e se questo si rivela discreto non lo riscatta ed elemosina sconti sul prezzo pattuito, convince i calciatori a venire assicurando che il Torino è una vetrina per mettersi in mostra per poi andare altrove. Questi sono tutti segnali negativi che arrivano ai giocatori che quindi poi arrivati all’aritmetica salvezza pensano più a non farsi male in vista del mercato successivo o delle vacanze imminenti e a risparmiare le energie per eventuali chiamate in Nazionale per qualificarsi a Mondiale o Europeo piuttosto che a onorare la maglia.
Copyright © 2025 - Tutti i diritti riservati
